@article{67070, year={2020}, issn={1972-4853}, journal={MONDO CONTEMPORANEO}, number={1}, volume={}, doi={10.3280/MON2020-001005}, title={Da scuola del popolo a scuola fascista della nazione? Un bilancio dell’istruzione elementare in Italia a dieci anni dalla riforma Gentile}, abstract={Nel gennaio 1932, a quasi dieci anni dalla riforma più importante e più discus-sa del fascismo, quella della scuola, l’ispettore scolastico Renato Moro preparò una dettagliata relazione sulla condizione della scuola elementare lontana da fina-lità propagandistiche e destinata ad uso interno del ministero dell’Educazione na-zionale. Ponendo a confronto la pubblicazione ufficiale prodotta pochi mesi dopo dal ministero con la relazione preparata da Moro, che qui viene riprodotta inte-gralmente, il saggio mette in luce il divario esistente tra gli obiettivi dichiarati dal fascismo e la realtà, tra i risultati propagandati e quelli effettivamente conseguiti. Ne emerge, tra l’altro, l’immagine di una società meridionale ancora arretrata ma non immobile, che anche nei suoi strati medio-bassi chiedeva allo Stato più istru-zione e la possibilità di accesso alle scuole medie, che la riforma aveva ostacolato in molti modi. Il regime, impegnato ad ottenere una più decisa fascistizzazione del-la scuola, sottovalutò gli effetti negativi prodotti dalla presenza invadente del par-tito e dell’Opera nazionale Balilla, e dal disordine normativo che ne accompagnò costantemente l’azione. Il succedersi continuo di provvedimenti, ripensamenti e adattamenti minò l’immagine di solidità e coerenza che il regime voleva dare di sé nel suo progetto di radicale trasformazione degli italiani.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=67070}, author={Anna Scarantino} pages={117-180}, language={IT}}