Onde evitare che «per cercare l’ottimo, si perda il buono». Il dibattito sul porto di Fano a inizio Ottocento

Titolo Rivista STORIA URBANA
Autori/Curatori Iacopo Benincampi, Emanuele Gambuti
Anno di pubblicazione 2023 Fascicolo 2022/171 Lingua Italiano
Numero pagine 28 P. 57-84 Dimensione file 596 KB
DOI 10.3280/SU2022-171003
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Fra i faldoni conservati nel fondo della Congregazione del Buon Governo depositato presso l’Archivio di Stato di Roma si possono annoverare molteplici fascicoli dedicati alla ristrutturazione e manutenzione del porto di Fano. Infatti, lo scalo fu oggetto di numerose attenzioni fin dalla prima epoca moderna per via della sua felice posizione. Affacciato sul mar Adriatico e comunicante con la via Flaminia, ossia il principale percorso congiungente Roma con Bologna e il resto d’Europa, l’approdo risultava strategico tanto per le comunicazioni quanto per i commerci. Uno degli ultimi incartamenti della collezione tratta dell’ottimizzazione del porto che si cercò di condurre a compimento all’inizio del XIX secolo, appena poco tempo prima che la discesa delle truppe napoleoniche costringesse lo Stato Pontificio alla sua prima dissoluzione dopo secoli di sopravvivenza. Seppur quindi la congiuntura non fosse affatto propizia, lo sforzo sostenuto dalle gerarchie papali testimonia il valore che l’ormeggio ricopriva per gli interessi nazionali: un’importanza tale da coinvolgere nella fabbrica idrostatici di fama (il capitano Giuseppe Castagnola e Pietro Zara), architetti papali (Virginio Bracci e Andrea Vici) e funzionari pubblici locali.;

Keywords:Ottocento, Fano, porto, Virginio Bracci, Andrea Vici, architettura

Iacopo Benincampi, Emanuele Gambuti, Onde evitare che «per cercare l’ottimo, si perda il buono». Il dibattito sul porto di Fano a inizio Ottocento in "STORIA URBANA " 171/2022, pp 57-84, DOI: 10.3280/SU2022-171003