Nel momento in cui si assiste ad una evoluzione nei modelli di comportamento strategico dell'impresa, il presente lavoro introduce nel dibattito in corso alcune considerazioni circa le relazioni impresa-istituzioni; con particolare riferimento alle regole per la tutela della concorrenza e del mercato. In quest'ottica l'enfasi posta dalla recente letteratura economico-aziendale su di una strategia competitiva fondata sulle risorse interne accumulate e sulla capacità di riprodurre continuamente "nuove conoscenze e competenze", andrebbe arricchita tenendo conto dell'analisi posta in essere da parte dell'autorità garante, le cui decisioni, peraltro, possono influire sulle stesse strategia d'impresa.

A supporto e a verifica di tale tesi vengono analizzati alcuni casi concreti oggetti di istruttoria e di decisione dell'autorità garante della concorrenza e del mercato e riguardanti, in particolare, le relazioni esistenti all'interno del settore distributivo e tra questo ed il settore produttivo, per verificare i criteri applicati per delimitare il mercato rilevante e determinare l'esistenza di un eventuale abuso di posizione dominante o di pratiche restrittive della concorrenza.

Una seconda categoria di riflessioni nasce dall'esigenza di verificare il significato di una strategia aziendale fondata sulle risorse interne accumulate non solo ai fini di acquisire vantaggi competitivi, ma nell'intento di voler qualificare con contenuti etici i rapporti con clienti, fornitori, concorrenti, istituzioni. In questa direzione vanno le imprese di Economia di comunione ed il Progetto etico di Coop Italia; entrambi i casi, pur avendo origini ideologiche differenti, sono la testimonianza di un modo di fare impresa che non si limita a distribuire in maniera diversa il profitto ma incide sul modo di produrlo; e accetta la sfida di porre come "sistema di valori d'impresa" il costo connesso al rispetto dei diritti della persona e della tutela dell'ambiente.

L'analisi porta a concludere che "la globalizzazione dei mercati" va accompagnata dalla "globalizzazione delle regole" a tutela del mercato e della concorrenza e dalla "globalizzazione di una solidarietà" che, al di là dell'impegno delle istituzioni pubbliche internazionali, può realizzarsi anche a partire dal comportamento strategico delle imprese, così come i casi esaminati testimoniano.

Giovanni Bianchini , professore di Economia e gestione delle imprese commerciali all'Università di Modena ha iniziato l'attività di ricerca presso l'Università Bocconi all'IEFE. Le sue pubblicazioni hanno avuto per oggetto problemi connessi alla finalità ed alla strategia dell'impresa industriale e commerciale. Dopo essere stato presidente della CCIA e dell'Ente Fiera di Piacenza, di un Consorzio export (CEPI) e commissario dell'ENCC, ha avuto un'esperienza come parlamentare nella Commissione industria della Camera dei Deputati. Questa pubblicazione è il frutto di una riflessione che tiene conto dell'evoluzione teorica dell'economia dell'impresa ma anche della ricca esperienza maturata in posizioni di responsabilità pubbliche e private, e in particolare per il caso specifico, partecipando attivamente come capogruppo all'elaborazione della legge a tutela della concorrenza e del mercato approvata in Commissione nel 1990.