Gli italiani e il rischio colesterolo

A cura di: Nadio Delai

Gli italiani e il rischio colesterolo

La difficile strada verso la prevenzione

Edizione a stampa

19,50

Pagine: 176

ISBN: 9788846439048

Edizione: 1a edizione 2002

Codice editore: 258.1

Disponibilità: Limitata

Che rapporto hanno gli italiani con la loro salute? E come affrontano il problema del colesterolo e delle malattie cardiovascolari? E ancora, è possibile e a quali condizioni far scattare quei meccanismi virtuosi che consentano di sviluppare un sistema di prevenzione efficace ed esteso?

La ricerca su un campione nazionale di 4.700 persone adulte ha consentito di evidenziare un significativo décalage tra ciò che si conosce (mappa cognitiva), ciò che si sente (mappa emotiva) e ciò che realmente si fa (mappa dei comportamenti).

Gli italiani, infatti, conoscono grosso modo l'importanza delle malattie cardiovascolari (che si collocano peraltro erroneamente al secondo posto come causa di morte, rispetto a quelle per tumori); come pure intuiscono la caratteristica di "male silenzioso", cioè senza sintomi evidenti, del colesterolo. Ma due terzi degli italiani non hanno alcuna idea della differenza tra colesterolo LDL e HDL e soprattutto non conoscono affatto i loro livelli di questo indicatore tanto importante.

Il campione, inoltre, si spacca circa a metà sul piano emotivo, tra coloro che "si fanno carico" del problema (tra il 57% e il 65%) e coloro che invece lo rimuovono, con varie scuse.

E ancora, sul piano dei comportamenti, solo il 47% si definisce "una persona che fa una qualche attività fisica".

Lavorare sui diversi décalage, riequilibrando conoscenze, atteggiamenti e comportamenti in una logica di prevenzione richiede un grande impegno sia sul piano sociale che sanitario. La chiave è infatti quella di far leva sulla responsabilità individuale del cittadino, senza lo sfruttamento della quale sarà difficile far uscire il tema della prevenzione (e non certo solo in relazione al colesterolo) dalla condizione di "bolla sospesa" in cui è ancora prigioniera: sostenuta in teoria dalle buone intenzioni di tutti, risulta scarsamente declinata in concreto, per abitudine e convenienze diffuse da parte di tutta la catena della salute, dal paziente agli operatori e ai decisori del sistema sanitario.

La Fondazione Pfizer si pone come partner di riferimento, per la promozione della cultura della salute e per la valorizzazione della conoscenza a vantaggio della collettività. La sua mission è favorire il progresso scientifico, culturale e sociale del Paese attraverso la condivisione dei risultati della ricerca scientifica, lo studio e l'analisi dello scenario economico e sanitario e l'adozione di iniziative di educazione socio-sanitaria rivolte al pubblico.

Nadio Delai , già Direttore Generale del Censis e Direttore di RaiUno, è attualmente Amministratore Delegato di Ilesis, Società specializzata nel campo della ricerca e della formazione per i sistemi sanitari, oltre che responsabile di Ermeneia, Società di studi e consulenza strategica nel campo economico e sociale.


Maria Pia Ruffilli, Premessa
Introduzione - La non-cultura del rischio colesterolo
La mappa cognitiva degli italiani
(La sottovalutazione delle malattie cardiovascolari; L'intuizione del rapporto tra colesterolo e malattie circolatorie; La verifica di una bassa conoscenza applicata)
Gli atteggiamenti e i comportamenti
(La formazione di due posizioni di fondo; Le abitudini alimentari; L'attività fisica; I comportamenti attivi di prevenzione; Lo stato e la concezione della salute degli intervistati; Le fonti di informazione sul colesterolo)
La metodologia dell'indagine
(Le tabelle di dettaglio; La ricerca attraverso i grafici)
Nadio Delai , Post-fazione. La prevenzione fuori dalla bolla
(Un discorso che non si compie; La salute nella fase post-fordista; Scegliere il colesterolo come campo di esercizio preventivo; Scommettere sulla responsabilizzazione individuale).

Contributi:

Collana: Fondazione Pfizer

Argomenti: Prevenzione

Livello: Studi, ricerche

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