Le piccole e medie imprese nell'economia italiana

Unioncamere

Le piccole e medie imprese nell'economia italiana

Rapporto 2000. Il punto di osservazione delle Camere di Commercio

Printed Edition

40.50

Pages: 256

ISBN: 9788846422217

Edition: 1a edizione 2000

Publisher code: 1812.17

Availability: Limitata

La ricerca è il prodotto di sintesi dell'attività di monitoraggio sull'evoluzione della Pmi italiana che l'Unioncamere, con la collaborazione dell'Istituto G. Tagliacarne, sottopone quale contributo di analisi agli operatori economici, agli studiosi e ai responsabili delle politiche di sviluppo in Italia ai diversi livelli.

Il tessuto delle piccole e medie aziende rappresenta una delle componenti fondamentali dell'intero sistema economico dell'Unione europea. Tra i Paesi membri, l'Italia risulta avere il maggior numero di imprese di piccole dimensioni, nonché la più forte concentrazione, al proprio interno, di unità con meno di 10 addetti (pari al 95% del totale). La loro rilevanza in termini di creazione di posti di lavoro e di contributo alla crescita economica è indiscutibile. Il successo di tali strutture aziendali è stato determinato da un'elevata flessibilità operativa, da una forte capacità di ammodernamento e dalla propensione a fare rete e a creare sistemi in grado di competere sullo scenario globale.

Quali sono al momento i fattori competitivi alla base delle performance della piccola impresa? Il Rapporto evidenzia come le determinanti del loro successo siano sempre più riconducibili alle caratteristiche intrinseche dello stesso prodotto Made in Italy : la qualità la gamma, il design, il packaging. Su tali elementi si fondano le strategie aziendali sui mercati nazionali e, ancor più, internazionali. Così se solo il 16% delle nostre imprese minori consegue più della metà del proprio fatturato sui mercati stranieri, è d'altra parte verificato che oltre il 50% ha stabilito rapporti commerciali, sia pur di intensità più limitata, con l'estero.

Una variabile determinante dell'andamento commerciale delle piccole imprese è la capacità di stabilire e mantenere relazioni con altre unità produttive. Nel complesso, il 55% delle Pmi rientra nei circuiti della subfornitura, occupando spazi lungo l'intera catena che va dal piccolo contoterzista al committente finale.

La ricerca mira inoltre a verificare quanto la competitività del sistema imprenditoriale di piccole dimensioni si giochi anche sul raccordo tra strutture di produzione e di commercializzazione. Stretta tra aumento dei costi e competizione sempre più aggressiva, anche la distribuzione sembra aver imboccato il percorso della ristrutturazione "qualitativa". La risposta strategica delle piccole e medie imprese commerciali, dettata anche dalla necessità di porsi al riparo dalla concorrenza della grande distribuzione, passa in prospettiva attraverso politiche di servizio e di fidelizzazione della clientela, che possono rappresentare gli strumenti maggiormente in grado di garantire il loro successo.


Danilo Longhi , Introduzione
Parte I. Fattori di competitività e reti relazionali delle piccole e medie imprese manifatturiere
L'evoluzione congiunturale del sistema imprenditoriale minore manifatturiero alla fine degli anni '90
(L'insostenibile leggerezza della ripresa; Verso un orizzonte più corto: il preconsuntivo per il 1999)
Il graduale passaggio verso i mercati più ricchi: le strategie e i fattori competitivi delle Pmi
(La lievitazione dei mercati di insediamento delle imprese manifatturiere; Il potenziale esportativo; I fattori di competitività; L'approfondimento dell'internazionalizzazione: le altre iniziative con imprese estere; I canali di potenziamento dell'export)
La qualità come vantaggio competitivo: gli orientamenti strategici a breve
(Le strategie imprenditoriali dall'appagamento al contrasto; Le politiche di crescita dell'azienda) - Le relazioni con il sistema economico-produttivo e i legami con il territorio
(Interconnessioni e cultura d'impresa; Il radicamento territoriale delle relazioni con le società di servizi esterne; I vantaggi localizzativi: la prevalenza delle ragioni fondative)
Le risorse umane: tendenze dell'occupazione, strategie di acquisizione e formazione
(L'occupazione nelle piccole e medie imprese: forte elasticità, bassa crescita; Le strategie di reperimento del personale; Il ruolo ancillare della formazione)
Parte II. L'impresa commerciale fra politiche difensive e opportunità di rilancio
Gli andamenti congiunturali e l'evoluzione della struttura distributiva
(Consumi delle famiglie in ripresa con più spazio per i beni voluttuari; La dinamica delle vendite al dettaglio nel crescente divario fra distribuzione moderna e tradizionale; I primi effetti della riforma sulla struttura della distribuzione commerciale)
Risultati di vendita e fattori di competitività nelle piccole imprese della distribuzione commerciale
(Le caratteristiche delle imprese nei risultati dell'indagine; Andamenti tendenzialmente positivi e fattori competitivi più coerenti; La conferma di andamenti a due velocità per il dettaglio moderno e tradizionale)
L'evoluzione del mercato secondo le percezioni degli imprenditori
(Meno timori dalla grande distribuzione ma più varietà di ostacoli; Consumatori più parsimoniosi ma attenti alla qualità e alla salute)
Le scelte strategiche e strutturali a medio termine
(Politiche competitive e ricorso agli strumenti di marketing; Politiche di assortimento stabili ma non sempre coerenti di fronte alle tentazioni della deregulation; Poche scelte di sviluppo e ristrutturazioni in calo; Segnali di debolezza per i circuiti dell'associazionismo)
Le politiche di fidelizzazione
(Autostima e scarso impegno per fidelizzare la clientela; Debole visione strategica nei programmi di fidelizzazione a medio termine)
Gli sviluppi occupazionali e le esigenze di riqualificazione professionale
(Occupazione in crescita e buone potenzialità per i profili professionali intermedi; Scarso interesse per la formazione soprattutto tra le imprese minori e tradizionali)
Un primo bilancio sulla riforma del commercio: le implicazioni per il rilancio delle imprese minori
(Avvio in sordina della riforma e difficoltà a interpretarne gli effetti; Meno allarmismo negli orientamenti futuri di fronte ai cambiamenti della riforma; L'intervento dell'operatore pubblico fra riforma del commercio e rilancio dei centri storici)
Considerazioni conclusive: coerenza di orientamenti strategici e potenziale di sviluppo delle imprese .

Contributors: Istituto Guglielmo Tagliacarne

Serie: Unioncamere - Centro Studi

Subjects: Industrial Economics

Level: Scholarly Research

You could also be interested in