Nel corso degli ultimi anni il dibattito economico ha concesso ai temi dello sviluppo e della crescita uno spazio notevole. Ciò è dipeso anche dalla constatazione che lo sviluppo economico realizzatosi nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale ha tra le sue spiegazioni anche l'azione svolta dal settore pubblico. Nelle economie già industrializzate l'azione pubblica ha favorito l'accumulazione e la crescita ed ha accompagnato l'innovazione tecnologica. L'azione pubblica ha contribuito a "far funzionare" il mercato privato attraverso una regolamentazione dei mercati dei beni e servizi, un controllo di prezzi e tariffe, la protezione dell'impiego nel mercato del lavoro. In questo quadro, un ruolo importante lo hanno svolto il sistema tributario e le strutture del welfare attraverso la tassazione dei redditi e la gestione della spesa pensionistica, sanitaria e per l'istruzione.
Nel corso del tempo si è però posto il problema del miglior coordinamento possibile tra tali ultime attività pubbliche e quelle più direttamente legate al sostegno dello sviluppo industriale e della crescita.
I saggi contenuti nel volume, a cominciare dalle relazioni dei professori Atkinson e Tanzi, affrontano alcuni dei temi legati al rapporto tra settore pubblico e crescita economica. In particolare vengono trattate le questioni legate alle politiche di prelievo fiscale e di spesa pubblica e agli effetti sulla crescita economica nei paesi industrializzati, con particolare riferimento al contesto rappresentato dall'Unione Europea. In questo quadro sempre maggior evidenza assumono sia il tema della riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle società, con particolare riferimento agli effetti su investimenti e crescita sia l'analisi del rapporto tra spesa sociale e crescita economica. In secondo luogo, i contributi qui raccolti trattano il tema della riforma degli istituti tradizionali del welfare, a cominciare dalle pensioni, e della loro integrazione con il prelievo fiscale
sui redditi individuali.