Competere senza scommettere.

Clayton M. Christensen, Taddy Hall, Karen Dillon, David S. Duncan

Competere senza scommettere.

Scelte dei consumatori e innovazione

Il più autorevole esperto di strategie per l'innovazione e la crescita offre alle aziende di tutto il mondo un nuovo eccezionale contributo per trasformare l'innovazione da gioco d'azzardo (una scommessa sulla fortuna) a rigoroso metodo con cui sviluppare prodotti e servizi che i clienti non solo vedano l'ora di comprare, ma per i quali siano ben disposti a pagare un premio.

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 230

ISBN: 9788891759122

Edizione: 1a edizione 2017

Codice editore: 100.876

Disponibilità: Buona

Pagine: 230

ISBN: 9788891758361

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 100.876

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 230

ISBN: 9788891758576

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 100.876

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book


Il più autorevole esperto di strategie per l'innovazione e la crescita offre alle aziende di tutto il mondo un nuovo eccezionale contributo per trasformare l'innovazione da gioco d'azzardo (una scommessa sulla fortuna) a rigoroso metodo con cui sviluppare prodotti e servizi che i clienti non solo vedano l'ora di comprare, ma per i quali siano ben disposti a pagare un premio.
Quali scelte devono compiere le aziende per riuscire a crescere? Come possono creare prodotti che i clienti desiderino acquistare? L'innovazione può essere programmata ed essere dunque qualcosa di più di una semplice scommessa legata al caso e alla buona sorte?
Dopo aver rivoluzionato anni fa il modo di concepire i processi innovativi con la sua celebre teoria delle tecnologie dirompenti, Clayton Christensen, professore della Harvard Business School, ha provato a fornire una risposta a questi interrogativi, offrendo alle aziende una nuova prospettiva a partire dalla quale sviluppare innovazione di prodotti e servizi.
Dopo anni di ricerca, Christensen e i suoi collaboratori sono giunti a una conclusione fondamentale: l'idea, da tempo diffusa tra le aziende di tutto il mondo, che il modo più efficace per innovare consista nel conoscere il maggior numero di informazioni possibile sui clienti è sbagliata. Questi ultimi non si limitano infatti ad acquistare prodotti o servizi: chiedono a essi di svolgere un compito molto specifico in una determinata circostanza. Per utilizzare la metafora di Christensen, i clienti "assumono" i prodotti e li "licenziano" quando non ne hanno più bisogno. Questo approccio all'innovazione (che prende il nome di Jobs Theory o Jobs to Be Done Theory) è quello utilizzato da alcune delle aziende in più rapida crescita come Amazon, Intuit e Airbnb, per citarne alcune. Questo libro, però, non è stato scritto per celebrare dei successi, ma per fornire strumenti utili per produrne dei nuovi!
Gli autori sostengono che, riuscendo a individuare ciò che spinge i clienti ad "assumere" un prodotto o un servizio, qualsiasi organizzazione potrà migliorare i suoi processi innovativi, creando prodotti e servizi che i clienti vorranno portare con sé nella loro vita, e per avere i quali saranno ben disposti a pagare un premio. La Jobs Theory offre nuove speranze di crescita a tutte quelle aziende frustrate da anni di sforzi e investimenti che non hanno portato ai risultati sperati. Il libro descrive attentamente l'innovativo approccio studiato da Christensen e collaboratori, offrendo una spiegazione completa della teoria e il motivo per cui essa è efficace, ma, soprattutto, spiega come utilizzarla concretamente nel mondo reale e come non sprecare le conoscenze che è in grado di fornire.

Clayton M. Christensen è titolare della cattedra Kim B. Clark presso la Harvard Business School e autore di nove libri, tra i quali il bestseller internazionale Il dilemma dell'innovatore. Nel 2011 e nel 2013 è stato nominato business thinker più influente del mondo in una classifica biennale stilata da Thinkers50.

Taddy Hall è un dirigente del Cambridge Group e uno dei leader del Breakthrough Innovation Project di Nielsen.

Karen Dillon è stata editor della Harvard Business Review e co-autrice del bestseller How Will You Measure Your Life? Nel 2011 è stata nominata da Ashoka una delle donne più influenti del mondo.

David S. Duncan è senior partner di Innosight. Lavora come consulente in ambito di strategia e crescita innovativa.

Introduzione. Perché dovreste "assumere" questo libro
(Migliorare nelle cose sbagliate; Qual è il compito per cui hai "assunto" quel prodotto?)
Parte I. Introduzione alla Jobs Theory
Il dilemma del milk-shake
(Milk-shake a colazione; Un curriculum per la margarina; Jobs Theory e innovazione)
Migliorare, non creare prodotti
(Come pensare, non che cosa pensare; Definiamo il termine "job"; Che cos'è un job?; Che cosa non è un job?; L'individuazione del compito; Modificare il paesaggio competitivo; I limiti della Jobs Theory; Una rivoluzione copernicana)
I job nel mondo reale
(Competere con... il nulla; Profondità e ampiezza del raggio di applicazione; I job nel mondo B2B; Metà della funzionalità al doppio del prezzo; "Capiamo perfettamente le tue esigenze")
Parte II. L'applicazione della Jobs Theory: difficoltà e vantaggi
Caccia al compito!
(Dove sono i compiti?; Il "carico emotivo"; C'è una spiegazione a tutto)
Capire quello che i clienti non dicono
(Le storie dei clienti; Il problema del materasso; Un acquisto d'impulso (... o forse no?); Un antidolorifico, una Red Bull o un materasso nuovo?; "E all'improvviso vedi la strada...")
Costruirsi un curriculum
(Decodificare la complessità; Esperienze e premium price; Rimuovere gli ostacoli; L'esperienza Uber; Come faccio a sapere se il prodotto è quello giusto?; I purpose brand)
Parte III. Jobs Theory e realtà aziendale
Integrare un job nei processi aziendali
(L'ingrediente segreto; Organizzarsi sulla base di un customers' job; Misurare = fare; Ansia alla guida? C'è OnStar)
Non perdere di vista il compito da svolgere
(I tre errori relativi ai dati sull'innovazione; È la fonte dei dati a porre il problema; I dati passivi necessitano di una gestione attiva)
L'organizzazione "job-centrica"
(Un programma intuitivo; Una bussola "a due facce"; Misurare ciò che conta; I job hanno cambiato tutto; Mai allontanarsi dal contesto)
Osservazioni finali sulla Jobs Theory
(Possiamo davvero chiamarla "teoria"?; Quando la teoria non è valida; I limiti della teoria; Profondità e ampiezza dell'applicabilità della teoria; Come la teoria può aiutare voi)
Ringraziamenti
Gli autori.

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