Livello
Saggi, scenari, interventi
Dati
pp. 128, 3a ristampa 2012, 1a edizione 2010 (Codice editore 250.4)
In breve
Un libro che propone una filosofia poetica capace di restituire alla parola educativa l’incanto di un’“attrazione appassionata”. L’obiettivo è di restituire la scuola alla vita e l’adolescenza e l’infanzia alla loro più autentica vocazione: l’esercizio dell’avventura, della libido, della ricerca, dell’infinito.
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Presentazione del volume
Il testo raccoglie frammenti di discorso, non a caso nominati scorribande, cioè a dire scorrerie, sacchi, incursioni, che afferiscono il corpo del sapere pedagogico. Ben al di fuori di qualsiasi tecnicismo morboso, di qualsiasi applicazione di filosofie già tramortite e subdolamente addomesticate, ben distante dalla psicologizzazione imperante e dai suoi nefasti sottoprodotti assistenzial-mortificanti, le scorribande reclamano alla pedagogia il suo humus d'infanzia, il suo splendore auratico, le sue ispirazioni misteriose e iniziatiche.
Alla ricerca di figure inattese e inattuali, di maestri della divergenza e dell'affermazione, sedotte da un immaginario festivo e disinibito, arcaico e trasgressivo, le scorribande intendono affiancare al grigiore pedante e bonificatore delle prose pedagogiche un verbo singolarmente poetico, l'illuminazione folgorante dei folli e dei disperati, l'ombra calda e soccorrevole di una sensibilità più femminile e terrestre.
Su questo spartito le scorribande intrecciano i fili di un'opus magnus di restituzione della scuola alla vita e di vitalizzazione erotica della scuola, cercano di restituire l'adolescenza e l'infanzia ai loro mèntori invisibili e alla loro più autentica vocazione, l'esercizio dell'avventura, della libido, della ricerca, dell'infinito. In compagnia degli dèi bambini, assecondando l'ispirazione magica di Eros e la danza sfrenata di Dioniso, non senza il contributo inatteso di Ermes e di Afrodite, il libro propone una filosofia poetica capace di restituire alla parola educativa l'incanto di un'"attrazione appassionata" intorno al dipanarsi imprevedibile e misterioso di un "innocente divenire".
Paolo Mottana è professore ordinario di Filosofia dell'educazione presso l'Università di Milano Bicocca. Presidente dell'Associazione IRIS (Istituto di Ricerche Immaginali e Simboliche), si occupa da anni del ruolo di mito, immaginario e simbolo nella cultura della formazione. Fra le sue pubblicazioni Formazione e affetti, Armando 1993, Il mèntore come antimaestro (a cura), CLUEB, 1996, L'opera dello sguardo, Moretti e Vitali 2002, La visione smeraldina. Introduzione alla pedagogia immaginale, Mimesis, 2004; per la FrancoAngeli ha pubblicato Miti d'oggi nell'educazione. E opportune contromisure, 2000, Caro insegnante. Amichevoli suggestioni per godere (l)a scuola, 2007 e Antipedagogie del piacere: Sade e Fourier. E altri erotismi (2009). Informazioni ulteriori sulle attività del suo gruppo di ricerca possono essere reperite sul sito www.immaginale.it.
Indice
Introduzione
Parte I. Eros e Dioniso
Il dàimon dell'operatività sociale: re-immaginazione ed elogio del minore
Il desiderio che non muore
Ricordare Alcibiade
Da una scuola ascetica a una esperienza erotica/eretica del sapere
La "radura" dell'adolescenza (fra luogo e non-luogo)
Parte II. Altri bambini
Bachelard paid-agogo immaginale
Comprendere poeticamente
Deriva notturna
La prassi simbolica
Figure del tragico e mondo immaginale
Riflessi oscuri nelle "strade perdute" di David Lynch
Bibliografia.
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