Le rivoluzioni democratiche nell'Est Europa e la crisi dell'Unione Sovietica hanno cambiato drasticamente il contesto internazionale in cui si colloca la Cee ed essa dovrà quindi modificare il modo con cui ha condotto fino ad oggi i propri affari.
E' un'illusione credere che l'Europa occidentale possa rimanere un'isola di prosperità e di pace, mentre le nuove democrazie dell'Est sono esposte ai pericoli del collasso politico, della rovina economica, delle violenze etniche e nazionalistiche.
In questo ambito si colloca la richiesta del Presidente della Commissione Jaques Delors ai principali Istituti europei di studi internazionali di un'analisi e di una proposta che lo aiutassero a formulare una sua Ostpolitik e a non far apparire la Comunità come un club esclusivo di paesi ricchi e gelosi della propria integrazione.
Le richieste di adesione da parte delle emergenti democrazie del Centro ed Est Europa richiedono risposte chiare e generose per prepararle al grande passo, attraverso i dovuti adattamenti economici e politici. Ma al tempo stesso bisogna salvaguardare il nucleo comunitario, unico vero centro di stabilità nell'Europa che cambia: anzi occorre renderlo ancora più solido ed integrato.
Il rapporto, consegnato a Delors nel giugno 1991, si compone di sei capitoli e di una conclusione in forma di raccomandazioni per la Comunità. Esso costituisce già, per l'autorevolezza e la rappresentatività degli Istituti coinvolti, un testo di riferimento dei negoziati per gli accordi speciali di associazione della Cecoslovacchia, della Polonia e dell'Ungheria.
Per aiutare il lettore a ricostruire il tragitto e le posizioni nei confronti di un'Europa che cambia, completano il volume alcuni documenti ufficiali prodotti negli anni '90 dalle Istituzioni comunitarie, dal Vertice dei Sette, e dalla Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa.
Scritti di: Dominique Moisi, Jan Q.Th.Rood, Heinz Kramer, Friedmann Müller, Ole Diehl, Jim Rollo, Helen Wallace, Gianni Bonvicini.