L'obiettivo di quest'opera - osserva Maria Cristina Treu nella sua introduzione - riguarda il governo dei territori agricoli periurbani: tema tutt'altro che indifferente per il buon uso della risorsa suolo in spazi rurali tendenti sempre più a contrarsi per effetto di una città sparpagliata, di un territorio tarmato, di continue intrusioni insediative al punto che - parafrasando Cottrel - vi prevale un tipo di urbanistica da cowboy (il cui successo è misurato in termini di suoli trasformati) anziché "un'economia da navicella spaziale il cui criterio di valutazione è, viceversa, il mantenimento in buono stato degli stock di capitali esistenti".
Non è tuttavia con propositi virtuosi che si potrà arrestare tale spreco ma piuttosto sviluppando conoscenza, razionalità e motivazioni esplicite, consolidando l'uso di metodi analitici appropriati e correlando le esigenze locali con le più generali politiche di settore, per contemperare la "resistività" di mercato di un'agricoltura sempre più "intra-reticolare" con la riorganizzazione di un'armatura insediativa pericolosamente sbilanciata sul bordo dell'irrimediabilità.
Sono questi gli aspetti nuovi del volume, che lo collocano nel dibattito più recente sui "modi di fare il piano": non agendo esclusivamente sui vincoli ma identificando sia le possibili convergenze di interessi che le inevitabili discrasie e le reciproche compensazioni, e sviluppando uno specifico metodo analitico sulla struttura aziendale delle attività agricole, sui caratteri dei suoli e delle acque, sulla riconoscibilità delle trasformazioni del paesaggio, fino all'ottenimento di indicatori sintetici con forte valenza operativa e in grado di tradursi in orientamenti di piano (dove, come, perché urbanizzare o mantenere l'attività agricola) e di articolarsi in criteri di tutela differenziata delle risorse, rapportandosi all'organizzazione complessiva di un territorio comunale e all'eco-agrosistema locale per mantenerne e/o ristabilirne gli equilibri biologici o per sostituirli con le ragioni della crescita insediativa.
Quasi un manuale di analisi non-urbana per urbanisti, insomma; o, meglio, un complesso strumentale per affrontare i problemi - apparentemente semplici - di quegli spazi che genericamente e per indolenza culturale non pochi denominano nel piano "zone bianche".
Pier Luigi Paolillo ha aderito nel 1992 al Dipartimento di Diritto pubblico e teoria del governo dell'Università degli Studi di Macerata, dove insegna Urbanistica e dirige il Laboratorio "Luigi Piccinato" di governo del territorio. Ha operato ininterrottamente dagli anni Ottanta a oggi nei Progetti finalizzati Cnr Ipra e Raisa, approfondendo in particolare il tema dell'analisi e pianificazione dello spazio agricolo, apportando numerosi contributi saggistici e curando volumi presso diversi editori. Ha predisposto piani a differenti scale (tra cui la Variante generale intermedia del Piano intercomunale savonese, gli Indirizzi in materia di zone agricole e forestali per il Ptrg della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e il Piano d'inquadramento territoriale della Regione Marche). E stato, dal 1988 al 1994, redattore capo di Territorio (quadrimestrale del Dst del Politecnico di Milano). È direttore responsabile dal 1993 del bimestrale dell'lnu Urbanistica Informazioni.