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Fabio Napolitani

In-certezze

RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI

Fascicolo: 1 / 2010

L’esperienza cui ci si riferisce in questo scritto può essere annoverata tra quelle numerose che gli psicoterapeuti gruppoanalisti conducono e praticano da qualche decennio, nelle più diverse istituzioni, dalle sanitarie e parasanitarie alle scolastiche, alle organizzazioni produttive, alle carceri. Nell’articolo si dà conto riflessivamente di un lavoro psicoterapeutico condotto con un modulo insolito con gruppi di detenuti diagnosticati come alcolisti. L’insolito è dovuto alla co-conduzione degli stessi da parte di uno psicoterapeuta e di un ex alcolista, sobrio da undici anni, che aveva seguito un percorso di formazione alla conduzione di gruppi di auto-mutuo-aiuto, secondo un modello teorico elaborato da uno psichiatra della ex Iugoslavia, V. Hudolin. La loro contemporanea presenza nei gruppi, nel corso di cinque anni, ha prodotto una collaborazione sinergica tra chi, portatore di una formazione teorica gruppoanalitica, aveva la possibilità di leggere gli eventi individuali e gruppali in termini relazionali, e chi, con vissuti esperienziali di dipendenza dalla sostanza, era in grado di testimoniare il percorso faticoso di emancipazione compiuto e non mai definitivamente raggiunto.

Fabio Musso, Mario Risso, Barbara Francioni

Grande distribuzione alimentare e criteri di selezione dei fornitori nella prospettiva dei piccoli e medi produttori

MERCATI E COMPETITIVITÀ

Fascicolo: 1 / 2011

Il criterio con cui le imprese della grande distribuzione selezionano i fornitori tiene sempre più conto dell’esigenza di rendere gli assortimenti differenziati, aumentando le opportunità per i fornitori minori con specializzazioni di nicchia. Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare i cambiamenti che stanno caratterizzando i rapporti fra le piccole e medie imprese (Pmi) produttrici e le imprese della grande distribuzione (Gd). L’analisi trae spunto da una ricerca condotta su un campione di Pmi del settore alimentare finalizzata a comprendere la prospettiva dei produttori nel rapporto con le imprese della Gd nazionale ed estera. Dalla ricerca emerge come l’importanza dei criteri di valutazione si stia progressivamente spostando verso aspetti riguardanti la capacità del fornitore di sostenere rapporti secondo logiche evolute, soprattutto in termini di efficienza e controllo delle filiere.

Fabio Musso

Prospettive di analisi per l’innovazione nei canali di marketing

MERCATI E COMPETITIVITÀ

Fascicolo: 3 / 2012

Il lavoro propone un’analisi dell’innovazione nei canali di marketing focalizzandosi su ciò che va inteso come innovazione per l’intero canale. Vengono seguite tre prospettive di analisi: una prospettiva tecnologica, riferita all’influenza della tecnologia nelle interazioni fra i membri dei canali e con i clienti finali, una prospettiva strutturale, riguardante nuove configurazioni di canale, e una prospettiva relazionale, relativa ai cambiamenti nei rapporti verticali fra le imprese. Sulla base di una revisione della letteratura, lo studio fornisce uno schema concettuale da cui sviluppare successive ricerche e approfondimenti che possano cogliere la misura e gli effetti dei cambiamenti determinati dall’innovazione.

Fabio Mostaccio

Stili di vita e patrimonio culturale: le nuove scelte etiche

SOCIOLOGIA DEL LAVORO

Fascicolo: 106-107 / 2007

The opulent society, far from giving life to a consumer with an happy conscience, with a taste accredited totally, ended with promoting one unexpected condition, constructed from one infinity of stratifications and differentiations. Within these caleidoscopic scenes, it has been come to constitute the tribe of responsible consumers. In this article are exposed the first results of a search (currently in course) based on the collection of history of life of the consumers accustoms taken from the fair and loyal trade shops of various Italian cities.

Fabio Moroni, Giovanni Pellecchia, Federica Tarallo, Michele Procacci, Antonino Carcione

Terapia metacognitiva interpersonale del narcisismo vulnerabile e ritiro sociale: un caso clinico

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 48 / 2021

Il disturbo narcisistico di personalità negli ultimi anni sta assumendo sempre più rilevanza al di là della diagnosi categoriale espressa dalle correnti classificazioni come il DSM-5. Infatti, mentre la diagnosi categoriale pone in primo piano la grandiosità, trattare il narcisismo come dimensione permette di tener conto della sua eterogeneità, identificando sottotipi che presentano diversi sintomi, gravità e impostazione del trattamento. In questo lavoro trattiamo il tema del narcisismo vulnerabile, caratterizzato da un’estrema sensibilità al giudizio, tendenza a sperimentare vergogna e colpa, e da comportamenti caratterizzati da inibizione ed evitamento. L’analisi di un caso di una persona affetta da narcisismo vulnerabile permetterà di descrivere come affrontare gli stati mentali di colpa e depressione, i comportamenti di evitamento sociale e di inibizione dei desideri. L’intervento terapeutico viene descritto utilizzando i trascritti di alcune sedute individuali in cui vengono applicate le procedure terapeutiche della terapia metacognitiva interpersonale (TMI).

Fabio Monticelli, Batalia Glauser

La terapia dei disturbi legati alla disregolazione della vergogna

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 51 / 2022

La vergogna può essere definita come la paura anticipatoria di essere esposti al giudizio negativo degli altri o proprio. Da un punto di vista evoluzionista la vergogna ha un fondamentale valore adattivo per l’individuo in quanto garantisce l’appartenenza e la permanenza all’interno del proprio gruppo sociale di riferimento, in quanto inibisce e limita i comportamenti che risulterebbero socialmente poco accettabili ed è connessa alla paura di perdere il rango sociale o di essere esclusi dal gruppo di conspecifici. La vergogna si esprime attraverso la manifestazione di segnali di resa che inibiscono l’aggressività del dominante e solitamente favoriscono l’evitamento di situazioni potenzialmente umilianti riducendo fortemente l’esplorazione (Gilbert, 1997; Kim et al., 2011).L’approccio terapeutico dei disturbi connessi alla vergogna è focalizzato principalmente sul miglioramento delle capacità di regolazione della stessa, mediante l’esplorazione e l’utilizzo di sistemi motivazionali poco presenti nel repertorio interpersonale del paziente. Il riconoscimento delle proprie rigidità motivazionali permette al paziente di comprendere i principali meccanismi alla base delle sue difficoltà e di esplorare concretamente all’interno del contesto terapeutico anche l’utilità di altri sistemi motivazionali prosociali. Nel percorso terapeutico di tali disturbi, il processo di costruzione dell’alleanza terapeutica rappresenta un passaggio centrale perché incentrato concretamente sull’utilizzo del registro cooperativo che costituisce e mantiene una solida alleanza terapeutica che rappresenta un importante fattore terapeutico di per sé e un significativo predittore di buon esito. La Teoria Evoluzionistica delle Motivazioni (TEM & Liotti, 1994/2005; Liotti, Fassone & Monticelli, 2017) sostiene che il sistema cooperativo è un elemento costituente dell’alleanza terapeutica e l’unico sistema motivazionale connesso in modo significativo al miglioramento delle funzioni metacognitive (Liotti & Gilbert 2011; Monticelli et al., 2018; Monticelli et al., 2020; Monticelli & Liotti, 2021).

Fabio Monticelli

Riflessioni cliniche su un caso di revenge porn

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2021

Il caso di M., condotto integrando più approcci terapeutici, offre lo spunto per una rilettura clinica che si avvale di una teoria unitaria di riferimento. Nella prospettiva cognitivista multi-motivazionale si può considerare la vergogna come principale elemento patoplastico da cui originano sia le condotte autoconsolatorie di M., sia l’aggressività distruttiva che esita nel revenge porn.

Nell’ambito della più generale offensiva condotta dai governi centristi alle autonomie locali guidate dalle sinistre, centinaia di amministratori comunali furono implicati in procedimenti giudiziari o amministrativi per il loro attivo coinvolgimento in manifestazioni e iniziative per la pace. Il saggio ripercorre le vicende del decennio che si aprì con l’estromissione delle sinistre dal governo nazionale (1947), dal punto di vista dell’attacco alle autonomie locali, attuato in chiave anticomunista con il fondamentale apporto dei prefetti. Si propongono dati qualitativi e una prima messa a punto quantitativa di un fenomeno poco approfondito a livello storiografico, analizzando alcuni fondi del ministero dell’Interno relativi a tutte le province d’Italia e compiendo un significativo affondo su nove di esse.

Fabio Montella

Squadrismo, comunità ebraica e spazi urbani: il caso della città di Modena

STORIA URBANA

Fascicolo: 172 / 2022

Tra il 1919 e il 1922 le città italiane furono attraversate da un’ondata di violenza politica intensa, senza precedenti, una sorta di guerra a bassa intensità che contribuì – tra l’altro – a ridisegnarne i luoghi e i simboli identitari delle città. A Modena, proprio al centro di tutto questo, ci furono i luoghi della comunità ebraica: soprattutto piazza Mazzini e adiacenze. La città di Modena appare un caso di studio interessante, da un lato per compren dere come le spinte che da destra agitavano il Paese (nazionalismo, arditismo, futuri smo, fiumanesimo…) siano riuscite a convergere in nuove forme di rappresentanza che attirarono, nella loro orbita, anche una parte non marginale della comunità ebraica;; dall’altro per capire come quelle stesse spinte abbiano costituito, all’opposto, una grave minaccia per un’altra parte della comunità, che si oppose fin dall’inizio al messag gio mussoliniano.

La costruzione di un edificio da utilizzare come colonia estiva per i figli degli emigrati ita- liani, a Saint-Cergues Les Voirons, nei pressi di Ginevra, fu considerata dagli esuli antifa- scisti come una delle loro migliori imprese durante gli anni della dittatura. Sebbene esista- no importanti studi sui fuorusciti italiani in Svizzera e in Francia, la vicenda è stata quasi del tutto ignorata dalla storiografia italiana e soltanto da pochi anni ha iniziato a essere og- getto di studio in relazione al ruolo svolto per la salvezza di bambini ebrei. Luogo di prote- zione dai condizionamenti della dittatura fascista, dagli orrori della guerra civile spagnola, dalla tragedia del secondo conflitto mondiale e della Shoah, la casa di Saint-Cergues (inau- gurata nel 1933) rappresenta una sorta di paradigma della storia ambivalente dell’infanzia nel corso del Novecento: sempre più coinvolta nei conflitti armati e nella violenza e allo stesso tempo oggetto di un’attenzione specifica e di crescenti sistemi di protezione naziona- le e internazionale.

Fabio Monguzzi

La psicoterapia psicoanalitica di coppia: appunti per un approccio intersoggettivo

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 2 / 2011

In questo lavoro l’autore evidenzia alcuni punti teorici e metodologici dell’approccio relazionale e intersoggettivista e ne propone un’applicazione ai trattamenti di coppia. Quanto accade in seduta viene osservato nei suoi aspetti di costituzione nel qui ed ora della relazione in corso, oltre che come attualizzazione di aspetti carenziali e traumatici appartenenti ai partner. Gli affetti che emergono possono essere, infatti, meglio compresi e trattati come stati emotivi emergenti riattivati dalla relazione co-creata dai partecipanti alla relazione triadica, in una prospettiva che miri a valorizzare le potenzialità trasformative. Viene anche proposto un confronto tra il più tradizionale approccio psicoanalitico alla terapia di coppia, quello delle relazioni oggettuali, e un trattamento inspirato alla psicoanalisi relazionale e intersoggettiva.