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Claudia Tubertini

Regionalismo differenziato: il caso dell’Emilia-Romagna

ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE

Fascicolo: 3 / 2019

Il cd. regionalismo differenziato ai sensi dell’art. 116 comma 3 della Costituzione pone una serie di problematiche interpretative e attuative di grande rilievo. La proposta avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, per le sue peculiari caratteristiche, può forse aiutare ad individuare un modello ragionevole di attuazione del processo. Il contributo ripercorre ragioni ed elementi distintivi di questa proposta, verificandone la coerenza rispetto alle condizioni e ai limiti generali entro i quali, nell’ordinamento italiano, è concepibile una forma di regionalismo asimmetrico ulteriore rispetto a quella che riguarda le Regioni a statuto speciale.

Claudia Tardugno, Katherine Walter, María Elisa Mitre

La Psicoanalisi Multifamiliare per la salute mentale degli operatori e delle istituzioni

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2017

Questo lavoro nasce come risultato dell’attenzione per la persona del terapeuta e di ciò che si riattiva nella relazione con i pazienti e con i colleghi. Le autrici propongono un modo attraverso il quale è possibile lavorare con questi contenuti che si attualizzano e impattano sulla salute mentale. Il modello della Psicoanalisi Multifamiliare offre una possibilità per la crescita psico-emotiva degli operatori e la risoluzione della storia non risolta; la possibilità di realizzare un vero processo terapeutico. Questo lavoro evidenzia dati statistici rispetto allo stress lavoro-correlato e al burn-out che sottolineano come il clima lavorativo influenzi lo sviluppo delle istituzioni, con un impatto economico in termini di spesa sociale, istituzionale e individuale. Il lavoro propone i gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare come possibile soluzione, gruppi tramite i quali poter apportare salute alla trama ammalante che si sviluppa all’interno dell’ambito lavorativo, nella relazione con gli altri e tramite i quali poter fare prevenzione rispetto ai rischi psicosociali, con un intervento per la diminuzione della spesa economica correlata alle conseguenze dello stress e del burn-out, oltre che al miglioramento della salute mentale degli operatori e a una migliore relazione di cura per i pazienti e i familiari.

Claudia Sunna

Antoine de Montchrétien and development economics

HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY

Fascicolo: 1 / 2017

This work analyzes the economic thought of Antoine de Montchrétien in the light of the categories of development economics, which emerged in the aftermath of World War II. In the history of economic thought the reconstructions of economic development analysis have often recognized that mercantilists and development economists have much in common. We will apply this comparison to Montchrétien’s Traicté de l’Oeconomie Politique by analyzing the common ground of development economics and mercantilism in relation to national industrialization and economic growth. There will be also a focus on the "microfoundations" of the Traicté regarding individual behavior and unemployment as crucial factors for the explanation of economic development. We conclude that it is highly significant to find very similar rationales in explaining development processes in such an extensive time frame.

Claudia Sunna

Did Keynes Go to Developing Countries?

ISTITUZIONI E SVILUPPO ECONOMICO

Fascicolo: 1-2-3 / 2007

Did Keynes Go to Developing Countries? - This work examine the nature of the relation between Keynesianism and the theories of development economics, pinpointing the consistencies and differences existing between them. In this respect a Keynesian heritage is unquestionable and can even be discerned in the vicissitudes of many development economists’ lives. At the same time, it must be acknowledged that some foundational concepts of the development debate cannot be ascribed to any Keynesian genealogy, and must rather be traced back to classical categories. The eclecticism of early development economics makes the so-called label of Keynesian consensus too narrow a concept.

In questo articolo si propone una nuova lettura delle fonti inquisitoriali spagnole delle isole Canarie al fine di ricostruire alcuni aspetti inediti della cultura materiale e della società afro-canaria dell’età moderna. I fenomeni diasporici che interessarono le isole Canarie a partire dal XVI secolo coinvolsero molte donne nordafricane e subsahariane che attirarono l’attenzione dell’Inquisizione spagnola a causa delle “diverse” credenze che pian piano contribuirono a far circolare nella nuova società canaria. Analizzare le fonti inquisitoriali che riguardano le donne africane rende possibile collegare la storia dell’Africa con quella delle isole Canarie, attraverso elementi sinora trascurati, ma ampiamente studiati per altre aree dei domini d’oltremare spagnoli. Al centro di questa indagine vi sono alcuni degli oggetti utilizzati nelle pratiche rituali dalle donne accusate di essere streghe: la piedra de ara, la bolsa Mandinga e la nómina.

Claudia Spinosa, Laura Angioletti, Michela Balconi

Evidenze cliniche, psicosociali e neuropsicologiche su un campione di pazienti cronici immigrati in Italia

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2020

I principali obiettivi di questo studio sono l’esplorazione dello stato di salute psicosociale e neuropsicologico di pazienti immigrati con malattia cronica in Italia, e la messa a punto di un primo modello di screening neuropsicologico multidimensionale per la popolazione immigrata, al fine di promuovere la validazione di una batteria di test standardizzata per popolazioni di pazienti con diversa appartenenza culturale. Un totale di 80 pazienti cronici e stato reclutato per lo studio, di cui 44 pazienti immigrati regolari e 36 pazienti italiani (campione di confronto). Lo screening multidimensionale e stato somministrato solo ai partecipanti che hanno dimostrato un livello adeguato di comprensione e produzione della lingua italiana e si compone di tre sezioni: (i) valutazione psicosociale, (ii) assessment neuropsicologico e (iii) intervista semi-strutturata. La prima sezione include scale psicosociali volte ad indagare abilita linguistiche di base, lo stato di salute, il supporto sociale percepito, il grado di discriminazione quotidiana percepita, lo stato socioeconomico e l’eventuale presenza di malattie in comorbidita. La secon da sezione consiste in una batteria di test neuropsicologici sul funzionamento cognitivo globale. L’intervista semi-strutturata e stata trascritta e analizzata con il metodo dell’accordo tra i giudici. I risultati hanno messo in evidenza che i pazienti cronici immigrati sono significativamente piu giovani rispetto agli italiani, percepiscono maggiore discriminazione e un minore supporto sociale, in particolare da parte della famiglia, rispetto ai pazienti italiani. Il campione di pazienti immigrati risulta essere vulnerabile cognitivamente, in particolare nella memoria uditivo-verbale a breve termine e nel ragionamento astratto non verbale, rispetto al campione italiano. Dall’analisi dell’intervista emergono anche alcune differenze rispetto a tematiche condivise dai pazienti, tra cui, ad esempio, l’esperienza vissuta all’interno dei servizi ambulatoriali e/o ospedalieri, che il campione degli immigrati descrive come migliore rispetto al campione italiano.