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Silvia Fargion, Mara Sanfelici, Luigi Gui, Urban Nothdurfter, Andrea Nagy, Salvatore Monaco, Francesca Falcone, Antonio Samà, Diletta Mauri

Focus - Costruire la genitorialità in condizioni di incertezza

SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI

Fascicolo: 3 / 2022

- Un progetto per la comprensione della genitorialità in contesti di particolare incertezza
- Genitori intrappolati e genitori possibili tra povertà economica e servizi del welfare
- Genitorialità LGBT+ nell’Italia di oggi: immaginarsi, diventare e fare i genitori tra incertezze e risorse
- "Navigare" le incertezze. Le esperienze di genitori in migrazione forzata
- Riposizionarsi come genitori in un tempo frammentato e conteso

H.L.A. Hart - Nuova dottrina del diritto naturale] Questo saggio ricostruisce le principali tappe storiche che hanno portato in Occidente alla decriminalizzazione dell'omosessualità, analizzando le concezioni giuridiche e filosofiche sottese alla persecuzione e le argomentazioni a favore della depenalizzazione. Dopo una prima analisi storica della criminalizzazione dell'omosessualità in Europa e negli Stati Uniti, si concentra sulle radici teoriche della depenalizzazione - giusnaturalismo moderno, illuminismo ed utilitarismo inglese - e sul dibattito contemporaneo inerente alla relazione tra omosessualità, diritto penale e diritto di famiglia. L'ultimo paragrafo è dedicato ad alcune considerazioni sulle problematiche riguardanti la garanzia dei diritti individuali delle persone gay e lesbiche, con cui il legislatore è chiamato a confrontarsi: nonostante l'omosessualità non sia più un reato, in Occidente non si è ancora realizzata una reale parità e l'orientamento sessuale è ancora causa di discriminazione e violenze

In the Convention of the right of the Child (CRC) it is stated that all children should be protected from all kinds of violence. However war, social conflicts and climatic catastrophes have placed immigrant children at risk to object for violence. The purpose of this paper is to study how Sweden politically advice actors within the educational field to approach newly arrived pupils in education by placing it in relation to research about violence. What is particularly payed attention to in the policy document is need to oppose the following risks: b) being in risk of exclusion, c) facing perceptions of assimilation, and f) a lack of clear responsibilities amongst the actors assisting the immigrant children. A fuzziness of responsibilities is at time created with concepts such as "the school should". Education for the Other is the most dominant strategy emphasizing that the newly arrived child’s needs in education should be recognized as well as the importance to distribute what is lacking to promote the pupil’s development. The advices do not say anything about the content of knowledge required amongst various actors in order to do analysis of processes. [1170]

Silvia Duranti, Patrizia Lattarulo, Letizia Ravagli

Risorse, esperienza e caratteristiche dell’amministrazione dietro i fondi comunitari dei comuni. La capacità di assorbimento delle amministrazioni nel caso toscano

RIV Rassegna Italiana di Valutazione

Fascicolo: 66 / 2016

The aim of the paper is to explain what are the determinants of Tuscan municipalities’ absorption capacity of European Structural Funds. For this purpose we use a hurdle model which consists of two parts. Firstly, a binary logistic model is used to estimate the probability that a municipality gets at least one project financed with EU structural funds. Secondly, a regression with negative binomial distribution is estimated only for municipalities with at least one project financed, in order to identify the determinants of the number of projects. The results show that the probability of access to at least one European project is mainly influenced by three factors: the demographic size of the municipality, the experience in previous programming cycles and by the geographic area. When it comes to the determinants of the number of projects financed (for those municipalities which got at least one project financed), other factors play an important role. One of these is the adequacy of civil servants both in terms of size and quality, the latter measured by the incidence of graduated civil servants in the municipality. Also economic and financial factors impact on the number of projects financed at the municipality level: the amount of revenues has a positive effect while the presence of deficit and Internal Stability Pact constraints seem to have a negative impact. Even political stability finally appears to have a positive role in the municipality absorption capacity of Structural Funds.

The world of working is changing and the technological transformations are playing a relevant role in this change. In particular, new technologies are making the physical boundaries of traditional offices increasingly permeable, allowing the diffusion of New Ways of Working (Demerouti et al., 2014; Koops and Helms, 2014), such as smart working. This paper, based on a qualitative research and discursive interviews, intends to reflect on the introduction and top-down management of smart working within a banking institution. At the same time, it aims to grasp the role attributed to and played by technology in its implementation. Starting from the two reconstructed stories, I shall show if and how the innovations introduced whereby technologies enable us to work remotely, are changing existing power relations and what control dynamics emerge from the field.

Silvia Doria

Lavorare agile, lavorare da remoto: che genere di conciliazione?

SOCIOLOGIA DEL LAVORO

Fascicolo: 159 / 2021

Le tecnologie stanno cambiando il mondo del lavoro, come mostra la diffusione dei new ways of working (come lo smart working). Il paper, basato su una ricerca qualitativa realizzata in un istituto bancario, intende riflettere su che genere di conciliazione questa nuova organizzazione del lavoro promette e permette ai professionisti intervistati. Tale "approccio proattivo alla flessibilità" sta liberando i lavoratori permettendo loro un miglior bilanciamento vita-lavoro o sta riproponendo alle sole donne un ritorno al lavoro da casa? L’uso diffuso dello smart working, dovuto all’emergenza Covid, rende la questione più rilevante che mai. L’analisi delle storie mette in guardia dagli entusiasmi legati a modelli o ricette preconfezionate e invita a cercare soluzioni su misura capaci di sfruttare le potenzialità dello smart working: ri-conoscere l’eterogeneità delle figure professionali e i loro bisogni e affrontare gli stereotipi di genere che ancora caratterizzano il tema della conciliazione è la prossima sfida.

Silvia Doria

Il Pos: artefatti che (dis)organizzano la sicurezza

STUDI ORGANIZZATIVI

Fascicolo: 1 / 2015

Il presente contributo si propone di riflettere sul tema della sicurezza sul lavoro attraverso uno degli artefatti testuali previsti dal legislatore come strumento di raccolta delle diverse misure di prevenzione e sicurezza da adottare nei cantieri: il Piano operativo di sicurezza (Pos). Attraverso l’osservazione etnografica di alcuni cantieri metropolitani, e grazie allo shadowing dei responsabili di un cantiere, e emersa la natura complessa, controversa e problematica di tale documento che deve essere redatto partendo dal Psc (Piano di sicurezza e coordinamento), esser poi tradotto in Pos e viaggiare verso i cantieri. Dalla ricerca, infatti, e emersa una particolare criticita del Pos: il suo essere spesso scritto attraverso la pratica del "copia e incolla". I piani operativi gia approvati e predisposti per ciascuna situazione specifica - che comprende ogni volta cantieri, attori, materiali, attrezzi, conoscenze e relazioni differenti - vengono talvolta "copiati" senza alcun adattamento alla realta di cantiere alla quale sono destinati, generando confusione e delegittimando in pratica lo stesso artefatto che finisce cosi per esser tradito. Tale pratica puo per esempio avere risvolti negativi sugli operai, inasprendo le complesse condizioni di lavoro e le loro relazioni con i "controllori". Spesso, infatti, la non corretta compilazione di tale artefatto porta a differire nel tempo l’avvio delle singole attivita, con l’accumularsi dei ritardi sull’intera realizzazione dell’opera, che richiedera poi, con buona probabilita, un’intensificazione dei ritmi e dei carichi di lavoro, contribuendo cosi ad aumentare l’esposizione degli operai a eventi infortunistici. Adottando la prospettiva della sociologia della traslazione o Actor Network Theory (Callon, 1986; Latour, 1987; Czarniawska e Hernes, 2005) e stato possibile cogliere quel processo di traduzione al quale sono sottoposte le norme, e con esse (e per mezzo di essi) i loro artefatti, nel passaggio che le fa viaggiare (Czarniawska e Jorges, 1995) dal livello delle policy al contesto delle pratiche di lavoro quotidiane, passando per quello organizzativo che svolge l’importante ruolo di snodo e mediazione (Doria, 2013). Studiando, in una prospettiva Practices-based Studies (Gherardi, 2000; Nicolini, 2012), le pratiche della sicurezza in costruzione, come processo attraverso il quale quotidianamente la sicurezza e messa in pratica e ricostruita nelle relazioni e interazioni che coinvolgono diversi attori appartenenti a mondi professionali differenti tra loro (Nicolini, 2001), le pratiche di costruzione del Pos hanno lasciato emergere un ulteriore paradosso. Le diverse e specifiche visioni (Goodwin, 1994) che gli attori hanno su cio che e o non e sicuro all’interno del contesto locale in cui operano si manifestano e concretizzano anche attraverso le "documentazioni" (Psc, Pos) che hanno lo scopo di veicolare le misure di sicurezza previste per i processi produttivi di una data organizzazione. La mancata conoscenza delle pratiche quotidiane e del contesto locale in cui il Pos viene calato rischia pero di generare un conflitto tale da indurre a modalita di lavoro meno sicure. L’osservazione delle criticita legate all’artefatto-Pos offre dunque interessanti spunti di riflessione sulla complessita del processo di messa in pratica della sicurezza, dove la stessa non puo piu essere considerata soltanto come una situazione in cui "le carte sono a posto".

Silvia Doria

Sicurezza sul lavoro e regolazione: dalle policy alle regole del gioco situate

SOCIOLOGIA DEL LAVORO

Fascicolo: 135 / 2014

Il paper propone una riflessione sul tema della sicurezza sul lavoro e la sua regolazione, attraverso l’osservazione etnografica di alcuni cantieri metropolitani. La riflessione è frutto di una più ampia ricerca il cui oggetto, in una prospettiva Practices-based Studies (Gherardi, 2000), sono le pratiche della sicurezza in costruzione, sia come settore produttivo d’interesse che come processo attraverso il quale quotidianamente la sicurezza è messa in pratica e ri-costruita nelle relazioni e interazioni che coinvolgono diversi attori. Tali attori, infatti, sono caratterizzati da una specifica visione professionale (Goodwin, 1994) di ciò che è o non è sicuro all’interno del contesto locale in cui lavorano. Partendo da tali considerazioni, l’autrice intende evidenziare come, nel caso della regolazione sulla sicurezza sul lavoro, sia possibile la convivenza di spazi di "fallimento/tradimento" - nella relazione tra attori istituzionali diversi a differenti livelli di regolazione (ILO, Unione europea, Governi italiani per esempio) - con spazi di creazione alternativa, creativa e collettiva di regole del gioco situate (in uno specifico contesto di lavoro) che permettono di poter lavorare in sicurezza.

Silvia Doria

La sicurezza in cantiere: negoziare per costruire

STUDI ORGANIZZATIVI

Fascicolo: 1 / 2013

Il saggio presenta i risultati di uno shadowing degli attori della sicurezza sul lavoro condotta in alcuni cantieri per la costruzione di una nuova linea metropolitana della città di Roma. Il presente contributo si propone di analizzare la funzione di mediazione svolta dai responsabili di cantiere (capocantiere e assistente) tra due gruppi professionali tra loro contrapposti: da un lato, il vertice organizzativo che chiede sia di svolgere i lavori nei tempi e nei costi stabiliti, sia di rispettare le norme di sicurezza. Dall’altro, gli operai che vivono, a seguito di tali richieste, una condizione di contraddizione: lavorare bene, in fretta e in sicurezza spesso non può avere una traduzione sul piano delle pratiche se non a scapito del rispetto delle norme di sicurezza. Le pratiche degli operai non sono guidate sempre e solo da una sfida alle norme, da spavalderia, da sprezzo del pericolo, ma spesso è il loro sapere pratico espressione di un mestiere appreso in periodi "legislativi" meno sensibili alla sicurezza ad orientarle. Il capocantiere e l’assistente di cantiere svolgono una quotidiana pratica di negoziazione tra le due posizioni e visioni professionali differenti e non sempre conciliabili. In questo gioco delle parti e messe in scena, soprattutto tra responsabili e operai, emerge la natura processuale della sicurezza, quale competenza sociale che si apprende nella pratica lavorativa.

L’articolo è il prodotto di un’indagine etnografica sviluppata sul territorio di confine della Frontera Sur, che separa l’Africa dall’Europa. L’etnografia è stata condotta sui due lati della frontiera, in Marocco e a Ceuta (Spagna), e ha riguardato l’osservazione e la partecipazione alla vita nei campi di sopravvivenza, di azione e di reclusione di un gruppo di migranti subsahariani in viaggio. Attraverso una metodologia etnografica di raccolta di storie di vita e di viaggio sono stati analizzati i discorsi e le pratiche elaborate dai migranti con lo scopo di pensare e agire lo spazio violento del confine: attraversamenti del muro frontaliero, superamento dei dispositivi di controllo e pratiche di vita negli spazi confinanti. I discorsi dei soggetti e il racconto comune dell’avventura migratoria hanno permesso di far emergere la presenza sociale e politica delle soggettività. Questa presenza è espressa dal grido Boza: categoria emica che permette ai migranti di significare l’agire dinamico, denso e mirato alla riuscita migratoria.

Silvia Di Lisi, Cinzia Novara

L’Italia degli "ancora no": la ricerca delle origini e l’adozione aperta

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 2 / 2017

L’apertura e il diritto dei bambini a sapere sulla loro provenienza genetica sono diventate questioni chiave nei dibattiti circa l’adozione e un significativo cambiamento verso la trasparenza ha preso luogo nel contesto politico italiano. Ma l’ipotesi sulla possibilità di adozione aperta trova ancora vincoli e limitazioni evidenti nella legge di adozione italiana, che tutela il diritto della madre all’anonimato, anziché il diritto di origine e l’identità dei bambini. Tuttavia, recenti ricerche hanno dimostrato l’importanza di parlare attraverso l’apertura in caso di adozione, vale a dire l’atteggiamento della vita familiare a comunicare con onestà e sincerità riguardo la biologia e biografia dei propri figli.

The device of analytic psychodrama with its own peculiar characteristics, according to the method developed by Dr. Lemoine, at the design level, was well suited to the medium to long-term treatment needs of patients in charge of SerDP.The experience itself was innovative with respect to the field of application, it met the design expectations not only from a clinical point of view, but also from an economic point of view.The most important part, however, remains the clinical one, and from this point of view the numbers represented in the tables of the text are also encouraging.An important fact to underline concern the effectiveness of the method in its progress, which not only confirmed the expected expectations, but also exceeded them.From this we can deduce the reproducibility of the experience, which has as an indispensable condition a thorough training of the two psychotherapists involved in its application.

Silvia Di Battista

Diverse e uguali: conoscere le famiglie omogenitoriali attraverso un approccio sistemico relazionale

RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE

Fascicolo: 48 / 2018

Questo lavoro intende esplorare alcuni aspetti psicosociali che riguardano la genitorialità nelle coppie dello stesso sesso, i pregiudizi associati e l’ingresso di queste nuove realtà familiari nella consulenza psicologica e nella pratica psicoterapeutica. L’approccio sistemico relazionale può rappresentare una risorsa importante per conoscere questo tipo di famiglie.

Silvia Demozzi

The "subtle violence" Adultized children and educational challenges

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 1 / 2017

The article focuses on the topic of “adultized” children seen as an expression of a “subtle violence” that Western society plays against new generations. After defining the concept of subtle violence, the article analyses those situations in which childhood risks its disappearance and in which children are treated as “little adults”. What are the challenges this trend poses to the pedagogical thinking? And which are the trajectories that, starting from both micro and macro analysis, can be pursued so that adult society can guarantee the protection and respect of children rights, first of all, the right to have a childhood? Conclusions try to answer – albeit not exhaustively – to these questions, outlining some epistemological paths in order to overstep the great paradox of a ‘’dumb childhood” and for the recognition of its right to be respectfully cared.

Il presente lavoro riporta una rassegna sistematica della letteratura sulla gestione delle risorse umane (RU), e sul suo contributo strategico, all’interno del settore sanitario. Attraverso l’analisi di 57 articoli, sono state esaminate le principali prospettive di ricerca e i modelli teorici adottati, i campioni, le specifiche pratiche RU e la loro relazione con diversi criteri di efficacia organizzativa. Tale analisi ha portato alla comprensione dell’evoluzione della ricerca in questo campo e all’identificazione di importanti direttrici per la ricerca futura e per la pratica organizzativa.