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Donata Gottardi

Tutela del lavoro e concorrenza tra imprese nell’ordinamento dell’Unione europea

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 128 / 2010

L’A. ha dedicato l’analisi all’individuazione dello stato attuale dei confini, a livello di istituzioni europee, tra diritto del lavoro e diritto della concorrenza, nel presupposto di una erosione netta della nostra materia. Molti erano i segnali: la profonda asimmetria sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia che individua funzioni e pone limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Contemporaneamente ha verificato l’esistenza di forti potenzialità di invertire il rapporto tra Europa economica ed Europa sociale. Da un lato, la crisi finanziaria ed economica ha messo in discussione l’idea di mercato autoregolantesi; dall’altro, le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona al sistema delle fonti hanno investito sia la concorrenza, che passa da principio a strumento, sia l’ambito della protezione sociale e del lavoro, proiettato nell’economia sociale di mercato, garantito da una clausola sociale con valenza orizzontale. È l’unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.

Recensioni

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

Maria Cristina Verrocchio, Sarah Miragoli, Sonia Ruggieri

L’intervento psicologico-clinico integrato nei casi di violenza all’infanzia

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

Il contributo presenta un’analisi degli interventi attuati in otto anni di attività di un servizio specializzato nel trattamento di casi segnalati ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio nei confronti di minori. Scopo del monitoraggio effettuato è stato verificare l’efficacia di un modello psicologico-clinico di presa in carico integrata. I risultati favoriscono alcune riflessioni teoriche ed operative riguardanti la validità del modello utilizzato nel trattamento di casi di violenza all’infanzia. Si è confermata l’importanza della valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali quale strumento che orienta l’attuazione del provvedimento più opportuno per il minore, determinando un esito familiare sostanzialmente positivo, pur differenziandosi in funzione della gravità della condizione iniziale di rischio.

Maria Rosa Giolito, Franca Cabutto, Gabriella Valente

Abuso sessuale e maltrattamento sui minori: dall’équipe multidisciplinare alla Procura... Cappuccetto Rosso va in tribunale

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

Presentiamo una riflessione sull’attività dell’équipe multidisciplinare Cappuccetto Rosso attraverso l’analisi dei dati relativi ai casi seguiti dall’équipe dal 1994 al 2006 (206 maschi e 361 femmine) e, in particolare, dei minori coinvolti in un procedimento penale in qualità di parti offese presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torino (167 bambini). L’alta percentuale di archiviazioni presenti nel campione esaminato (64,9%), le frequenti audizioni in condizioni di non protezione e il divario tra i "tempi" del bambino e i tempi della giustizia possono incidere negativamente sulla piccola vittima. Auspichiamo che il nostro lavoro possa contribuire all’elaborazione di modelli di integrazione tra le diverse istituzioni che permettano una sempre più adeguata ed efficace presa in carico del minore.

Laura Seveso

L’affido familiare come strumento di buon trattamento

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

Premessa una breve analisi della normativa vigente in materia di affido e di alcuni dati statistici, nell’articolo si vuole evidenziare la necessità, affinché detto intervento possa avere un’efficacia effettiva anche dal punto di vista riparativo sul bambino vittima di maltrattamento, che l’affido sia preceduto dalla formulazione di un progetto che, tenuto conto della valutazione effettuata su minore e famiglia di origine, possa rappresentare la "sceneggiatura" sulla base della quale si potranno muovere in modo organico e integrato i diversi soggetti dell’affido. Si sottolinea, anche, l’importanza per l’effettivo funzionamento del progetto di una reale interazione tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti nel progetto di affido, alla base della quale non può che esservi una cultura comune in materia di tutela dell’infanzia, frutto di percorsi di formazione condivisi.

Gloria Soavi, Desiree Cobianchi

L’affido familiare strumento di prevenzione e di riparazione: una ricerca sul campo

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

La ricerca condotta su un campione di 74 minori collocati in famiglie affidatarie nella provincia di Ferrara, si interroga in che termini l’affido rappresenti uno strumento preventivo di ulteriori disagi e riparativo delle problematiche che presentano i bambini e gli adolescenti. Attraverso l’analisi del campione e la somministrazione di un questionario articolato agli operatori referenti del caso si sono confrontati i dati relativi alle varie forme di disagio presentate dai minori al momento dell’affido e successivamente in quello della ricerca. I risultati emersi mettono in luce una percentuale rilevante di miglioramenti, in particolare rispetto ai problemi emotivi e di comportamento che si presentavano inizialmente, anche nei casi di maltrattamento ed abuso.

Maria Teresa Pedrocco Biancardi

Famiglie per l’accoglienza: storia e prospettive di una "buona pratica"

MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL’INFANZIA

Fascicolo: 3 / 2010

Il presente articolo riferisce sul percorso svolto da un numero esiguo di persone e coppie (N = 14) che hanno ragionato tra loro per tre anni, con il supporto di un conduttore, sull’esperienza di accoglienza che stanno vivendo. Una parte di loro aveva già concluso un ciclo di genitorialità attiva, aveva già condotto i propri figli all’autonomia piena, alcuni erano nonni o lo sono diventati nel corso dei tre anni di frequenza al gruppo. Ma hanno scelto di rimettersi in gioco con un impegno genitoriale più complesso e problematico del precedente, accogliendo bambini o ragazzi in difficoltà. L’ingresso nella loro famiglia di queste difficoltà e le complicazioni che ne conseguono, sfuggono spesso nella considerazione del servizio che gli affidatari prestano in appoggio ai centri istituzionalmente deputati a svolgere gli interventi di tutela. L’articolo cerca di evidenziarle.

Nei seminari e nei testi più importanti Bion si rivolge al lettore psicoanalista esperto. Non è in nulla e per nulla divulgativo ma intende rendere partecipe l’esperto delle innovazioni tecniche e delle varianti (o invarianti) teoriche a cui la sua pratica di Freud inevitabilmente conduce. L’approccio alla tematica dell’origine lo avvicina al pensiero di Heidegger (al concetto della cura, "all’esserci che deve prendersi cura dell’essere") secondo un percorso non fenomenologico (anche P. Ricoeur è lontano), forse platonico e kantiano, assolutamente vicino alle posizioni della Arendt (e della Kristeva) per quanto riguarda la creatività materna implicita nella rèverie.

Armando De Vidovich

Le parole dell’Altro: musica e inconscio

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

L’articolo esamina gli aspetti che rendono simili il processo di ascolto e interpretazione nel setting psicoanalitico, e quello di ascolto e comprensione di musiche di non facile fruizione, segnatamente quelle dello Schönberg preseriale. Se in entrambi i processi una dinamica di vissuti inconsci produce sequenze apparentemente prive di senso - di suoni o, come nel sogno, di immagini ed eventi - per recuperare nei loro discorsi un significato occluso si può attivare un "ascolto intenzionale", di cui l’articolo delinea le principali caratteristiche.

Jan Slaby

Appunti per una critica delle neuroscienze

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

Questo studio introduce le motivazioni e l'idea sottese al varo recente di un'iniziativa interdisciplinare dal titolo Neuroscienza Critica. (www.criticalneuroscience. org). Si tratta di un approccio che si sforza di capire, spiegare, contestualizzare e - qualora chiamata farlo - criticare, gli sviluppi attuali nel campo nelle neuroscienze e in quei settori sociali in cui tali sviluppi si applicano, allo scopo di creare le competenze necessarie a trattare responsabilmente le nuove sfide e interessi emergenti in materia di scienze del cervello. Neuroscienza critica si rivolge agli studiosi di discipline umanistiche così come (e non si tratta di figure di minore importanza) a coloro che svolgono una pratica in campo neuroscientifico, a chi si occupa di polizze di assicurazione, e a coloro che operano nel settore pubblico in senso lato. La neuroscienza suscita davvero effetti a largo raggio, oppure stiamo collettivamente sovrastimando il suo impatto, a spese di altri importanti vettori di mutamento sociale e culturale? Quali sono i canali e i tramiti grazie ai quali le neuroscienze interagiscono con le idee correnti in tema di personalità, identità e benessere? Inoltre, cosa altrettanto importante, Neuroscienza critica si sforza di rendere i risultati di tali valutazioni, rilevanti per la pratica scientifica stessa. Essa aspira a motivare i neuro scienziati, a lasciarsi coinvolgere nell'analisi dei fattori contestuali, delle traiettorie storiche, delle difficoltà concettuali e delle conseguenze potenziali in connessione con il lavoro empirico. Questo studio comincia ad abbozzare un fondamento filosofico che sostenga il progetto di delineare esempi d'interazione che hanno luogo fra neuroscienze e contesto sociale e culturale nel quale esse sono inserite, esponendo alcune delle assunzioni e dei modelli interpretativi che sottostanno agli approcci dominanti. Un recente lavoro antropologico verrà discusso, al fine di porre i profani nelle condizioni di capire il senso di interazioni de facto interno al sapere neuroscientifico, le sue proiezioni future, nonché la propria auto comprensione. Questo può costituire un primo passo verso una fenomenologia di quella "allure seducente" che le neuroscienze stanno esercitando sia sul mondo accademico sia nell’immaginazione popolare.

Maria Cristina Bacchetta

Il fantasma nelle nevrosi. Due casi

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

Il lavoro che viene presentato riguarda delle riflessioni sul ruolo del fantasma, particolarmente nella nevrosi ossessiva ed anche nell’isteria. Pur tenendo separato il pensiero teoretico di Freud da quello di Lacan essi vengono qui connessi attraverso il supporto di sketch clinici.Trattare il problema del fantasma da un punto di vista clinico non è un lavoro semplice, tuttavia è cruciale per via del suo rilievo nel lavoro clinico. Dal fantasma noi muoviamo al desiderio nelle sue diverse manifestazioni cliniche. Riguardo al lavoro clinico, il fantasma implica una costruzione che è data in quella analisi, con quell’analista. Lo riflessione sui lavori clinici ci consente di approfondire la teoria. E questa è praticamente una prassi dove teoria e pratica si influenzano reciprocamente. Ogni volta noi partiamo da un sostrato teorico per il lavoro clinico e, a sua volta, anche la teoria è influenzata dal lavoro clinico.

Giuseppe Perfetto

Costruzione del Sé in adolescenza: Internet e psicoanalisi

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

L’adolescenza si caratterizza per la conquista dell’identità personale. I socialnetwork presentano una ipertrofia dell’Immaginario a discapito del soggetto. Un pericolo dei social-network potrebbe essere che l’adolescente potrebbe perdersi in una diffusione dell’identità causata da ritorni dell’immagini del Sé scisse e frammentate.

Marco Solinas

Vite svuotate. Per una critica dell’impatto psicosociale del capitalismo contemporaneo

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

Il saggio mira a individuare e delucidare alcuni nessi causali tra il concomitante incremento dei fenomeni depressivi, non solo in senso strettamente clinico, e l’affermazione del nuovo modello capitalistico avvenuti nei paesi occidentali dai primi anni settanta ad oggi. Oltre che sul meccanismo della flessibilità del mercato del lavoro, si insiste in particolare sulle dinamiche paradossali delle istanze etiche e morali della nuova configurazione ideologica. Ricorrendo anche alla categoria di egemonia, vengono da ultimo approntati degli strumenti teorici finalizzati a riattivare i potenziali emancipativi frustrati nella sofferenza sociale di natura depressiva e regressiva.

Francesco Giglio

Il carcere: l’istituzione della pena

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

La prigione nasce nella modernità nel quadro dell’evoluzione del sistema penale e sposta l’oggetto della punizione, dalla precedente azione violenta sul corpo del reo all’attuale contrazione della sua libertà. Nel nostro tempo l’utilizzo di questo strumento si è ampliato a dismisura a trattare, del tutto inefficacemente, disagi sociali di varia natura. L’impegno del sistema penitenziario a mantenere rigorosamente fuori gioco le dimensioni dell’inconscio e della soggettività, lo votano a reiterare il fallimento dei propri obiettivi, giacché come la psicoanalisi insegna, nessun cambiamento dell’individuo è possibile senza la partecipe volontà del soggetto.

Pier Luigi Rocco, Laura Perini

L’onorario: un elemento del setting in psicoanalisi. Il caso di una adolescente in psicoterapia psicoanalitica pro bono

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

In questo articolo è esaminata la situazione della psicoterapia psicoanalitica effettuata in regime di gratuità. Quando, per ragioni economiche, ci si trova a cambiare il setting di lavoro, introducendo una modificazione che esclude il pagamento, possono verificarsi delle variazioni del rapporto paziente/ terapeuta che possono anche aiutare lo sviluppo della persona e delle sue relazioni con gli oggetti interni. Il lavoro si apre con una disamina delle esperienze presenti in letteratura di terapie gratuite, delle cause che possono muovere a lavorare gratuitamente e ai pericoli insiti in esso e segue con una esemplificazione clinica di psicoterapia psicoanalitica effettuata a una adolescente, la cui madre, per ragioni intrinseche al suo rapporto con la figlia, decide di interrompere il pagamento delle sedute.

Roberto Pozzetti

La psicoanalisi e la clinica di frontiera: nuovi sintomi e nuove povertà

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

La psicoanalisi applicata si rivolge oggi a diverse situazioni che esulano dallo studio privato; fra queste vi è quella degli esseri umani in condizioni di disinserimento. Si tratta di soggetti che presentano delle difficoltà nei legami sociali accentuate dalle condizioni socio-economiche di precarietà tanto diffuse in questo momento. Alcuni contesti clinici relativi ai nuovi sintomi e alle nuove povertà costituiscono delle figure emblematiche di tale realtà.

Adriano Voltolin

Il bambino che giocava sempre

COSTRUZIONI PSICOANALITICHE

Fascicolo: 20 / 2010

Sulla base dei concetti di autismo nella formulazione di Meltzer e di rifugio della mente (Steiner), l’autore propone il caso di un bambino di otto anni che, visto per circa cinquanta sedute, propone un complicato gioco attraverso il quale smonta qualche cosa che avviene nel mondo esterno per proporne un rimontaggio che possa essere tollerato dalla sua mente. L’organizzazione patologica che il bambino costruisce ha la doppia funzione di proteggerlo da una realtà insostenibile da un lato e di proporgli un funzionamento onnipotente dall’altro. Il paziente, in questo stato, non essendo in grado di sostenere l’impatto con il mondo, si rifugia nell’organizzazione patologica che si comporta come una mafia mentale (Rosenfeld).

Indici

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 4 / 2010