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Thomas Feliciani, Patrizio Lodetti

La dipendenza intergenerazionale in Italia

SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE

Fascicolo: 103 / 2014

This study is developed within Vern L. Bengtson’s theoretical framework: the western modernization process causes changes to the family’s nuclear structure. One of these changes is the rise of vulnerability concerning two generations, the oldest and the youngest ones, which results in increased intergenerational dependency. This paper aims to determine whether this theoretical approach applies to Italy’s current scenarios. A secondary analysis was carried out on several indicators, including measures of vulnerability and intergenerational dependency. Effects of growing interdependence on the distribution of workload in families will be discussed. The data considered supports the validity of Bengtson’s theory.

In recent decades, the increase in life expectancy, changes in the labour market, and the economic and financial crisis have impaired the sustainability of pension systems in many developed countries. This has lead to the approval of reforms that modify pension systems in the direction of a reduction in the number and generosity of pension benefits, as well as a reduction of the length of the period of receipt. In Italy, given a particularly severe situation - enormous public debt, economic stagnation and demographic decline - a strict law was passed that radically reformed the Italian pension system. This study aims to describe the opinions of European citizens about aging and pensions, based on sets of heterogeneous national and international data (survey Aging, 2011, Eurobarometer surveys, 2001, 2004 and 2012), and to identify the reasons behind opinions that reject or accept the pension reforms.

Serena Liani, Marco Palmieri

La conduzione delle interviste telefoniche: standardizzazione o flessibilità?

SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE

Fascicolo: 103 / 2014

The instructions given to interviewers in research institutes are often aimed at standardizing their behaviour, assuming that this can lead to comparable answers. However, in more recent methodological debates, the recognition of the interactional nature of the interview and the impossibility of standardizing the behaviour of interviewers has led scientists to call for a more flexible approach to how interview are conducted. This article presents the results of a study investigating the procedures put in place by the interviewers conducting telephone interviews and their compliance with the constraints of standardization. The results show strong deviations of the interviewers from the demands of researchers, only in some cases justified by the information obtained in the course of the interaction.

Raffaele Rauty

Ernest Watson Burgess, l’uomo di Chicago

SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE

Fascicolo: 103 / 2014

Ernest Watson Burgess is mostly known as the man of «urban growth» or as the co-author, with Robert Park, of The Introduction to the Science of Sociology. However, his theoretical approach was also connected to issues of parole violation, juvenile delinquency and, significantly, to the debate on methods of research. Burgess, who directed several surveys and had a strong proclivity for case studies and firsthand data, combined his inclination with a strong flexibility in the use of research methods, which emphasized the value of the statistical approach in a positive relationship with William Ogburn, main member of the department of quantitative methods.

Giulia Santoro

Immagine mentale e deficit visivi

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

La ricerca empirica sul Mental Imagery ha approfondito come soggetti non vedenti possano creare un’immagine mentale di cio che non hanno mai visto, o che hanno visto solo prima che sopraggiungesse la cecita; e come riescano, inoltre, a creare una rappresentazione mentale che consenta di muoversi ed orientarsi nello spazio. Nel presente studio sono state valutate anche le differenze fra persone non vedenti e ipovedenti, che hanno invece potuto usufruire di stimolazione visiva, anche se fortemente ridotta. Soggetti non vedenti e ipovedenti possono rappresentare mentalmente uno spazio o un oggetto, senza osservare gli stimoli tramite il senso della vista, ma attraverso altre modalita. I dati della ricerca, che si e avvalsa anche di un campione di controllo di normovedenti pareggiato per eta e genere, confermano che soggetti non vedenti ed ipovedenti hanno competenze sufficienti, seppur ridotte, per produrre immagini mentali e rappresentazioni spaziali. Condizioni sia dello stimolo che del contenuto dell’immagine influiscono sulla possibilita che questa possa essere generata adeguatamente.

Serena Oliveri, Chiara Incorpora, Annalisa Risoli

Le immagini mentali nella riabilitazione cognitiva

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Numerose evidenze dimostrano come l’immagine mentale costituisca una forma di rappresentazione della realta che influenza l’attivita cognitiva e comportamentale dell’individuo. La comunicazione tra il corpo e la mente avviene sotto forma di dialoghi mentali attraverso le immagini. Un’immagine e una rappresentazione interna delle nostre esperienze ed e proprio per questo che possiede in se il potere di determinare un cambiamento nelle nostre percezioni, cognizioni ed azioni sul mondo. Tale potenziale rappresenta un punto di partenza determinante per nuove frontiere legate alla clinica riabilitativa. Tuttavia nella pratica accade spesso che alcuni neghino di utilizzare frequentemente le immagini mentali, prediligendo un pensiero di natura "proposizionale"(verbalizer); altri appaiano dotati per un tipo di immaginazione piuttosto che un altro (visualizer). Al di la di cio l’uso delle immagini mentali si basa su un meccanismo mentale basilare da tutti condiviso, che trae origine dall’esperienza e dall’accumulo in memoria di un repertorio di rappresentazioni sensoriali, o comunque concrete, che possono essere utilizzate per la generazione e manipolazione delle immagini mentali nel recupero delle funzioni cognitive-motorie.

Maria Guarnera, Sabrina Castellano, Santo Di Nuovo

Il mental imagery nell’anziano: quanto incide sul funzionamento cognitivo generale?

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Viene passata in rassegna la letteratura sul Mental Imagery in eta anziana, con riferimento ai diversi processi implicati e agli stimoli proposti. Viene quindi posto un problema metodologico: se e quanto incidono le abilita specifiche di visualizzazione ed elaborazione delle immagini sulla prestazione ai test comunemente usati per la valutazione del decadimento mentale generale: Mini Mental State Examination (MMSE) e Montreal Cognitive Assessment (MoCA). La verifica e stata compiuta in un campione di 199 persone, 90 maschi e 109 femmine, in eta fra 55 e 93 anni. E stata verificata la predittivita del test di immaginazione (punteggio totale del Mental Imagery Test, MIT) e di altre prove somministrate rispetto alla prestazione nel test MMSE e MoCA, mediante equazioni di regressione multipla che hanno confermato la preponderanza delle prove di immaginazione nel predire la prestazione cognitiva generale; questa predittivita e nettamente superiore rispetto alle altre prove cognitive ed anche alle variabili eta e scolarita.

Il training mentale e una tecnica di allenamento basata sulla simulazione mentale di un compito motorio. Questa strategia e utilizzata con successo nell’ambito della psicologia dello sport per aiutare gli atleti ad aumentare le proprie abilita. Nel presente contributo, si descrivono la progettazione e la valutazione di una nuova tecnica di training mentale, il Training Immaginativo-Musicale, che combina l’immaginazione motoria e l’ascolto musicale allo scopo di rendere piu efficace il training mentale stesso. La procedura e stata sperimentata in due diverse discipline sportive: basket e softball. I risultati hanno mostrato che questo approccio integrato ha migliorato la prestazione motoria rispetto alla condizione in cui gli atleti hanno effettuato il solo allenamento fisico, con particolare riferimento alla dimensione del coordinamento.

Anita Angelica

Le capacità immaginative nei musicisti

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

L’indagine neuropsicologica sul rapporto tra musica ed immaginazione mentale parte dall’ipotesi che tale legame possa trovare una spiegazione nella condivisione dei medesimi substrati neuronali da parte di questi processi, in una doppia direzione: la musica favorisce il processo di immaginazione mentale e, questo, a sua volta, influenza le prestazioni musicali. Dopo una rassegna della letteratura sull’argomento, la verifica empirica presentata in questo contributo confronta le abilita di immaginazione e la percezione soggettiva di vividezza in un campione di musicisti e non musicisti. Sono stati somministrati due differenti strumenti, il Mental Imagery Test (MIT) e il Vividness of Movement Imagery Questionnaire (VMIQ) per valutare le prestazioni in compiti di imagery e nelle capacita di vividezza immaginativa. Come riportato da altri studi, le due misure non risultano significativamente correlate. Il gruppo dei musicisti non differisce da quello dei soggetti naive per quanto concerne le abilita immaginative, mentre si registra una differenza statisticamente significativa nella prestazione di vividezza immaginativa. Questa variabile e correlata con gli anni di formazione musicale. In linea con i dati di letteratura, i risultati hanno dimostrato che l’expertise musicale ha incidenza sulla capacita dei musicisti di richiamare (dalla memoria) immagini mentali e di ricrearle, saturandole di quei dettagli che le rendono vivide e vicine all’esperienza reale.

Barbara Colombo, Nicla Mazzucchelli

Le immagini mentali: uno strumento cognitivo per promuovere flessibilità e originalità di pensiero in età evolutiva

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

L’articolo si propone di sviluppare una serie di considerazioni teoriche e pratiche, ricavata da dati di ricerca, rispetto al ruolo che l’immaginazione visiva puo assumere nel promuovere la creativita di soggetti in eta evolutiva. Numerose ricerche riportano come il pensiero creativo in eta infantile sia connesso alle caratteristiche di vividezza e di sintesi delle immagini mentali, ma non all’abilita di trasformarle, che risulta invece essere una capacita tipica del pensiero logico. Coerentemente con questi dati empirici, e stato anche osservato che la generazione di prodotti originali e creativi, puo avvenire per mezzo di una semplice composizione mentale di figure. Pertanto e stato ideato e applicato un training immaginativo rivolto a un campione di bambini di eta compresa tra i 6 e i 10 anni, della durata di cinque settimane. I risultati emersi sono interessanti dato che i soggetti sottoposti al training, sono risultati piu creativi nel compiere la sintesi delle immagini mentali.

Alessandro Antonietti, Santo Di Nuovo

Introduzione

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Greta Mazzetti, Silvia Simbula, Cristina Feduzi, Dina Guglielmi

Dal lavoro al non-lavoro: uno studio sui profili di adattamento al pensionamento

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Questo lavoro e finalizzato allo studio dell’adattamento degli individui che hanno affrontato la transizione al pensionamento. Per indagare le conseguenze del pensionamento e stata utilizzata la scala "Consequences of Early Work Retirement", che valuta l’impatto del ritiro dal mondo del lavoro sugli obiettivi di vita personali, le relazioni familiari e l’integrazione sociale. I dati sono stati raccolti su un campione di 200 partecipanti (eta media = 63.06; ds = 4.32). Mediante cluster analysis sono stati identificati tre profili di adattamento al pensionamento. I risultati della MANOVA e del test del Chi Quadrato mostrano che i profili individuati differiscono in relazione a fattori individuali e correlati al lavoro, le risorse personali e sociali e la soddisfazione di vita e per il pensionamento.

Beatrice Patrone, Linda Pagnanelli, Annalisa Simoncini, Sara Mori, Marzio Maglietta

Differenze di genere, perfezionismo e disturbi alimentari in una popolazione non clinica di adolescenti

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato notevoli differenze di genere nel rischio di sviluppare un disturbo alimentare. In particolare il tasso di prevalenza dei disturbi alimentari e piu basso nei maschi (da 0,4% a 6,5%) rispetto alle femmine (da 3,6% a 17,9%). La maggior parte delle ricerche sull’argomento si sono concentrati su campioni prevalentemente femminili. Nonostante numerose ricerche abbiano evidenziato un incremento della sintomatologia alimentare nei maschi, non sono molti gli studi che descrivono le differenze di genere rispetto al rischio di sviluppare un disturbo alimentare. Inoltre poche ricerche analizzano i fattori di rischio dei disturbi alimentari, come il perfezionismo, specialmente nella popolazione maschile. Il presente studio si propone di esaminare le differenze di genere sia rispetto al rischio di sviluppare un disturbo alimentare sia rispetto a variabili psicologiche correlate alla sintomatologia alimentare in un campione non clinico di adolescenti. Inoltre intende valutare il ruolo del perfezionismo come fattore di rischio per lo sviluppo di un disturbo alimentare e come questo influisca differentemente sul rischio di sviluppare una sintomatologia alimentare nei due sessi. Il campione e risultato composto da 634 soggetti iscritti a una scuola secondaria superiore, di cui 341 maschi (53,8%) e 293 femmine (46,2%). A tutti i partecipanti e stata somministrata l’Eating Disorder Inventory-3 (EDI-3). I risultati hanno mostrato che le studentesse a rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione erano 20 (6,8%), mentre i maschi a rischio erano 5 (1,5%). L’analisi delle differenze di genere ha mostrato che le femmine hanno riportato punteggi significativamente piu elevati dei maschi in tutte le scale, tranne quella del perfezionipiu a rischio di disturbo alimentare rispetto ai soggetti non altamente perfezionisti. L’analisi delle differenze di genere ha evidenziato che, nonostante i soggetti maschi con elevato perfezionismo siano risultati piu numerosi delle femmine con elevato perfezionismo, queste ultime erano maggiormente a rischio di disturbo alimentare. Tenuto conto del recente aumento della prevalenza dei disturbi alimentari negli adolescenti maschi, questi risultati sottolineano l’esigenza di ulteriori studi diretti ad analizzare la peculiarita dello sviluppo dei disturbi alimentari nei maschi.

Francesca Alby, Marilena Fatigante, Cristina Zucchermaglio

Rappresentazioni discorsive dell’impegno domestico e familiare in madri e padri che lavorano

RICERCHE DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2014

Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Questo fenomeno ha comportato sostanziali riorganizzazioni nella vita familiare e nei modi con cui le persone impiegano il loro tempo suddividendolo fra lavoro pagato, tempo libero e attivita familiari. La pressione temporale causata dal coordinare tali diverse attivita e particolarmente pesante nel caso delle famiglie con figli in cui entrambi i genitori lavorano. L’articolo si inserisce in una linea di ricerca che esplora la divisione del lavoro domestico e familiare nella coppia e nel filone degli studi etnografici della vita quotidiana delle famiglie. I risultati, basati su analisi di diari, interviste e di interazioni videoregistrate in famiglia, si focalizzano su: 1) le rappresentazioni da parte di madri e padri delle loro pratiche di gestione e coordinamento delle attivita familiari 2) la natura cognitiva del lavoro che tale attivita di gestione e coordinamento implica, 3) le rappresentazioni identitarie delle madri e dei padri.

A cura della Redazione

Abstract

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Michele Di Sivo

Il secondo Novecento e le fonti giudiziarie: un problema di politica culturale

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Rilevanti da sempre per gli studi storici, gli archivi dei tribunali lo sono e lo saranno molto di piu per la ricostruzione della seconda meta del Novecento italiano. La centralita e l’unicita della violenza politica nel nostro paese, dalla "strategia della tensione" alle stragi della criminalita e del terrorismo, fanno la differenza con gli altri paesi. L’attivita sulla corruzione che la magistratura ha compiuto dai primi anni novanta ha inoltre determinato l’assorbimento tra le carte giudiziarie di interi nuclei di archivi dei partiti politici. La scadenza dei 40 anni, il termine per il passaggio agli archivi di Stato e per la consultabilita degli atti, che si somma ai versamenti anticipati in corso in questi anni, pone il problema della tutela, della conservazione, della valorizzazione di queste fonti. La limitatezza e le difficolta di gestione delle risorse richiedono inoltre la necessita di regolare le scelte non solo col criterio dei tagli dei costi ma con la ponderata valutazione del costo dei tagli.

Emanuela Minuto

Riflessioni sul seminario "Metodi e temi della storiografia sull’anarchismo"

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 275 / 2014

Nel mese di novembre 2013 si e svolto a Reggio Emilia il seminario dal titolo "Metodi e temi della storiografia sull’anarchismo", coordinato da Giampietro Berti e Carlo De Maria. L’incontro e stato concepito come un momento propedeutico a un convegno nazionale tenutosi nel maggio 2014 e ha visto la partecipazione di studiosi di differente formazione disciplinare. L’autrice analizza le principali questioni emerse nelle sette sessioni della giornata con particolare attenzione ad alcune problematiche. In particolare, si sofferma sui principali approcci e metodi praticati dagli studiosi in relazione alle storie complessive dell’anarchismo italiano, alle biografie di quattro generazioni di militanti, ai circuiti informali nazionali e transnazionali e alla dimensione culturale e sociale dell’agire politico.