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A cura della Redazione

Recensioni

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Renzo Salvi

Il caso di Arianna

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Il caso clinico è quello di Arianna, una ragazza di 13 anni che frequenta la III media. Arianna vive sola con la madre dopo la separazione dei genitori. A seguito dell’allontanamento da casa del padre, inizia ad avere problemi con il peso, ingrassa 11 kg e lamenta un calo del tono dell’umore. In questo lavoro descriviamo gli step della psicoterapia in una ragazza che soddisfa i criteri per un disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato in comorbidità con un disturbo depressivo maggiore. L’obiettivo fondamentale del trattamento è stato quello di aiutare la paziente a modificare la relazione con il suo disturbo alimentare, aiutandola, quindi, a sviluppare una sorta di autoconsapevolezza meta cognitiva e, conseguentemente, ridurre la sintomatologia depressiva. Il fine ultimo di questo percorso è stato, dunque, quello di aiuta-re la paziente ad acquisire una modalità di pensiero che la aiutasse ad influenzare in maniera globale il suo modo di definire se stessa e di come sperimenta il mondo.

Monica Mercuriu, Carlo Buonanno

Trattamento della sindrome in Tourette e del disturbo da tic in età evolutiva: presentazione di un caso

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

I disturbi da tic e la sindrome di Tourette vengono classificati nel DSM-V come disturbi ad esordio infantile-adolescenziale. Essi compaiono tipicamente tra i 5 ed i 6 anni, e prima dei 18 anni, e sono caratterizzati dalla presenza di tic, movimenti corporei rapidi, ricorrenti, non ritmici o vocalizzi, che si manifestano in maniera non costante per intensità, frequenza e durata. La sindrome di Tourette, che fa parte dei disturbi da tic, è caratterizzata dalla combinazione di tic motori (della durata superiore ad un anno) e tic vocali. È presente un’elevata comorbilità con il disturbo ossessivo-compulsivo e con il DDAI (disturbo da deficit d’attenzione con iperattività), condizioni che possono precedere o comparire in seguito alla manifestazione dei tic nel bambino. Tali disturbi hanno una risonanza notevole nella qualità di vita dei bambini che ne sono affetti, influenzandone negativamente lo sviluppo affettivo e relazionale. Solo una bassa percentuale di questi casi giunge al trattamento ed una buona parte non viene correttamente diagnosticata. Nel presente articolo verrà illustrato il trattamento di un paziente di 10 anni affetto da sindrome di Tourette, discusse le strategie d’intervento, le tecniche utilizzate ed i fattori di mantenimento del disturbo.

Valeria Semeraro

La condivisione del dolore: l’approccio EMDR in un caso di lutto in età evolutiva

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Il caso clinico presentato è quello di Francesco, un bambino di nove anni, che da due anni ha perso la sorella maggiore a causa di una malattia. Il bambino racconta inaspettatamente alla maestra della nuova scuola ciò che era accaduto due anni prima. Francesco presenta i sintomi di un disturbo post traumatico da stress ad esordio tardivo caratterizzato da persistenti emozioni di colpa e di solitudine ed un comportamento aggressivo e irritabile nei confronti della figura materna e della sorella minore. Il lavoro con Francesco parte dalla costruzione di una solida relazione terapeutica per poi passare all’introduzione dell’EMDR finalizzata all’elaborazione dei ricordi traumatici. Particolare attenzione è stata posta alla relazione tra il bambino e i genitori, anche loro coinvolti, nell’elaborazione del lutto traumatico, al fine di creare le condizioni per condividere il dolore legato alla perdita.

Emanuela Iacchia

I bambini e la malattia: lo psicologo in ospedale

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

L’esperienza di malattia rappresenta per qualsiasi bambino un momento di sofferenza, non solo fisica ma anche emotiva e psicologica. Dover sopportare il dolore fisico conseguente ad alcuni quadri sintomatologici specifici di determinate patologie o ad eventuali procedure necessarie a scopo diagnostico e/o terapeutico mette il piccolo e la famiglia a dura prova. Temi quali quelli delle paure, delle limitazioni alla autonomia personale, dei ritmi giornalieri scanditi dalle esigenze terapeutiche, del contesto ambientale estraneo, dell’allontanamento dalla scuola e dalle altre situazioni di interazione sociale, dei significativi condizionamenti e limitazioni alle relazioni affettive e all’intimità familiare ricorrono in misura diversa, seppur in modo diffuso, tra tutti i bambini e le famiglie che si trovano a vivere l’esperienza dell’ospedalizzazione. In questo quadro, la presenza dello psicologo nel reparto pediatrico rappresenta l’opportunità per la creazione di un sistema di narrazioni condivise tra famiglia, bambino e personale ospedaliero capace di migliorare l’esperienza di cura e accompagnare il bambino e la sua famiglia nel percorso della malattia. Per il bambino è un’occasione per parlare con un adulto competente al quale poter confidare emozioni e parole non dette; per la famiglia un’opportunità per essere accompagnata emotivamente ad affrontare la malattia, diventare un prezioso aiuto al figlio malato e conseguentemente al medico ed al processo stesso di guarigione. Il fine ultimo del servizio è migliorare la qualità di vita di tutto il nucleo familiare.

Katia Aringolo, Laura Di Giunta

L’esperienza del lutto in età evolutiva nel lavoro clinico cognitivo-comportamentale

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Il presente lavoro intende illustrare le reazioni, del bambino e della figura di accudimento rimasta in vita, alla morte di un genitore. Si delineano poi le caratteristiche del processo di valutazione e del procedere terapeutico, descrivendone gli obiettivi, il setting, le modalità di trattamento, le strategie e gli strumenti d’intervento. Nel fare questa disamina si pone un’enfasi particolare sugli aspetti essenziali e le condizioni di base dell’intervento cognitivo comportamentale in età evolutiva che potrebbero costituire un’impalcatura terapeutica adeguata per perseguire gli obiettivi dell’intervento sul lutto in età evolutiva ed implementare l’intervento. Infine si descrive un trattamento specifico basato sull’evidenza empirica (il Family Bereavement Program) per bambini e adolescenti che hanno subito un lutto.

Francesca Manaresi, Annalida Episcopo, Antonella Marianecci, Claudio Paloscia, Loredana Boccia, Alessandro Deiacobis

Le tecniche di video-feedback negli interventi di sostegno alla genitorialità

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Il modo in cui i genitori si prendono cura del proprio bambino esercita un’influenza significativa sul suo sviluppo emotivo, cognitivo, comportamentale e relazionale. Gli studi sui primi mesi di vita, attraverso sofisticate tecniche di videoriprese e di microanalisi dei filmati, hanno permesso di mettere in risalto l’influenza delle dinamiche interattive precoci sui processi di regolazione emotiva così importanti per lo sviluppo dell’individuo. Il riferimento a dati e a tecniche di ricerca e a un approccio multidisciplinare caratterizza la maggior parte dei modelli di intervento clinico sulle funzioni genitoriali. In questo ambito, infatti, i clinici sono chiamati a una valutazione molto accurata delle problematiche considerando in modo integrato tutte le dimensioni implicate (psicologiche, relazionali, e sociali) per organizzare interventi efficaci che rispettino di volta in volta specifiche priorità e risorse a disponibili. L’uso dei video e la tecnica del video-feedback costituisce ormai una prassi consolidata ed efficace nel lavoro clinico sulle funzioni genitoriali che fa riferimento alla teoria dell’attaccamento. Poter considerare anche altri assetti motivazionali permette di comprendere come i processi di regolazione dell’attivazione emotiva, le funzioni cognitive, i sistemi comportamentali entrino in gioco negli scambi relazionali nel corso dello sviluppo. Il lavoro con il video-feedback in questo caso aiuta i genitori a riconoscere gli aspetti centrali delle dinamiche motivazionali attive nei processi relazionali genitori-figli e consente di migliorare la capacita di gestire in modo adeguato le diverse attivazioni emotive, cognitive, comportamentali proprie e del bambino.

All’interno della complessa cornice epistemologica della psicoterapia in ottica cognitivo- evolutiva, l’osservazione diretta del comportamento interattivo dei bambini con i loro genitori rappresenta una parte centrale del processo diagnostico e di assessment in genere. I più recenti sviluppi della teoria dell’attaccamento, ci stimolano ad osservare e concepire le diverse configurazioni d’attaccamento come: specifici pattern interattivi osservabili sul piano comportamentale; specifiche strategie di protezione dal pericolo; specifiche modalità di regolazione degli stati emotivi, ma anche e soprattutto come specifiche modalità di elaborazione dell’informazione su di Sé e sul mondo, modi di usare la mente che apprendiamo tacitamente nella relazione con le nostre figure d’attaccamento, imparando a dar rilievo e a basarci su alcune fonti di informazione (cognitiva o affettiva) piuttosto che su altre. L’ottica cognitivo-evolutiva, ci ha insegnato ormai da tempo a ricercare la salute e la patologia psichica del bambino nelle vicissitudini dei suoi legami affettivi, nella possibilità di conservare nel tempo la continuità e la coerenza dei propri processi auto-organizzativi. La teoria dell’attaccamento, diviene quindi la cornice entro la quale strutturare una metodologia di osservazione delle interazioni diadiche tra adulto e bambino volta a raccogliere dati utili alla definizione del loro funzionamento relazionale (e quindi degli specifici pattern interattivi in atto), ma anche di aspetti rilevanti del funzionamento e dell’organizzazione del Sé del bambino e del caregiver. Nel presente lavoro si approfondirà lo strumento del CARE-Index realizzato da Patricia Crittenden, sia da un punto di vista teorico ma anche nelle sue applicazioni cliniche e di intervento con metodologia di video-feedback.

Alessia Incerti, Davide Nahum

Applicazioni del "Cool Kids Program" di Ronald Rapee per il trattamento dei disturbi d’ansia in età evolutiva

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

Spesso nei servizi di neuropsichiatria infantile è necessario creare liste d’attesa per la presa incarico dei piccoli pazienti in psicoterapia individuale. Le risorse, infatti, non sono sempre pari al bisogno. Emerge la necessità di appoggiarsi a terapie efficaci in tempi brevi, in setting di gruppo. Tra i modelli presenti in letteratura abbiamo scelto il "Cool Kids Program" di Ronald Rapee, un trattamento evidence based la cui efficacia è basata su ricerche effettuate nell’arco di un decennio nelle seguenti strutture australiane: Macquarie University; Royal North Hosiptal e Queensland University. Si tratta di un trattamento che prevede sia una componente comportamentale (psico-educazione dell’ansia ed esposizioni) sia una componente cognitiva (critica e ristrutturazione dei pensieri). Il programma prevede un alto coinvolgimento dei genitori nel trattamento, come evidenziato da Barret et al. (1996); Mendlowitz et al. (1999); Cobham et al. (1998), i programmi cognitivo-comportamentali mirati ai bambini e con una parte del trattamento che coinvolge i genitori portano a risultati più significativi alla fine del programma e nel follow-up a tre e sei mesi. Il "Cool Kids Program" è un trattamento manualizzato, ossia comprende i manuali con i materiali specifici da usare in terapia per tutti gli attori dell’intervento (psicoterapeuta, bambino, genitori). Nel presente lavoro si descrive il protocollo di trattamento "Cool Kids", il modello teorico di riferimento, la struttura dell’intervento e le metodologie di applicazioni, realizzate dagli Autori in centro pubblico e presso studi privati.

Cristiana Patrizi, Valeria Semeraro, Elena Bilotta, Elisa Salvi, Lorenza Isola

Relazione tra abitudini legate al sonno e psicopatologie dello spettro internalizzante in bambini di età scolare: uno studio correlazionale

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

In letteratura non vi sono evidenze di una relazione diretta tra abitudini del sonno e psicopatologie dello spettro internalizzante. Tuttavia, è importante per il clinico includere nella routine l’indagine sugli assetti del sonno dei pazienti. La riflessione su alcune abitudini quali il cosleeping e il bed-sharing, inserita nella più ampia cornice teorica degli stili di parenting genitoriale, va analizzata e compresa all’interno della storia familiare accertando se si tratti di una scelta di vita, di una risposta transitoria a eventi stressanti, o se non sia parte di un più ampio insieme di relazioni familiari psicologicamente disturbate o di problemi psicologici individuali. In tale ottica è stata svolta una ricerca su un ampio campione composto da pazienti fra gli 8 e i 14 anni individuati presso la Clinica di Neuropsichiatria della Sapienza Università di Roma e un campione di controllo composto di coetanei reclutati in alcune scuole di Roma e della Calabria. Lo scopo è comprendere quanto certe abitudini del sonno siano legate, oltre che alla gestione dei problemi del dormire, alla presenza di quadri ansioso/depressivi del genitore e/o del figlio e come tali variabili siano collegate ad un carente percorso verso una sana autonomia e indipendenza del bambino, misurata attraverso la presenza di ansia da separazione, e in modo particolare dall’evitamento di tutte quelle situazioni che richiedono di dormire lontano dai genitori.

Giuseppe Romano

Editoriale

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 34 / 2014

A cura della Redazione

Recensioni

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

Paolo Galuzzi

La perequazione urbanistica. Milano, criticità e rimedi nel caso del PGT 2012

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

Il saggio illustra compiutamente e criticamente i presupposti e i caratteri fondamentali sui quali è stato costruito il progetto perequativo del piano di Milano (la "riforma pragmatica" di un piano ereditato), con riferimento ai tre automatismi del meccanismo perequativo: trattamento unitario delle trasformazioni e della città esistente, indifferenza funzionale, trasferimenti liberalizzati di diritti edificatori. Approfondendo i contenuti rimediali apportati con l’approvazione definitiva: quantitativi (drastica riduzione delle potenzialità edificatorie) e qualitativi (geografia mirata degli atterraggi, nuovi meccanismi incentivanti); unitamente al tema "dell’indice unico", non adeguato se applicato ai tessuti urbani esistenti (indifferenza alla diversità dei contesti), ma che presenta nel caso milanese una reale limitata casistica operativa.

Piergiorgio Vitillo

La perequazione urbanistica. Progetto e crisi del mercato urbano

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

Il saggio, da leggere in maniera coordinata con il saggio di Paolo Galuzzi, si pone l’obiettivo di ricostruire le origini e i caratteri essenziali della perequazione urbanistica, anche con riferimento alle sue concrete attuazioni; ponendo in discussione in particolare due aspetti: se e come la perequazione urbanistica si rapporta al progetto della città contemporanea (assume valore solo se funzionale alla sua definizione); se e come, anche in questa fase di profonda crisi del mercato immobiliare, conserva l’efficacia sperimentata nella fase dello sviluppo urbano (seppur a "efficacia affievolita", rimane uno degli strumenti più utilizzati per l’acquisizione compensativa dei suoli finalizzata alla realizzazione delle dotazioni pubbliche).

Giorgio Goggi

Il PGT di Milano, perequazione, diritti edificatori e diritti dei cittadini

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

Il PGT di Milano, approvato nel 2012, ha introdotto un particolare tipo di perequazione urbanistica, cosiddetta "generalizzata", che consente l’impiego dei diritti volumetrici, generati dalle aree vincolate, su tutto il territorio comunale a prescindere dall’area da cui sono spiccati e dal loro valore relativo. Una fattispecie originale che non ha riscontro nella normativa e nelle precedenti esperienze di pianificazione. Si è voluto prospettare le presumibili ricadute negative - economiche e giuridiche - che l’applicazione di questo istituto potrà causare ai diritti dei cittadini, agli operatori immobiliari, alla gestione della pianificazione urbanistica comunale e dall’attività delle amministrazioni comunali.

Alberto Roccella

Problemi giuridici di un mercato dei diritti edificatori

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

La pianificazione urbanistica genera differenze tra i proprietari delle aree. Queste differenze sono state attenuate, ma non del tutto eliminate dall’evoluzione dell’ordinamento giuridico italiano. La legge regionale della Lombardia n. 12 del 2005 prevede diritti edificatori trasferibili a fini di perequazione urbanistica. Il saggio esamina il quadro giuridico delle differenze legate alla pianificazione e i limiti della perequazione urbanistica, con riferimento al caso del Comune di Milano.i.

Stefano Moroni

Considerazioni critiche su diritti ed indici di edificazione

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

L’articolo discute la questione dei diritti di edificazione considerando tre domande. Anzitutto, qual’è la relazione tra diritti di edificazione e proprietà dei suoli (il diritto di edificazione è qualcosa che viene concesso dal governo locale, oppure il governo locale si limita a vincolare l’uso di un diritto pre-esistente)? In secondo luogo: è preferibile utilizzare lo stesso indice edificatorio per tutte le aree (ad esempio, X metri cubi per metro quadro ovunque), oppure è meglio utilizzare diversi indici per diverse classi di aree? Per finire: è meglio che i diritti di edificazione siano fissi, oppure mobili (vendibili ed acquistabili tra soggetti privati)?

Maria Cristina Gibelli

La perequazione urbanistica "estesa": una anomalia nel panorama internazionale

SCIENZE REGIONALI

Fascicolo: 2 / 2014

Questo lavoro propone alcune riflessioni critiche sul nuovo modello di perequazione "estesa" che è stato recentemente proposto sia dalla riflessione tecnica che in alcune leggi ed esperienze locali. Lo sfondo di riferimento comparativo sono le caratteristiche tecniche e procedurali del Transfer of Development Rights americano dal quale ha tratto alimento la nostra perequazione urbanistica. Del tutto differente appare il caso di Milano dove, nel Piano di Governo del Territorio recentemente approvato, si conferma un modello di perequazione "estesa": la trasferibilità dei diritti edificatori si applica infatti a tutto il tessuto consolidato della città, infrangendo l’implicito equilibrio dei valori fra area di origine e area di atterraggio. In estrema sintesi, la perequazione estesa potrebbe configurarsi come un cospicuo premio alla rendita e alla finanza immobiliare senza adeguati vantaggi per la città pubblica.