L’attuale scenario giuridico-penalistico è caratterizzato da una crescente attenzione al fenomeno della criminalità minorile. In questo ambito, il rischio di recidiva e il consolidamento di condotte criminali negli adolescenti e nei giovani adulti sono questioni di particolare rilevanza. Sulla base di varie disposizioni normative, al giudice penale è richiesta una valutazione prognostica sul soggetto agente, al fine di verificare se si asterrà, per il futuro, dal commettere ulteriori reati. Per altro verso, nel codice penale è previsto un aggravamento del trattamento sanzionatorio per il colpevole, se recidivo. Nei casi in cui l’autore di reato sia un minorenne, questi interrogativi si connotano di maggiore complessità, in considerazione dell’evoluzione psico-fisica che lo stesso sta attraversando. Recenti interventi legislativi nell’ambito del sistema penale minorile hanno stabilito che il tipo di reato commesso può costituire un fattore significativo nel determinare il percorso processuale del minore e le sue possibilità di accesso a misure rieducative. Al di là delle valutazioni giudiziarie strettamente collegate alla tipologia del reato commesso, tuttavia, l’esigenza primaria per il minore è quella di un intervento sulle cause che lo hanno condotto al reato. È essenziale, in particolare, che al minore siano offerte adeguate opportunità di ri-educazione e di responsabilizzazione, al fine di prevenire il consolidamento di comportamenti delinquenziali.