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The article analyzes the recent trends of German historiography in internal security and counterterrorism during 1970s and 1980s. This essay introduces some of the most influencial studies emerged over the last fifteen years on three main spheres. Firtsly, it focuses on the reaction of the States against political extremism and terrorism in Italy and in the Federal Republic of Germany; secondly, on possible institutional responses to international terrorism - prevention, punishment, and cooperative action - ; and finally, on the trasformation of judicial power and the journalistic approach, along with the impact of those two elements on the public opinion. The comparison between the Italian and the German situations is conveyed by a comparative and transnational perspective.

Lorenzo Miazzi, Giulia Perin

Legge n. 94/2009: peggiora anche la condizione dei minori stranieri

DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA

Fascicolo: 4 / 2009

1. Italia e stranieri: un paese "cattivo" anche con i bambini

2. Le modifiche riguardanti i minori non accompagnati

2.1. Il ritorno alla Bossi-Fini e la sterilizzazione del contributo della giurisprudenza

2.2. Profili di incostituzionalità e prevedibili conseguenze delle modifiche normative sul flusso migratorio dei minori non accompagnati e sulla capacità del nostro ordinamento di proteggerli efficacemente

2.3. Minori irregolari con parenti in Italia e conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età

2.4. I minori comunitari non accompagnati che esercitano la prostituzione e il rimpatrio assistito

3. I figli dei matrimoni poligami

4. Le limitazioni ai "ricongiungimenti alla rovescia"

5. Il reato di immigrazione illegale e i minori

5.1. Il trattenimento illegale: un reato che il minore non può commettere

5.2. L’ingresso illegale del minore: un reato inapplicabile

5.3. Il procedimento penale a carico del minore

5.4. Gli effetti della denuncia e della condanna; in particolare, gli effetti che l’introduzione della fattispecie di reato potrà avere in relazione all’art. 31, co. 3, TU 286/98

6. Dichiarazione di nascita e riconoscimento del figlio da parte dello straniero privo di autorizzazione al soggiorno

6.1. La pericolosa ambiguità del nuovo testo dell’art. 6, co. 2, TU 286/98

6.2. Il necessario ricorso all’interpretazione sistematica per rendere il nuovo testo dell’art. 6 TU conforme alla Costituzione e alle Convenzioni internazionali

7. Il diritto all’istruzione dei minori irregolari: i dubbi sollevati dall’art. 6, co. 2, TU

7.1. Cosa si intende per «prestazioni scolastiche obbligatorie»?

7.2. La questione dell’accesso alla scuola dell’infanzia e alla scuola superiore di secondo grado dopo il compimento della maggiore età

7.3. La scuola, anche quella dell’infanzia e superiore di secondo grado, «è aperta a tutti»

7.4. Erogazione di servizi volti a rendere effettivo il diritto allo studio e condizione di irregolarità del soggiorno

8. I limiti dell’attività interpretativa

9. Esercizio effettivo dei diritti fondamentali da parte del minore e dei suoi genitori e reato di irregolarità del soggiorno. L’impossibile convivenza

9.1. La generalizzazione del divieto di segnalazione: una necessità imposta dalla Costituzione dopo i recenti interventi legislativi

Questo Quaderno n. 3 coincide con la conclusione del lavoro legislativo e costituente svolto dal Consiglio Regionale della Lombardia in materia di potestà statutaria della Lombardia, concluso in data 14 maggio 2008 con l’approvazione a larghissima maggioranza dello “Statuto d’Autonomia della Lombardia”, pubblicato il 24 maggio successivo e non opposto per questioni di legittimità costituzionale dal Governo entro il termine del 23 giugno 2008.

cod. 1820.187

Mario Rusciano

Legge sullo sciopero e modello neo-istituzionale

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 121 / 2009

L’a. richiama anzitutto la concezione di Massimo D’Antona circa la modellistica istituzionale, contenuta nella proposta di legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali (divenuta poi l. n. 146/1990), e mette in luce la diffidenza dello stesso D’Antona nei confronti della c.d. "istituzionalizzazione dei processi di autonomia collettiva": grazie alla quale, le concrete restrizioni del diritto di sciopero vengono prodotte dall’autonomia collettiva, ma divengono poi precetti legali, provvisti di sanzione. L’a. critica la tesi di D’Antona, secondo cui il modello neo-istituzionale comporterebbe l’integrazione dell’ordinamento sindacale nell’ordinamento statuale e smentirebbe la prospettiva pluriordinamentale; e si sofferma, infine, sui tre nodi problematici, affrontati da D’Antona: la riserva di legge dell’art. 40 Cost.; la rappresentanza e rappresentatività sindacale; la titolarità individuale del diritto di sciopero.

Riccardo Del Punta

Leggendo «the idea of justice», di Amartya Sen

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 138 / 2013

L’Autore svolge un’indagine sul più recente contributo di Amartya Sen, L’Idea di Giustizia, del quale sono messi in luce i tre principali nuclei tematici (l’approccio metodologico generale, il principio di imparzialità, la teoria delle capacità), per poi esaminarne le potenziali ricadute sul dibattito giuslavoristico. La conclusione, da un lato, è che la teoria delle capacità può ben adattarsi al diritto del lavoro, in quanto possibile sintesi tra i principi di libertà e di eguaglianza. Dall’altro lato, tuttavia, il diritto del lavoro dovrebbe aprirsi maggiormente all’approccio comparativo e pragmatico ed al principio di imparzialità, che sono molto enfatizzati nella riflessione di Sen.

Bruno Caruso

Leggendo Adrian Pabst e John Milbank. Per un diritto del lavoro post-liberale

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 187 / 2025

Il contributo propone una rilettura del rapporto tra impresa e lavoro alla luce della crisi del paradigma liberale e dell’emergere di una sensibilità post-liberale. Muovendo da una diagnosi delle derive tecnocratiche, identitarie e nichiliste che attraversano il pensiero politico e giuridico contemporaneo, si delinea una proposta fondata sulla ricostruzione dei legami comunitari, sulla dignità del lavoro come attività relazionale e generativa, e sull’impresa come istituzione civica. In questa prospettiva, il diritto del lavoro può tornare a essere strumento di democrazia sostanziale e architettura giuridica del bene comune. Lungi dall’essere utopia regressiva, il post-liberalismo propone un ordine sociale fondato su radicamento, reciprocità e partecipazione, capace di rispondere alla doppia crisi – materiale e simbolica – della modernità tardo-capitalista.

Pierluigi Donini

Leggendo Seneca

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

Fascicolo: 2 / 2006

Lesley Caldwell, Angela Joyce

Leggere Winnicott

Una lettura fondamentale per quanti desiderano approfondire l’opera del grande psicoanalista e pediatra Donald W. Winnicott. Il volume raccoglie una selezione di alcuni dei suoi lavori più significativi, preceduti da un inquadramento “storico” nell’ambito delle questioni dibattute negli stessi anni.

cod. 1215.1.34

Arianna De Donno, Valentina Fenaroli, Emanuela Saita

Leggere ad alta voce con figli in età prescolare: una ricerca esplorativa su alcune variabili psicologiche implicate

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2017

Recenti ricerche dimostrano come leggere ad alta voce al proprio figlio, già a partire dal primo anno di vita, rappresenti una forma di promozione della salute del bambino e della relazione tra genitore e figlio. Scarsi tuttavia sono i contributi scientifici che indaghino i fattori associati a tale pratica. La ricerca presentata intende indagare se l’attitudine a leggere ad alta voce si leghi a variabili genitoriali di natura socio-culturale (età, titolo di studio, occupazione) e/o psicologica (stile d’attaccamento, percezione di stress genitoriale). A 225 madri e 140 padri di bambini di 3-6 anni sono stati somministrati: una scheda sull’attitudine a leggere ad alta voce; una scheda per la raccolta di informazioni socio-anagrafiche; l’Attachment Style Questionnaire (ASQ); il Parenting Stress Index (PSI-SF); una domanda sulla rappresentazione di benessere del proprio figlio. I risultati rivelano come le madri con attitudine alla lettura abbiano un titolo di studio più elevato, mostrino uno stile d’attaccamento meno distanziante e una minor percezione d’avere un "bambino difficile". Queste madri sono, inoltre, più portate a rappresentarsi il benessere del bambino in termini relazionali. Nei padri l’attitudine a leggere ad alta voce si lega ad uno stile d’attaccamento più sicuro. I dati ottenuti consentono di osservare come elementi di natura psicologica e relazionale siano fortemente coinvolti nella lettura ad alta voce. Tale pratica sembra, pertanto, legata alla capacità genitoriale a "stare nella relazione" e alla ricerca di attività piacevoli e gratificanti da svolgere con il figlio.