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Viene ripercorso sinteticamente lo sviluppo delle ipotesi psicoanalitiche sulla genesi dell’aggressività in Sigmund Freud e in alcuni autori successivi che hanno affrontato questo tema in psicoanalisi. Seguendo in parte la traccia contenuta in un saggio del 1981 di Gian Vittorio Caprara, vengono presi in rassegna in ordine cronologico alcuni dei principali scritti di Freud per esaminare la evoluzione del suo pensiero sulla pulsione aggressiva, che culmina con il saggio del 1920 Al di là del principio di piacere. Vengono poi brevemente presentate le posizioni dei seguenti autori, che spaziano dai primi anni del XX secolo fino ai giorni nostri: Alfred Adler, Anna Freud, Melanie Klein, Wilhelm Reich, Otto Fenichel, Heinz Hartmann, Erich Fromm, Heinz Kohut, Otto Kernberg, Joseph Lichtenberg, Drew Westen, e Peter Fonagy. Schematicamente, la pulsione aggressiva (chiamata anche, secondo le diverse formulazioni, istinto di morte, thanatos, mortido, ecc.) è stata spiegata con due ipotesi di base: come causata da un fattore interno (aggressività innata o istintuale) o da un fattore esterno (aggressività come reazione alla frustrazione). Viene suggerito un superamento di questa dicotomia, anche perché in parte legata a concezioni dello sviluppo della mente non aggiornate alle più recenti acquisizioni in campo neurobiologico che prevedono un intergioco continuo, fin dalle prime ore di vita, tra sviluppo del cervello e stimoli ambientali