Parto da un’osservazione centrale nell’intervento di Voltolin, riguardante, secondo una sua espressione, il declino della dimensione del patto simbolico. Cosa vuol dire "declino del patto simbolico"? Effettivamente è una dimensione che trovo centrale per comprendere l’epoca contemporanea. J. Lacan, che è stato evocato in diversi interventi, già nel ’38 diceva che la società occidentale è caratterizzata da una sorta di decadenza progressiva del mito del padre, da una sorta di oblio del Nome del padre, di oblio della funzione paterna. Che tipo di soluzione è l’Edipo? Perché questa soluzione oggi non tiene più? L’Edipo è la soluzione di un conflitto tra l’esigenza del soddisfacimento pulsionale e l’esigenza della legge, ovvero l’esigenza simbolica di porre un limite alla spinta della pulsione. Il bambino è posto come ciò che completa l’essere della madre e a sua volta il bambino, ecco la follia fallica, dice sì alla domanda materna e, nel primo tempo dell’Edipo, vuole essere quell’essere che completa l’essere della madre. È insensato rinunciare al soddisfacimento pulsionale. Questo è il tratto epocalmente inedito che investe, in qualche modo, la clinica della psicoanalisi, e cioè che la dimensione del sacrificio si mostra come assolutamente inutile. L’imperativo dell’Altro sociale inneggia al godimento, non al sacrificio, e tutte le nuove patologie che caratterizzano una delle dimensioni più attuali della clinica hanno a che fare con questa funzione sregolata del comando superegoico come spinta al godimento. È quello che J.A. Miller ha chiamato: "il cinismo contemporaneo": il soggetto cioè non si rapporta alla legge, né all’Altro del patto simbolico, ma si rapporta in modo esclusivo all’esigenza del suo proprio godimento. Questo dà luogo ad una sorta di convulsione della domanda di cui offre un paradigma clinico la bulimia.