LIBRI DI ROBERTA IANNONE

This essay aims to verify the existing combination of low levels of sustainable peace and the SARS-CoV-2 pandemic. The hypothesis we want to support is that the aforementioned panemic wouldn’t have become a world crisis had there been greater investments in social and environmental issues, which are the sources of sustainable peace. The applied methodology is preceded by a brief description of the different meanings of and the interdependencies between sustainable development and peace, a reflection on the main reports, both national (Italian Min-istry of Health, Italian National Statistical Institute) and international (UN, UNPD, IMF, WHO, IEP) and a quantitative supplementary analysis of their guidelines insofar as pandemic-related sustainability and sustainable peace are concerned. Our goal is to prove how much needed and no longer deferrable is a reading able to reconcile factors that are different from each other when it comes to their nature and content. Such factors are environmental pollution, climate change, cultural and structural violence, inequalities within individual States and be-tween States.

This essay aims at investigating what role capitalism, in its ideal-typical logic, plays in times of pandemic crisis. The research hypothesis consists in abandoning a one-sided idea of capital-ism, which is the dominant one in the neoliberal version, to recover, instead, that of “creative destruction”, as the most constitutive logic of the phenomenon from its origins and also the most promising for scientifically explaining the relationship between capitalism and pandem-ics. Attempts will be made to demonstrate the scientific inconsistency of a reading that rigidly and dogmatically sets antithetical interpretations of capitalism against each other, and to con-struct, instead, one that combines the possibility of divergences. Finally, the question will arise as to what implications can be drawn from this incidence of the logic of creative destruction in capitalism and whether this is such as to impose deterministic results, as well as supposedly at the level of common sense or generalization, or whether there is still room for manoeuvre and guidance by science and politics in particular.

The article examines the most salient works in which the sociologist Werner Sombart saw the dimension of globality as a social element, constitutive of mo- dernity and its future. The aim is to understand the role of globality, as an idea and a phenomenon, in the constitution in all aspects of society (economic, political, cultural, anthropological). The Works to which the article refers show a global society, one that goes from the time of Sombart to the present day, as the author had already envisioned in all their potentialities and criticalities.

I saggi si interrogano su diversi aspetti della crisi attuale e discutono i migliori modelli interpretativi. Dalla teoria dell’attore alle teorie della transizione; dalle degenerazioni del capitalismo e del liberalismo al ruolo dell'Europa; dalle implicazioni sociali della scienza alle trasformazioni che investono il mondo del lavoro; dalla formazione ai vissuti delle giovani generazioni, viene tracciato un percorso che coniuga teoria e ricerca sociale, osservazioni rigorose e immagini di un mondo migliore.

Lo studio analizza, dal punto di vista sociologico e nell’esame delle dinamiche dello sviluppo, le modalità con cui il territorio romano si organizza rispetto ai criteri di competitività, inclusione e crescita. Si considerano in particolare come riferimenti guida quelli ritenuti determinanti per lo sviluppo sostenibile in una società postmoderna: capacità di agire, opportunità, servizi e strumenti, diritti, competenze. L’analisi considera anche il confronto tra Roma e altre aree metropolitane italiane ed europee e valuta politiche, strumenti, servizi e condizioni dell’economia e della società romana rispetto al tema guida della competitività dei sistemi locali attraverso i dati della Camera di Commercio, delle organizzazioni di impresa, della banca dati Excelsior, dei Fondi interprofessionali e dei dati sul lavoro e sulla formazione istituzionali.

Il volume mette in luce alcuni aspetti significativi dell’epoca della contingenza, che preannuncia una cultura per molti aspetti diversa, nella quale si confrontano la rigida forza dell’economia, presentata come forza creatrice di un ordine nuovo, e la “sete di vita” delle nuove generazioni, “dionisiaca”, demolitrice di ogni tradizione e di ogni autorità, ma nello stesso tempo ferma nel godere gli ultimi piaceri della società del benessere.

Il rischio clinico è ormai una locuzione di uso corrente e per gli studiosi è diventata una categoria analitica consolidata. Nello sfondo è presente il rapporto vivo e vitale tra salute e malattia nella concretezza del rapporto medico-paziente. Il volume propone strategie per superare diffidenze e corticircuiti comunicativi, per ricostruire, sulla base di un bene particolare quale la salute, il profilo di nuove e più feconde alleanze terapeutiche.