LIBRI DI PASQUALINO ALBI

Pasqualino Albi

La contrattazione sindacale nella programmazione per lo sviluppo

GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI

Fascicolo: 91 / 2001

L'A., in base all'analisi della concreta esperienza applicativa, individua, nell’ambito dei patti territoriali e dei contratti di area, una funzione nuova esercitata dall'autonomia collettiva. Patti e contratti possono considerarsi come forme di partecipazione del sindacato ad una funzione pubblica (quella di sostegno allo sviluppo economico e di promozione dell'occupazione). Gli accordi conclusi dalle parti sociali da un lato svolgono le tradizionali funzioni del contratto collettivo, dall'altro costituiscono il tassello di un procedimento mirato ad erogare risorse pubbliche per promuovere lo sviluppo e l'occupazione. Le soluzioni predisposte dalle parti sociali appaiono dotate di un significativo grado di stabilità e si sono sviluppate secondo una dinamica sostanzialmente governata da soggetti sindacali che, pur riconoscendosi negli assetti contrattuali del Protocollo del luglio 1993, hanno fissato, con riferimento ad una situazione specifica, non ancora regolata da altre fonti convenzionali, le coordinate delle attività negoziali svolte a livello locale. Il nodo critico di patti e contratti è rappresentato dalla fragilità istituzionale dell'attuale sistema di contrattazione collettiva. L'esigenza di un quadro regolativo si avverte con forza ancora maggiore se si pensa alla disciplina di patti e contratti. L'apertura che questa legislazione opera verso l'autonomia collettiva rivela infatti una sostanziale indifferenza rispetto ai soggetti sindacali e ai contenuti degli accordi e può tradursi in un vero e proprio vuoto. La disciplina di patti e contratti e la sua attuale esperienza applicativa dovranno continuare ad essere osservate senza trascurare quel complesso e mutevole scenario composto da frammenti sparsi di contrattazione territoriale e di "federalismo contrattuale" di cui si conoscono in realtà ancora pochi dettagli. Su questo piano è necessario ripensare le coordinate del sistema contrattuale, confrontandosi con una lettura attualizzata dell'art. 39 Cost., per definire criteri di uniformità in base ai quali la contrattazione territoriale possa svilupparsi senza alimentare deprecabili fenomeni di concorrenza al ribasso e di alterazione dell'equivalenza delle condizioni di vita nel territorio nazionale.