LIBRI DI VINCENZA CAPONE

Vincenza Capone

Ripensare alle competenze a scuola: un cambiamento organizzativo e non solo

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2023

Viene proposta una riflessione sulle competenze non cognitive a scuola e sulla necessità di cambiamento di tipo organizzativo e cultu-rale che l’introduzione di tali competenze comporta. Un particolare focus verrà dato al ruolo degli insegnanti come leva per il cambiamen-to.

Guido Capaldo, Vincenza Capone

Programmare e gestire progetti nelle organizzazioni delle PA

Una “guida” snella per i project manager “occasionali”

Un testo appositamente pensato per tutti coloro che, operando nelle strutture della PA (prevalentemente in aree non tecniche), sono chiamati ad assumere, temporaneamente, il ruolo di responsabili di progetti. Il libro illustra i concetti base e “snelli” supporti metodologici che, insieme ad alcune fondamentali skills personali e relazionali, possono aiutare gli APM a “districarsi” in un ruolo per loro insolito e quindi a mitigare i rischi di insuccesso.

cod. 1065.190

Leda Marino, Cristina Curcio, Ilaria Marinaro, Morena Mosca, Vincenza Capone

Emergenza da COVID-19 e benessere psico-sociale degli operatori sanitari: una revisione sistematica della letteratura

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 2 / 2021

L’emergenza da COVID-19 pone le organizzazioni sanitarie di fronte ad una sfida e com-porta un sovraccarico lavorativo degli operatori senza precedenti. Medici e infermieri non solo sono stati sovraesposti al rischio contagio, ma si sono ritrovati anche ad affrontare una com-pleta riorganizzazione del lavoro e le poche risorse a disposizione, connesse a nuove modalità di relazione e comunicazione con colleghi e pazienti, l’isolamento, l’utilizzo continuo di DPI, hanno scandito una nuova quotidianità con potenziali conseguenze sul benessere lavorativo e mentale degli operatori stessi. Obiettivo di questo lavoro è stato quello di sistematizzare i prin-cipali studi che hanno indagato il benessere e il malessere degli operatori sanitari durante la pandemia, mediante una revisione sistematica della letteratura. Sono emersi tre nuclei tematici principali: (1) stress lavoro correlato e malessere psicofisico; (2) differenze di ruolo e caratteri-stiche sociodemografiche nel fronteggiamento delle emergenze; (3) training, supporto e forma-zione organizzativa. Differenze sono emerse in termini di ruolo, età e reparti di afferenza. I ri-sultati propongono una riflessione sulle pratiche da impiegare per il sostegno degli operatori sanitari impegnati dell’emergenza COVID-19 e le successive fasi, che tengano conto delle dif-ferenze di genere, del ruolo e del setting professionale. Interventi individuali finalizzati al con-trollo dello stress, supporto di gruppo e una cultura improntata al coinvolgimento sembrereb-bero essere quelli maggiormente efficaci nella prevenzione dei rischi psico-sociali durante la pandemia. Tra i limiti del lavoro, la presenza di studi principalmente cross-sectional e prove-nienti da realtà geografiche e organizzazioni sanitarie molto differenti tra loro.

L’obiettivo dello studio è stato quello di indagare il ruolo di mediazione del Work-Study Conflict (WSC), considerato dalla letteratura un rischio psicosociale, nella relazione tra perce-zioni di autoefficacia studentesca e lavorativa e performance accademica (auto-riferita). Sono stati somministrati due questionari self-report all’inizio del semestre accademico (T1, N=134) e dopo sei mesi comprensivi di una sessione d’esame (T2, N=100), a studenti-lavoratori part-time iscritti a differenti corsi di laurea delle università campane. È stato implementato un mo-dello di path analysis con l’ausilio del software Mplus 8.0. In linea con le ipotesi il WSC è risultato mediatore totale della relazione tra autoefficacia lavorativa e performance accademica e mediatore parziale della relazione tra autoefficacia studentesca e performance. In un’ottica di sostegno alla carriera degli studenti l’università è chiamata a mettere in pratica strategie di in-tervento per la promozione del benessere e che facilitino la conciliazione tra i differenti ruoli che gli studenti stessi si trovano a ricoprire. In quest’ottica, lo studio si propone di evidenziare alcune variabili che vanno a facilitare la conciliazione studio-lavoro, migliorando l’efficacia nella prestazione.

Vincenza Capone

Il Work-Study Conflict degli studenti universitari: quali relazioni con il benessere?

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2018

L’obiettivo dello studio è quello di indagare le relazioni tra Work-Study Conflict (WSC), benessere mentale e performance accademiche di studenti-lavoratori. Si vuole inoltre approfondire il ruolo dell’autoefficacia studentesca e professionale, del sostegno sociale percepito e dell’engagement accademico per queste variabili, tenendo conto del genere e dell’età. È stato somministrato un questionario self-report, all’inizio del semestre accademico (T1, N = 77) e alla fine dopo una sessione d’esame (T2, N = 54), a studenti, lavoratori part-time È stato testato un modello di path analysys con l’aiuto del software MPLUS 7. I risultati hanno evidenziato come l’engagement, l’autoefficacia studentesca e il supporto dei colleghi di lavoro, al tempo 1, siano predittori negativi del WSC e positivi della performance accademica, rilevati dopo sei mesi. Solo l’autoefficacia lavorativa (T1) è risultata un predittore del benessere al (T2). Nessuna correlazione è emersa tra WSC e benessere. Questi risultati sostengono la necessità, per chi si occupa di orientamento e placement degli studenti universitari, di rafforzare le percezioni di autoefficacia e l’engagement per migliorarne le performance, il benessere e ridurre il WSC. I risultati evidenziano inoltre l’importanza della dimensione lavorativa (in termini di sostegno e autoefficacia) per il benessere e per la gestione dei conflitti di ruolo.

In una prospettiva di medicina centrata sul paziente, l’aderenza alla terapia è determinata da diversi fattori psico-sociali che riguardano sia il medico che il paziente: la costruzione di una buona relazione, una comunicazione efficace, il sentirsi rispettato dal proprio medico sono alcuni di essi, soprattutto nella medicina generalista. L’obiettivo principale del lavoro è quello di indagare le relazioni tra autoefficacia comunicativa dei pazienti, stili comunicativi del medico di base, così come percepiti dal paziente, salute mentale positiva (benessere emozionale, psicologico e sociale), malessere psico-fisico e aderenza alle cure. Ulteriore obiettivo è stato quello di evidenziare eventuali differenze di genere per le variabili considerate. Sono stati contattati 60 pazienti di età compresa tra i 18 agli 80 ed equamente distribuiti per genere, subito dopo un colloquio con il proprio medico di medicina generale e dopo 15 giorni dallo stesso. È stata implementata una Path Analisys per verificare le relazione tra le diverse variabili. I risultati hanno evidenziato un ruolo centrale dell’efficacia comunicativa del paziente per l’aderenza e il benessere psicologico. Per quel che riguarda lo stile comunicativo del medico, così come percepito dal paziente, il problem solving, il rispetto e l’ostilità (con segno negativo) sono risultati un predittore significativo dell’aderenza alla terapia. Quest’ultima è risultata un fattore protettivo dal malessere psico-fisico. Sono emerse differenze per genere e per livello di istruzione. I risultati, oltre a fornire evidenze empiriche sul ruolo dell’autoefficacia comunicativa per il benessere dei pazienti in un setting complesso come quello sanitario, forniscono elementi utili per training finalizzati al miglioramento delle communication skills di medici di medicina generale e pazienti.

Giovanna Petrillo, Daniela Caso, Vincenza Capone

Un’applicazione del Mental Health Continuum di Keyes al contesto italiano: benessere e malessere in giovani, adulti e anziani

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 2 / 2014

Secondo il Mental Health Continuum (MHC) di Keyes le persone si collocano lungo un continuum che va da presenza (Flourishing) ad assenza di benessere (Languishing). Numerosi studi hanno identificato il posizionamento sul MHC di adulti e adolescenti (americani, africani, nord europei). L’obiettivo principale di questo studio è stato di verificare l’applicabilità del MHC nel contesto italiano e di indagare le relazioni tra Salute Mentale Positiva e Malessere Psicologico (Two Continua Model). Hanno partecipato alla ricerca 1.438 persone con un’età tra i 18 e gli 89 anni (M = 47.12 anni, DS = 19.9; suddivise per fasce d’età in giovani, adulti e anziani), equamente distribuite per genere. Ai partecipanti è stato somministrato un questionario self-report che comprendeva, oltre all’Italian Mental Health Continuum-Short Form, altre scale volte a rilevare le variabili psicosociali oggetto di studio. Dai risultati è emerso che il 31% dei partecipanti ha una salute mentale positiva (Flourishing), l’11% dei partecipanti non ha una salute mentale positiva (Languishing), la maggioranza (58%) possiede una moderata salute mentale. In linea con quanto suggerito dalla letteratura, i flourishing (e coloro che hanno una moderata salute mentale) presentano bassi livelli di malessere psicologico, non sono depressi e non denunciano disturbi psicofisici. Lo studio evidenzia anche differenze significative per genere e per età. Tali risultati comprovano l’applicabilità del Mental Health Continuum anche nel contesto italiano e forniscono elementi utili alla messa a punto di programmi di promozione della salute per quelle fasce della popolazione - donne, giovani e anziani - in cui la salute mentale è più compromessa.

Questo lavoro si è posto l’obiettivo di indagare la relazione tra soddisfazione lavorativa, efficacia collettiva percepita riferita alla comunicazione ospedaliera e senso di appartenenza all’azienda in operatori sanitari ospedalieri evidenziando anche le differenze di genere, di ruolo (medici vs infermieri) e per azienda di afferenza. Ulteriore obiettivo è stato quello di indagare la relazione tra le variabili summenzionate riferite al contesto lavorativo e variabili riconducibili alla sfera personale, quali la soddisfazione per la vita e la percezione di sostegno familiare e amicale. Hanno partecipato 180 operatori sanitari equamente distribuiti per ruolo e afferenti a tre strutture sanitarie campane, differenti in termini di risorse e infrastrutture. Agli operatori è stato somministrato un questionario self-report per rilevare le variabili oggetto di studio. I risultati hanno evidenziato una relazione positiva e significativa tra la soddisfazione lavorativa e tutte le variabili considerate. Per quel che riguarda le differenze tra gruppi, effetti significativi sono emersi dall’effetto principale del ruolo e dell’azienda ospedaliera di afferenza. Si è riscontrato inoltre un effetto multivariato significativo dell’interazione tra "Ruolo e Azienda Ospedaliera di afferenza". La ricerca qui presentata ha sottolineato il ruolo del senso di appartenenza e dell’efficacia collettiva riferita alla comunicazione per il benessere personale e professionale degli operatori, evidenziando inoltre la necessità di interventi differenziati per ruolo e per contesto.

Vincenza Capone, Daniela Caso, Anna Rosa Donizzetti, Giovanna Petrillo

La promozione del benessere in ospedale: il punto di vista delle partorienti in interviste narrative sul "momento nascita"

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 2 / 2012

L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di indagare il punto di vista delle partorienti su aspetti centrali per il proprio benessere e per la qualità della vita in ospedale, in una prospettiva di ricerca-intervento. Hanno partecipato alla ricerca 21 neo-mamme, ricoverate in un ospedale campano, sollecitate a rispondere alle domande di una intervista narrativa. La trascrizione delle interviste è stata sottoposta a una procedura di analisi testuale, con l’ausilio del software T-LAB. I risultati hanno evidenziato differenti posizionamenti tra le donne al primo parto vs le altre, nonché tra le donne al secondo parto vs quelle al terzo/ quarto parto. Questi risultati contribuiscono sul piano concettuale ad arricchire di nuovi nuclei problematici la ricerca sul tema e hanno favorito la realizzazione di un intervento formativo mirato al personale ospedaliero della struttura coinvolta, finalizzato ad incrementare i livelli di benessere delle partorienti tramite una revisione critica delle pratiche professionali.

Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all’azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo è stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l’autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l’autoefficacia sociale e il burnout. È stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianità di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. È stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all’azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l’anzianità di servizio nello stesso ospedale.

Vincenza Capone

Percezioni di efficacia comunicativa e burnout dei medici ospedalieri

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 2 / 2011

Questo lavoro si propone di indagare le convinzioni di efficacia personale e collettiva nella comunicazione e il burnout in medici ospedalieri. Lo studio vuole inoltre approfondire le relazioni tra l’efficacia comunicativa personale e collettiva, il burnout e altre variabili psicosociali, quali l’autoefficacia sociale e il senso di appartenenza all’azienda ospedaliera. Un ulteriore obiettivo è quello di verificare se le variabili considerate sono predittori delle dimensioni del burnout. Sono stati contattati 286 medici che lavorano in aziende ospedaliere del Sud Italia, a cui è stato somministrato un questionario self-report. I risultati mostrano il ruolo protettivo, per il benessere dei professionisti della salute, delle percezioni di efficacia comunicativa personale e collettiva. L’autoefficacia percepita nella comunicazione medica risulta infatti negativamente e significativamente correlata con il burnout; le percezioni di efficacia collettiva risultano negativamente correlate con la mancanza di realizzazione professionale degli operatori. Infine tra i predittori negativi del burnout ritroviamo l’efficacia comunicativa personale e collettiva e il senso di appartenenza all’ospedale.

Numerosi lavori mostrano l’efficacia dell’HAPA Model nell’adozione di comportamenti salutari, pochi però sono gli studi che ne hanno verificato l’applicabilità ai comportamenti di dipendenza, quali il consumo di tabacco. Questi comportamenti sono infatti più difficili da ricondurre a un controllo personale soprattutto in età adolescenziale, a causa degli effetti derivati dall’astinenza fisica, oltre che da fattori psicologici e sociali. L’obiettivo del presente lavoro è di verificare l’applicabilità del modello al comportamento tabagico, esaminando quali variabili della fase volitiva influenzano il consumo di sigarette in adolescenti fumatori che hanno intenzione di smettere. Lo studio ha coinvolto 128 adolescenti contattati presso scuole medie superiori. Al fine di verificare il modello nella fase di specifico interesse sono state condotte una serie di path analysis, i cui risultati mostrano che le variabili considerate influenzano negativamente il consumo di sigarette negli adolescenti. Si evidenziano, inoltre, risultati diversificati in base alla classe frequentata.

Doctor’s self-efficacy perception in communication with patient: a survey among Campanian hospital doctors - Self-efficacy beliefs are an important basis for action: to analyze physicians’ and patients’ communicative self-efficacy perception is the first step to understand how they relate. However, in the literature, there aren’t specific studies on the subject. In light of this background a survey was conducted, which aims to explore specific issues within doctor-patient relationship, in the eyes of hospital doctors, with the aim of investigating their communicative self-efficacy beliefs and the role they attribute to communication. Twenty hospital doctors working in five public Campanian hospitals were interviewed. Through a computerassisted qualitative data analysis the contents of the transcripts of the interviews were analysed. The results of this study contribute to bring new conceptual topics to the research on the subject and to outline the methodological framework against which to build an instrument for assessing doctor’s communicative self-efficacy; finally, in a operational dimension, they will encourage the creation of targeted training

Key words: doctor-patient communication, communication self-efficacy, hospital, interview, computer assisted qualitative data analysis

Parole chiave: comunicazione m-p, percezioni di autoefficacia comunicativa, ospedale, intervista, analisi del testo software-assistita

Giovanna Petrillo, Daniela Caso

Promuovere la salute nei contesti educativi

Comportamenti salutari e benessere tra gli adolescenti

Il volume intende promuovere la salute nella scuola, aderendo all’ottica bio-psico-sociale sostenuta dell’OMS. La proposta consiste nell’assumere una prospettiva positiva nei confronti della salute, finalizzando l’attività al miglioramento degli stili di vita e del benessere percepito, insistendo sull’im-portanza di incidere in un’età peculiare per le sue problematiche evolutive quale l’adolescenza.

cod. 1240.313

Giovanna Petrillo, Vincenza Capone

La comunicazione di crisi: il caso dell'influenza aviaria

IKON

Fascicolo: 53 / 2006

La comunicazione di crisi: il caso dell'influenza aviaria - This study analyses the Italian government institutional communication’s strategies to face "avian phenomenon", in order to assess the efficacy of communication by different messages with reference to the supplying subjects’ declared purposes and the target range. Four different initiatives, implemented during the period November-December 2005, were considered: an informative booklet, a placard, a spot and a press release. According to Fabris’ model (1992), the different communication strategies were analysed, by heeding the medium specificity, with reference to: content; accessibility; graphic aspect; potential impact on the target range. On the whole the strategies missed their goal. In fact, while the placard was positively assessed, the other strategies had some negative elements, that is the complex language and the low clarity of the press release and the booklet, and the too ironic content and the long duration of the spot.