A partire dagli anni 1930, la psicoterapia della Gestalt si è sviluppata dalla psicoanalisi attraverso l’integrazione di altre influenze: la psicologia della Gestalt e la prospettiva olistica, la fenomenologia e il pragmatismo americano, le avanguardie artistiche berlinesi e in seguito newyorkesi, l’attivismo sociale e politico. Due concetti centrali di questo approccio sono la concezione del sé come processo emergente e la prospettiva di campo. In quest’ottica, l’esperienza del terapeuta e del paziente sono influenzate delle tensioni intrinseche alla situazione, cioè dalle intenzionalità del campo, che tendono a completare il processo di assimilazione di quanto non è stato attraversabile. La psicopatologia emerge nell’incontro come assenza, cioè difficoltà a essere pienamente presenti. Il processo terapeutico implica una partecipazione patica e corporea da parte del terapeuta, che lascia emergere quanto spinge per prender forma ed essere integrato. Viene presentata una vignetta clinica per illustrare i tre paradigmi (mono-personale, bi-personale e di campo) utilizzabili per descrivere il cambiamento in terapia, e viene discussa una seduta terapeutica alla luce della teoria del campo.
Keywords: Psicoterapia della Gestalt; Psicopatologia; Teoria del campo; Sé; Atmosfera