Crisi della geografia

Yves Lacoste

Crisi della geografia

Geografia della crisi

Edizione a stampa

24,50

Pagine: 160

ISBN: 9788820434694

Edizione: 6a edizione 1991

Codice editore: 620.21

Disponibilità: Fuori catalogo

Geografia dei professori, geografia dei mass media, geografia degli Stati Maggiori. E ancora: geografia regionale e "nuova" geografia, approccio tradizionale e approccio quantitativo. Cosa hanno in comune questi insiemi di conoscenze, questi metodi di ricerca? a che cosa servono? a chi servono? li libro di Lacoste, senza pretendere di dare una risposta univoca a questi interrogativi, ha comunque il pregio di sollevarli e di scandagliarli con decisione, squassando con determinazione, scientifica e politica a un tempo, il fragile apparato epistemologico che sorregge la geografia più o meno ufficiale. Sotto questo intervento di taglio e di punta molte false certezze si dissolvono, molti miti (quello della "cerniera tra le scienze della terra e le scienze sociali", quello della "funzione di sintesi") si intaccano, molte antiche consuetudini d'indagine svelano le loro esili radici di equilibrismi accademici. E si delinea intanto, sotto le più o meno mentite spoglie di una disciplina noiosa e prolissa, l'insieme reale di una conoscenza strategica, necessaria per l'appropriazione e la gestione del territorio e per il controllo delle genti che vi sono insediate. La consapevolezza del ruolo fondamentale di un tale sapere è stata gradualmente occultata alle masse, è stata portata fuori della scuola e degli organismi di ricerca nel momento stesso in cui le classi non dirigenti guadagnavano l'accesso a queste istituzioni: ne sono risultale un'impostazione disciplinare piattamente descrittiva - sostanzialmente inutile - e una produzione di ricerche nei cui confronti gli stessi ricercatori appaiono del tutto alienati. La consapevolezza della funzione delle conoscenze geografiche, dei vari perché che le innervano, è rimasta invece nella cittadella del potere - militare, politico, economico -, facendo della geografia un formidabile strumento di conquista e di oppressione.

Il testo di Lacoste propone una presa di coscienza generalizzata del processo di espropriazione del sapere geografico perché si possa dar vita a una strategia di risposta e si possano realmente avviare un controllo ed una coscienza popolari dei valori ambientali.

Introduzione all'edizione italiana, di Pasquale Coppola
1. A che serve la geografia? A niente?
2. Dalla cortina fumogena della geografia dei professori allo schermo fantasmagorico della geografia come spettacolo
3. Miopia e sonnambulismo nell'ambito di una spazialità differenziale
4. La geografia dei professori: frattura con ogni genere di pratica per inculcare l'ideologia nazionale
5. La messa a punto di un potente concetto-ostacolo: la "regione"
6. Uno spirito che ama definirsi "terra-terra", un rifiuto di teorizzare e di polemizzare per non porsi problemi epistemologici
7. Assenza di polemica, mancanza di vigilanza nei riguardi della geografia
8. Uno spazio "trascurato" da Marx
9. Le difficoltà dell'analisi marxista in geografia
10. L'analisi dei problemi urbani: esordi di una geografia marxista o fine della geografia?
11. Dallo sviluppo della geografia applicata alla New Geography
12. Geografi più o meno proletarizzati e ricerche parcellizzate confiscate dal potere?
13. Per una geografia della crisi
14. "Abbasso la geografia tecnocratica! " Si fa presto a dire ...
15. Questi uomini e queste donne che costituiscono "oggetti" di studio
16. Bisogna che la gente sappia qual è lo scopo delle ricerche di cui è oggetto
17. Nelle scuole superiori si comincia a prendere a calci il paravento ideologico
18. In un clima ostile, s'inizia finalmente una grande polemica epistemologica
19. Saper pensare lo spazio per sapervisi organizzare e per combattervi
Note di Pasquale Coppola
Della funzione strategica della geografia attraverso qualche immagine di Pasquale Coppola


Contributi: P. Coppola

Collana: Geografia umana