Fine pena mai.

Paola Fereoli, Annalisa Pelosi

Fine pena mai.

Le famiglie delle vittime di omicidio in Italia

L’Italia non ha ancora adeguato il sistema legislativo per la tutela delle vittime di reati gravi, come indicato dalle politiche internazionali, nonostante gli omicidi intrafamiliari o per relazioni sentimentali abbiano subito un incremento allarmante. Il volume ha interrogato sette familiari di vittime di omicidio per comprenderne i bisogni e analizzare i possibili supporti da fornirgli per ritrovare un nuovo equilibrio.

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 200

ISBN: 9788856838923

Edizione: 1a edizione 2011

Codice editore: 287.31

Disponibilità: Discreta

Pagine: 200

ISBN: 9788856865240

Edizione:1a edizione 2011

Codice editore: 287.31

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Negli ultimi decenni il Consiglio d'Europa e l'Unione europea hanno posto in risalto i reati gravi, tra cui gli omicidi, promulgando diverse disposizioni per la tutela della vittima e dei suoi familiari a cui gli Stati membri sono stati invitati a conformarsi.
L'Italia è uno tra gli ultimi Stati europei a non avere ancora adeguato alle politiche comunitarie ed internazionali il proprio sistema legislativo, giudiziario e istituzionale. L'attuale legislazione del nostro Paese prevede solo fondi di solidarietà, peraltro non esaustivi rispetto alle reali necessità, a favore di alcune tipologie di vittime: terrorismo, criminalità organizzata, estorsioni, usura e vittime della strada.
I familiari delle vittime di omicidio volontario sono esclusi.
In Italia mancano ancora studi sistematici sulle condizioni e i bisogni dei familiari di vittime di omicidio, nonché sugli effetti generati da questo evento tragico: tuttavia, le ricerche provenienti da altre realtà, prevalentemente statunitensi, confermano la gravità e la complessità delle conseguenze subite dalla cosiddette surviving families e la derivante necessità di supporti materiali, psicologici, medici, giuridici e sociali.
A fronte di queste premesse sono presentate sette testimonianze di parenti stretti di vittime di omicidio in Italia che si raccontano dopo la tragedia: da esse emergono quali conseguenze e nuovi bisogni siano stati originati, di quali supporti necessitino le famiglie superstiti, quali aiuti le istituzioni potrebbero porre in essere nella fase acuta, a medio e lungo termine.
Le voci dei testimoni urlano l'estrema necessità di sostegno materiale, psicologico, giuridico e sociale. Tali supporti vengono invece riferiti come assenti o denunciati come inadeguati alla gravità dei diversi casi tanto da rendere plausibile l'ipotesi di una seconda vittimizzazione: i familiari percepiscono di doversi difendere dallo stesso sistema istituzionale che avrebbe invece il dovere di tutelarli.

Paola Fereoli, psicologa, è libera professionista.
Annalisa Pelosi, psicologa, è ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Parma.

Alessandro Bosi, Presentazione
Prefazione
I familiari delle vittime
(Evento traumatico e risposta soggettiva al trauma; L'impatto dell'omicidio sulle famiglie delle vittime)
Statistiche e legislazione a favore delle vittime di reati gravi
(Premessa; Gli omicidi in Italia: statistiche; Le politiche europee; La legge L.A.V.I. in Svizzera: un esempio concreto di attuazione della legislazione; In Italia)
Testimonianze
(Premessa; Laura, sorella di Daniela; Luca, fratello di Gianni; Rosanna, madre di Simona; Marco, figlio di Anna e Pietro; Giuly, madre di Jey; Elena, sorella di Monica; Riflessioni; "Era più di una sorella". Un'intervista narrativa)
Ringraziamenti
Riferimenti bibliografici.

Contributi: Alessandro Bosi

Collana: Criminologia

Argomenti: Criminologia

Livello: Studi, ricerche - Textbook, strumenti didattici

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