Pianificazione e incertezza: elementi per la valutazione e la gestione dei rischi territoriali

Scira Menoni

Pianificazione e incertezza: elementi per la valutazione e la gestione dei rischi territoriali

Edizione a stampa

33,00

Pagine: 256

ISBN: 9788846402158

Edizione: 1a edizione 1997

Codice editore: 1810.1.8

Disponibilità: Nulla

Frane, alluvioni, terremoti, incidenti chimici: sono alcuni dei grandi rischi che sconvolgono la vita di chi li subisce e balzano sulle prime pagine dei giornali, ponendo interrogativi quali di "chi è la colpa?'', "che cosa si può fare per prevenirli in futuro?'', "che cosa si sarebbe potuto fare ma non si è fatto?''. Approfondendo il tema, andando oltre le impressioni istantanee del post-disastro, ci si accorge che le risposte non sono altrettanto scontate delle domande.

Le persone "comuni'' chiedono sempre più spesso di essere tutelate da questi rischi, che sentono al di fuori della loro capacità individuale di dominio e di controllo, e che giustamente alcuni hanno definito "rischi collettivi'', per distinguerli da quei rischi dove responsabilità e torti individuali possono essere indicati con relativa facilità.

Questo volume parte dal riconoscimento del ruolo essenziale che la pianificazione territoriale può e deve svolgere nell'ambito delle strategie di prevenzione. Tanto più se si prende atto della dimensione territoriale della maggior parte dei rischi collettivi, i cui effetti travalicano i luoghi e i sistemi puntuali che li hanno generati.

L'elemento chiave sul quale la pianificazione territoriale deve agire è la vulnerabilità, intesa come propensione di quanto è esposto ad una fonte di pericolo a subire danni. L'analisi della vulnerabilità diventa quindi uno strumento operativo per individuare le debolezze (ma anche i punti di forza) dei vari sistemi sociali, territoriali e dello spazio fisico, per quanto attiene sia alle loro caratteristiche intrinseche sia alle loro reciproche relazioni.

"Il meno è il più" diceva il grande maestro del Razionalismo Moderno Mies Van der Rohe: è spesso nei "dettagli", soprattutto quelli relativi alle connessioni tra sistemi e tra parti diverse di uno stesso sistema, che si annidano più frequentemente le cause dei disastri, ma forse anche la possibilità di prevenirli.

Scira Menoni lavora presso il Dipartimento di Scienze del Territorio del Politecnico di Milano. Fin dall'inizio della sua esperienza lavorativa si è dedicata al tema del rapporto tra la pianificazione territoriale e urbanistica e la prevenzione dei grandi rischi, nell'ambito del quale ha collaborato con alcune amministrazioni pubbliche e mantiene rapporti di ricerca con diversi enti, quali l'istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, il Centro Comune di Ricerca di Ispra e l'lstituto per la Ricerca sul Rischio Sismico del CNR di Milano.

Prefazione di Bruna De Marchi
Introduzione di Maria Cristina Treu
PARTE PRIMA Concetti e strumenti metodologici
1. Il quadro di riferimento
1 . Assunti di partenza
2. Le "scienze esatte" e il concetto di rischio
2. Definizioni di rischio
1. Definizioni di rischio
1.1. Per una definizione di rischio territoriale
2. E' impossibile isolare il rischio dal suo contesto
3 . Rischio naturale e rischio tecnologico: perché separarli?
3. Per una definizione di rischio territoriale
1. Definizione di rischio territoriale
2. Che cosa intendere con danno territoriale?
3. Il concetto di vulnerabilità
3.1. Vulnerabilità come propensione al danno
3.2. Strumenti per la valutazione della vulnerabilità
4. La valutazione della vulnerabilità nelle politiche di prevenzione
4. Verso una politica territoriale di prevenzione dei disastri
1. Il piano come strumento di mitigazione
2. Possibili strategie di attenuazione dei livelli di rischio
3. Strumenti per la pianificazione nelle aree a rischio
4. Considerazioni sugli standard e su alcuni parametri utili nella pianificazione
PARTE SECONDA - I casi studio
5. Casi studio di rischio sismico, alluvionale e chimico
1 . Struttura dei casi studio
2. Il terremoto dell'Alaska, 1964
2.1. Impatto
2.2. Emergenza e ricostruzione
3. I disastri alluvionali e le esperienze di piano a Tulsa, Oklahoma
3.1. II problema delle alluvioni negli Stati Uniti
3.2. Cicli di impatto e ricostruzione
4. I1 rischio chimico a Love Canal
4.1 I lunghi tempi dell'emergenza
4.2. La ricostruzione
4.3. Lo studio di impatto per Love Canal e il problema normativo
4.4. L'innovazione legislativa dopo Love Canal e Bhopal
6. Elementi emersi dai casi studio
1. Efficacia e limiti delle politiche di ricostruzione adottate
1.1. I1 concetto di incubatore del disastro
1.2. Lo scenario come strumento di analisi e di verifica
1.3. L'evoluzione normativa e legislativa
2. Permanenza o trasferimento dopo un disastro?
3. Valutazione di impatto ambientale e analisi di rischio
PARTE TERZA - Elementi per un'indagine su casi italiani
7. Alcune riflessioni sul trattamento dei grandi rischi in Italia
1. Uno sguardo alla legislazione italiana in materia di grandi rischi
2. L'alluvione piemontese del novembre 1994
2.1. Analisi dell'evento
2.2. Alcuni elementi di vulnerabilità emersi
2.3. La carenza di strategie per ricostruzione
Postfazione di Elisa Guagenti Grandori

Contributi: Maria Cristina Treu, Bruna De Marchi, Elisa Guagenti Grandori

Collana: Uomo, ambiente, sviluppo

Livello: Saggi, scenari, interventi