E' vero che in Italia mancano ingegneri e ricercatori?
Questa è una domanda che di frequente si sente rivolgere chi opera nel campo della ricerca e dello sviluppo e si occupa delle così dette «risorse umane».
In un paese in rapida evoluzione, abituato ad avere problemi di disoccupazione intellettuale, una simile richiesta sorprende e sembra dettata da eccessiva preoccupazione per il futuro.
Sorprende meno quando i colleghi di altri paesi esprimono concordi gli stessi timori ed informano sui provvedimenti che hanno in atto per far aumentare il numero del personale qualificato locale oppure per assicurarsi ricercatori provenienti da altri paesi.
Nella prima parte di questo lavoro si presentano i provvedimenti adottati da altri paesi, si esamina la situazione italiana e si offrono delle prudenti previsioni sul fabbisogno futuro di ricercatori; nella seconda parte si analizzano le trasformazioni del ruolo del ricercatore nel contesto dell'evoluzione aziendale.
Sveva Avveduto, svolge attività di ricerca nel campo della politica scientifica e della formazione ed in particolare delle interconnessioni tra scienza, tecnologia e settore educativo.
Maurizio Rocchi, economista, svolge attività di ricerca sugli aspetti statistici, economico-finanziari, tecnologici ed istituzionali del settore scientifico.
Anna Maria Scarda svolge attività di ricerca nel campo della politica scientifica, in particolare su ruolo del settore pubblico e sugli aspetti relativi alle risorse umane e finanziarie destinate alla scienza.
Massimo Tomassini svolge attività di ricerca nel campo della formazione in rapporto ai processi di innovazione. E' ricercatore presso l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), partecipa ai programmi comunitari di formazione Comett ed Eurotecnet.
I tre primi autori sono ricercatori presso l'Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del Consiglio nazionale delle ricerche, componenti di commissioni e gruppi di ricerca nazionali ed internazionali (Ocse, Comunità europea).