La filosofia di Heinrich Rickert rappresenta un momento significativo e per molti aspetti esemplare di un periodo storico di sincretismo, in cui le molteplici correnti filosofiche contemporanee, dall’ultimo decennio di fine ’800 ai primi anni del ’900, si sono incontrate, confrontate e allontanate. Oltre ai richiami alla logica (Sigwart, Ueberweg, Lange, John Stuart Mill), al pragmatismo (Dewey) e alla filosofia della vita (Dilthey), il neokantismo rickertiano assume dalla fenomenologia di Husserl impostazioni problematiche, elaborazioni concettuali e terminologia con le quali ridisegna il trascendentalismo kantiano in chiave funzionale ponendo sempre in primo piano il significato della validità. L’argomentazione rickertiana, inoltre, mantiene sempre vivo un dialogo intrinseco con la produzione filosofica immediatamente precedente e contemporanea, confrontandosi, sulle diverse questioni sollevate, di volta in volta con Paulsen, Riehl, Windelband (i suoi maestri), Lask (il suo allievo), Avenarius, Brentano, Christiansen, Cohen, Drobisch, Fries, Frischeisen-Köhler, Husserl, Lange, Lipps, Lotze, John Stuart Mill, Münsterberg, Schuppe, Sigwart, Ueberweg, Volkelt, Wundt.
Nella ricezione italiana si è spesso messo l’accento sul ruolo dei valori, presentando nei manuali la filosofia di Rickert come
filosofia dei valori. Confermando questa impostazione generale, tuttavia, la ricerca non volge tanto alle implicazioni culturali di una elaborazione concettuale del valore, quanto alle condizioni filosofiche della sua realizzazione, nella consapevolezza che la posta in gioco non riguarda la morale o le sue esplicazioni etiche, bensì la gnoseologia e l’ontologia insite nel trascendentalismo kantiano. Ci si interroga allora su questioni come: cosa significa gnoseologicamente valere o validità? Dove si colloca il significato della validità in un’apprensione conoscitiva? Come si riconfigura il trascendentalismo kantiano in base alla funzione del senso? Ci si appresta quindi a un’analisi decisamente tecnica e filologica del neokantismo rickertiano con lo scopo di dare loro una risposta soddisfacente che presenti nei dettagli un modello trascendentale originale e ancora poco conosciuto nella filosofia italiana (dalla
Premessa).
Luca Oliva ha un incarico di collaborazione alla didattica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Le sue pubblicazioni si rivolgono ai significati dell’ontologia nelle modalità filosofiche contemporanee (particolarmente neokantismo e fenomenologia) cercando di determinarne le forme generali di significatività. Lavora nella redazione della rivista “Magazzino di Filosofia”.