
Gli scenari sociali attuali sono profondamente cambiati e questi mutamenti hanno trasformato le singole soggettività. È aumentata l’incertezza, la precarietà, l’attesa negativa del futuro e questo mina il benessere individuale, creando un clima diffuso di instabilità. La rivoluzione digitale, inoltre, ha trasformato la realtà, facendola divenire una caleidoscopica e istantanea successione di eventi di difficile elaborazione cognitiva. In questi contesti effimeri e instabili, la psicologia positiva aiuta gli individui a ritrovare il proprio benessere, attraverso una costruzione cognitiva di esso. In altri termini, nell’ambiente contemporaneo nel quale ci sono sempre meno certezze, costruire mentalmente dei punti fermi, attraverso una visione positiva di se stessi, degli altri e della realtà, costituisce la base ideale sulla quale edificare il proprio benessere. Affinché questo possa accadere, i bambini fin dalle prime fasi della loro vita devono essere educati a coltivare il benessere e a sviluppare la resilienza, intesa come capacità di elaborare e superare gli eventi critici. In questo agire educativo i contesti scolastici e familiari hanno un ruolo determinante. Nello specifico, la scuola deve educare le nuove generazioni a sviluppare quelle peculiarità che consentono ad ognuno di stare bene con se stesso, con gli altri e nell’ambiente in cui vive.