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Giovanna Russo

Gli urban game: pratica creativa della brand communication

SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

Fascicolo: 47 / 2014

Gli urban games rappresentano nel contesto contemporaneo un fenomeno emergente in quanto linguaggio nel quale l’attività ludica riscopre nuovi significati e funzioni socio-culturali. Basati sull’interazione tra i partecipanti e gli spazi pubblici cittadini, essi si stanno affermando come nuovi ambienti di comunicazione e di marketing. Il loro scopo è infatti quello di coniugare pratiche ludiche e situazioni impreviste volte a coinvolgere i giocatori in azioni di buone pratiche sul territorio urbano. Su queste premesse l'autore descrive le campagne pubblicitarie di due noti brand che hanno utilizzato l’attività di gioco urbano nella forma di "caccia al tesoro" come strategie di rinnovata relazione con il proprio brandspcape.

Lella Mazzoli

Editoriale

SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

Fascicolo: 47 / 2014

A cura della Redazione

Abstracts

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Andrée Bella, Andrea Galimberti, Emanuele Serrelli, Alessia Vitale

Dossier. Gregory bateson ha ancora qualcosa da insegnare?

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Gregory Bateson è una fonte costante di rinnovamento per il nostro pensiero. Gli effetti profondi dei suoi scritti sono qui esemplificati da quattro parole chiave: CREATURA, MAPPA, METAFORA e GRAZIA. I movimenti correlati a queste quattro parole chiave sono esplorati in diversi campi: pedagogia, ricerca biografica, filosofia, scienze naturali, psicoterapia. In consonanza con l’insegnamento di Bateson, questi campi sono connessi l’uno con l’altro, e con la vita e l’esperienza. Le riflessioni sulla vita, sulla conoscenza, sul racconto, sulla bellezza assumono in Bateson una unità unica e ricorsiva che non smetterà di alimentare e di alimentarsi.

Se le prime phänomenologischen Interpretationen condotte da Heidegger nei primissimi anni Venti (1921-1923) hanno riguardato l’analisi delle Etiche e della Metafisica aristotelica, è significativo osservare come, a partire dal biennio 1924-1925, l’interesse del filosofo inizi a riguardare anche la Retorica. Muovendo dall’analisi dell’idea aristotelica di ???????a, intesa come Miteinandersein, egli così sviluppa una peculiare lettura dell’“altro” in senso spaziale, che pare riemergere, assieme a tale concetto, tra le pagine di Sein und Zeit (1927).

Nicola Zippel

Time and subjectivity in husserlian phenomenology

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Il saggio intende illustrare le forme basilari della relazione complessa tra temporalità e soggettività nella fenomenologia di Husserl. Dopo una breve descrizione delle caratteristiche di base della coscienza del tempo descritte nelle Lezioni sul tempo, si focalizzerà l’attenzione sulla questione della soggettività assoluta delineata in alcuni passaggi del testo. Ciò consentirà di indagare più estesamente le riflessioni fondamentali elaborate da Husserl nelle sue ricerche di Bernau e nelle indagini successive condotte negli anni Trenta. Nel fare questo si analizzerà il tema della particolare temporalità dell’ego e le sue relazioni con la coscienza intesa come flusso, facendo particolarmente attenzione al ruolo giocato dalla nozione di materia (hyle). Come risultato si mostrerà che la relazione tra tempo e soggettività non è né unilaterale né uniforme, ma assume piuttosto molte figure di riferimento, a seconda dei diversi livelli di costituzione. Attraverso uno schema generale si tenterà infine di delineare le forme di base di tale relazione multiforme.

Michela Summa

Enacting perception: the relevance of phenomenology

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

In questo saggio intendo comparare le descrizioni della percezione date da E. Husserl e Alva Noë. Focalizzando l’attenzione sulla descrizione dell’apparizione prospettica, intendo argomentare che per entrambi gli autori la percezione viene compresa in termini di attività dinamica esperta e di processo di scoperta. Intendo sostenere che l’indagine fenomenologica delle strutture intenzionali della coscienza percettiva possa completare la visione dinamica della percezione offerta dall’enattivismo. In particolare, questa indagine fenomenologica consente di fare luce sulla temporalità del processo percettivo e sulle sue relazioni con la spazialità, e di caratterizzare la natura specifica dell’attività percettiva.

Alexander Schnell

Temporalità iletica e temporalità noematica in Husserl

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Focalizzandosi sui Manoscritti di Bernau (1917-1918), questo saggio sfida la netta distinzione tra una fenomenologia noetico-noematica, e quindi puramente formale, del tempo, e una fenomenologia altrettanto puramente materiale della hyle primordiale. Partendo da una discussione critica delle due interpretazioni principali della coscienza interna del tempo - ossia quella di Brough-Sokolowski e quella di Zahavi - l’autore intende mostrare come l’intento della fenomenologia husserliana del tempo sia di superare il livello della temporalità immanente e quindi di raggiungere il livello ultimo costitutivo della temporalità pre-immanente (parte I). A questo livello, è possibile trovare una forma differente di correlazione noetico-noematica, descrivibile attraverso ciò che l’autore chiama "fenomenologia costruttiva", che Husserl sviluppa precisamente nei Manoscritti di Bernau (parte II). Questa costruzione possiede due facce: una noetica e una noematica. La prima può essere compresa come un processo primario con una "struttura nucleare", mentre la descrizione della seconda introduce una nuova interpretazione della relazione tra noema e hyle tramite il concetto di "forma noematica" (parte III).

Nicolas De Warren

The anarchy of sense: husserl in deleuze, deleuze in husserl

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Mettendo in pratica il metodo deleuziano del discorso indiretto, questo saggio vuole realizzare un confronto reciproco tra Deleuze e Husserl. La prima parte del saggio indaga la teoria deleuziana del senso nella quattordicesima serie di Logica del senso. In discussione è la comprensione husserliana del noema, che annuncia il paradosso del senso come entità non-esistente, la cui natura anarchica e ambigua sfida qualunque opposizione tradizionale (ad es. l’opposizione soggetto-oggetto) e motiva il "superamento" dell’ontologia da parte del pensiero trascendentale. L’autore mostra come la critica deleuziana della concezione husserliana del noema intenda pensare il senso come un evento precedente la struttura noetico-noematica dell’intenzionalità. Ciò richiede, a sua volta, di liberare l’evento del senso dalla coscienza, e di pensarlo come un campo trascendentale impersonale, senza la forma di una coscienza sintetica personale o un’identità soggettiva. La seconda parte è dedicata ad un’analisi dei Manoscritti di Bernau di Husserl, la quale cerca di mostrare come l’ipotesi di Deleuze relativa al campo trascendentale sia già all’opera nella riflessione di Husserl sulla coscienza temporale.

Dan Zahavi

Il tempo del sé

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Questo saggio tenta un’indagine della relazione tra il tempo e il sé, attraverso la comparazione di due differenti modi di pensare tale relazione, che entrambi assumono come costitutiva del sé. Il primo è rappresentato dalla descrizione narrativa del sé, il secondo dalla descrizione esperienziale o fenomenologica del sé. La descrizione narrativa insiste sull’importanza del tempo narrato, e quindi dell’essere autore della e nella costituzione dell’identità del sé. Al contrario, l’approccio esperienziale si concentra sulla struttura temporale del proprio flusso di coscienza, e quindi sottolinea l’essere proprietario dell’esperienza vissuta, vale a dire della prospettiva in prima persona della propria esperienza vissuta. Dopo aver sostenuto che nessun resoconto del sé possa ignorare la struttura temporale di base dell’esperienza, e che per questo motivo l’approccio esperienziale è il più fondamentale, nelle conclusioni l’autore suggerisce che tale prospettiva, da sola, sia incapace di dare una descrizione completa dell’identità del sé, specialmente per ciò che concerne l’identità umana. Di conseguenza, l’approccio esperienziale dovrebbe essere integrato con quello narrativo.

Klaus Held

Esperienza temporale generativa

PARADIGMI

Fascicolo: 2 / 2014

Questo saggio mette a fuoco l’esperienza generativa del tempo. Insieme al ritmo periodico dell’esperienza quotidiana, la generatività, connessa al rinnovamento periodico delle generazioni umane, appartiene all’esperienza originaria del tempo. Dopo aver discusso le analogie e le differenze tra l’esperienza effimera, cioè giornaliera, e quella generativa del tempo, l’autore si concentra sul significato dell’esperienza generativa del tempo nella vita comune della polis. Questa indagine fonda la comprensione della generatività in termini di esperienza autentica del tempo, che è espressa entro e attraverso l’amore per un’altra persona, la cui vita deve ancora iniziare. Far nascere, in questo senso, è una scelta per la libertà di un nuovo inizio. L’esperienza generative del tempo e l’ethos che si fonda su tale esperienza sono infine considerati in relazione al moderno principio di soggettività e alla sua rilevanza politica. Come può la democrazia dei diritti umani, che sono storicamente basati sull’affermazione del principio di soggettività, riconciliarsi con l’esperienza generativa del tempo?

A cura della Redazione

Abstract

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Luigi Boccanegra

Un sodalizio itinerante

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Considerando che il lutto contribuisce ad inscrivere la fisionomia degli interlocutori più prossimi venuti a mancare, in modo via via più definito ed inconfondibile, l'autore prosegue ulteriormente il suo dialogo con il collega di cui tesse l'elogio, immaginando di ripercorrere insieme i luoghi che hanno dato vita ad un sodalizio che si è formato strada facendo: dalle prime esperienze modenesi come docenti a quella psicoanalitica, intrapresa con il dott. Salomon Resnik, che è stato l'analista di entrambi. Cercando di coniugare le due direttrici geografico-culturali più contigue, cioè quella di derivazione tedesca e quella francese, l'autore sostiene che le arti plastiche che hanno arricchito con le loro micro-narrazioni (soprattutto attraverso i capitelli) l'architettura religiosa, possano fornire delle indicazioni esemplari per orientarsi anche nell'osservazione clinica. Nelle umili figure che riproducono le pratiche abituali (ecoprassie) di operosità e di riparazione che intere generazioni hanno cercato di tramandare, l'autore sostiene di ritrovare le tracce di una gestualità esemplare che si riscontra sia nelle personificazioni oniriche di molti pazienti, che nella poesia di origine dialettale (mistieròi, in Zanzotto). Immagina poi che il collega di tante conversazioni che rimarranno indimenticabili, gli suggerisca di non contrapporle alle ecolalie, in modo che la composizione di natura discorsiva che caratterizza la cura, non debba perdere il carattere impalpabile di un sussurro che di solito raggiunge la parola quando porta sollievo.

L’articolo descrive un’esperienza di psicoterapia di gruppo per pazienti depressi durata otto anni presso il Centro di salute mentale. Il gruppo si è svolto a cicli annuali permettendo a diversi pazienti di accedervi sia per uno che per più cicli. Abbiamo seguito un modello di trattamento psicodinamico-fenomenologico permettendo un’esplorazione del vissuto del tempo dalla "retentio" depressiva alla mobilizzazione narrativa. In parallelo abbiamo rivisitato il concetto psicoanalitico di Ritrascrizione. Ci si avvale di una esemplificazione clinica per mostrare come il tempo nel gruppo assuma connotati transindividuali. Il gruppo vive fasi di atemporalità o altrimenti, come nella melanconia, un passato che non può essere elaborato nel lutto, un futuro che non si può prefigurare, come nella morte stessa. Il lavoro di elaborazione nella psicoterapia di gruppo apre al "tempo della risonanza" dove presente, passato e futuro giocano insieme e permettono il movimento vitale della relazione.

Enrico Levis

Giovanni Gozzetti: gusto e atmosfera

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Il sogno sconvolgente di un paziente, a distanza di pochi mesi dalla morte della madre, dà espressione concreta ad un drammatico grumo di sensazioni originarie. Permette di riallacciarci ad un testo famoso del fenomenologo Tellenbach, e di riprendere un lungo colloquio con Gozzetti, sempre interessato a dare vita e spessore alle vicende meteorologiche della mente umana.

L’articolo vuole tracciare, attraverso alcuni ricordi personali e certe specifiche tematiche, un piccolo profilo biografico e culturale del professor Giovanni Gozzetti. Vengono citati alcuni dei temi della cornice intellettuale di Gozzetti: la psicopatologia fenomenologica, la psicoanalisi, il lavoro istituzionale e declinati attraverso l’ambito dell’adolescenza, dell’autismo, del lavoro di équipe e della formazione. L’autore cerca di mostrare, anche attraverso la sua esperienza personale, come umanità, sapienza e scienza abbiano mantenuto un costante dialogo nell’insegnamento e nella pratica clinica di Gozzetti.

Elena La Rosa

Sul "transpersonale". Un ricordo di Franco Fasolo

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Scopo di questo articolo è discutere alcuni dei concetti più cari a Franco Fasolo: la dimensione del "transpersonale" gruppoanalitico (in particolare a livello istituzionale e transgenerazionale) e il tema del "segreto" nei gruppi e nelle istituzioni. Tali concetti, utilizzati nello specifico da Fasolo nel contesto dei Dipartimenti di salute mentale, di cui si è sempre occupato in prevalenza, sono stati qui "esportati" in ambiti istituzionali diversi (associazione anti-violenza femminile e consultorio familiare).

Ivan Ambrosiano, Maurizio Salis

Guida galattica per gruppostoppisti

GRUPPI

Fascicolo: 2 / 2014

Questo scritto narra una vicenda che vede intrecciati aspetti personali, affettivi, professionali e clinici. È un ricordo della persona di Franco Fasolo, maestro amico e compagno di molte avventure gruppali, extragruppali, (in)tra-gruppali, che in queste pagine rievocheremo attraverso una particolare e speciale situazione (fanta)scientifica condivisa con lui.