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Francesco Curci

La residenzialità ricreativa ai margini dell’urbanistica italiana

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

In Italia il fenomeno delle seconde case non è mai stato oggetto di riflessioni sistematiche da parte delle discipline urbanistiche sebbene abbia inciso in maniera decisiva, e a tutte le latitudini, sull’assetto di una parte consistente del territorio nazionale. L’articolo spiega perché è quanto mai importante che l’urbanistica sviluppi conoscenze e competenze specifiche nel merito della gestione dei territori del loisir residenziale e che lo faccia ricercando la massima integrazione con altre discipline convergenti sul tema. Dopo una prima parte di definizione e inquadramento del fenomeno si forniscono alcuni dati sulle seconde case nel contesto italiano, quindi si procede con la presentazione del caso di San Giorgio e Torre a Mare, quartieri attigui del litorale sud della città di Bari che offrono interessanti spunti di riflessione sull’evoluzione degli insediamenti di origine vacanziera e sul rapporto ambiguo e disarticolato che stabiliscono con le amministrazioni locali e col governo del territorio

In mancanza di una strategia complessiva e di fondi adeguati, negli ultimi anni il Parco Agricolo Sud (sempre più minacciato dal consumo di suolo) ha visto nascere e rafforzarsi, al proprio interno, una serie di iniziative e di reti locali di soggetti diversi, coesi intorno a progetti di rafforzamento dell’economia agricola e di riqualificazione ambientale e paesistica. Cogliendo l’occasione dell’Expo milanese, sarebbe opportuno, ponendo a sistema questo nuovo assetto, modificare il mandato e la struttura dell’ente gestore per farne un’agenzia metropolitana di sviluppo dell’agricoltura periurbana guidata da un partenariato dei principali attori attualmente in campo, sull’esempio dei Gal dell’approccio comunitario Leader+. Il parco andrebbe quindi pianificato strategicamente come una confederazione di ‘distretti rurali’ coordinati dall’agenzia e concepito come un mosaico flessibile di progetti intercomunali integrati per la produzione alimentare e la fruizione paesistica

Sandra Maglio, Elena Scattolini

L’industria nel parco: architettura, energia, paesaggio. Strategie di progetto

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Lo sviluppo progettuale dell’area industriale della Terni Research prevede una riqualificazione dell’attuale sistema produttivo mediante l’inserimento di nuovi manufatti architettonici e alcuni interventi di valorizzazione degli spazi aperti e di gerarchizzazione dei percorsi esistenti. La richiesta della committenza è quella di trasformare l’attuale impianto industriale in nuovo polo della produzione dell’energia verde, mediante l’inserimento di alcune funzioni e attività che siano visitabili anche dal grande pubblico. Lo sfondo naturale di particolare interesse paesaggistico definisce l’eccezionalità dell’intervento tanto che diventa fondamentale, in fase progettuale, il rapporto che si intende stabilire tra fabbrica e natura

Alisia Tognon

Memorie di un paesaggio industriale

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Negli ultimi due secoli il territorio della campagna tra Narni e Terni, lungo il corso del Nera, è stato interessato dalla nascita di grandi insediamenti produttivi siderurgici e chimici. La grande trasformazione da una società mezzadrile ad una fondata sulla produzione industriale modifica i ritmi, i tempi, i modi e le forme del paesaggio. Qui le industrie diventano presenze portanti, non solo per l’economia locale, ma anche per la ricchezza culturale e patrimoniale che esse rappresentano nel loro tessere rapporti tra manufatti industriali e natura

Barbara Coppetti

Temi e forme dello spazio della produzione

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Il processo di rigenerazione fisicospaziale e produttiva che sta realizzandosi a Nera Montoro, ricerca solide sinergie con la forza del paesaggio della Valnerina, espressa dalla importante presenza dell’acqua e dal controllo del movimento delle sue masse per la produzione di energia. Un settore quest’ultimo caratterizzato da una forte e sottesa spinta utopica, che nel passato ha modellato la scala antropogeografica della valle e poi, nei primi decenni del XX secolo, ne ha segnato i capisaldi attraverso la sequenza di centrali idroelettriche, celebrando la nuova energia del nuovo secolo. Oggi il progetto di rinnovamento architettonico e produttivo di Nera Montoro, attualizza queste presenze e propone nuove forme dello spazio capaci di accompagnare e implementare il processo che sta realizzandosi

Roberto Spagnolo

Uno sguardo architettonico davanti alla fabbrica

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

La rigenerazione e il rinnovo delle aree tecnologiche e dei servizi è uno dei temi più evocati e urgenti delle dinamiche urbane contemporanee. Il futuro delle città e dei nostri paesaggi dovrà infatti essere caratterizzato da un ripensamento profondo e radicale dello stato attuale di queste aree proprio a partire da quei luoghi che giac-ciono oggi in una condizione di abbandono o sottoutilizzo. In relazione alla rigenerazione di questi luoghi uno dei principali aspetti che il progetto urbano e architettonico deve valutare è la compatibilità tra le qualità dell’esistente e le caratteristiche (tipologico- spaziali e figurative) di ciò che dovrà sostituirlo. É dunque necessario selezionare i manufatti e i sistemi fisici ritenuti più significativi con l’obiettivo di intrecciare tra di essi un nuovo dialogo in grado di riconoscere, distinguere e ricomporre insieme, in forme poeticamente eloquenti, i valori dei luoghi

Stefano Neri, Federico Zacaglioni

Un nuovo polo dell’industria verde italiana

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Il presente importante contributo non ha il carattere di un saggio scientifico, ma propone, con una limitatissima rielaborazione tematica del curatore, il testo scritto dalla committenza per mettere in evidenza gli obiettivi di innovazione proposti dalla società, le trasformazioni avviate e le azioni di riqualificazione ambientale intraprese dalle nuove attività che si svolgono nell’area di Nera Montoro. La prima parte ritengo che chiarisca quella convergenza di intenti necessaria alla costruzione della sinergia tra architettura e spazio produttivo e tra istituzione universitaria e committenza privata. Segue un elenco delle attività svolte nell’area industriale, con alcuni dati quantitativi utili a fissare l’incidenza e il peso nell’ambiente delle strategie sviluppate

Barbara Coppetti

Architettura e rigenerazione dello spazio produttivo: Nera Montoro, Terni

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

La ricerca commissionata al Dastu da Terni Research, una holding che opera nel campo della green economy, sviluppa un progetto strategico in un’area produttiva di 24 ettari. Le attività che oggi vi si svolgono sono connesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili e dai rifiuti, al recupero di materie prime attraverso il trattamento di pneumatici fuori uso, oltre ad attività di bonifica di siti e acque contaminate. La ricerca sviluppa, in sinergia con i presupposti della committenza connessi ad una visione innovativa che superi i vecchi modelli industriali, nuove strategie di rigenerazione architettonica e ambientale del sito produttivo. L’area di Nera Montoro si colloca all’interno del bacino produttivo ternano, ove si condensa la memoria della prima industrializzazione nazionale, ma anche parte di un sistema paesistico delicato e fortemente identitario

Gabriele Pasqui

Sperimentalismo e realismo: politiche possibili per il quartiere Crocetta

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Il contributo propone per il quartiere Crocetta un approccio di ‘sperimentalismo realista’, prendendo le mosse dal riconoscimento del contesto di vero e proprio mutamento di fase per le politiche integrate nei quartieri in Italia e in Europa. Su questa base l’articolo identifica le ragioni per le quali in un contesto come Crocetta è indispensabile sperimentare meccanismi e strumenti di intervento diversi rispetto al passato: l’incertezza dei tempi e delle risorse; la natura fluida, plurale e instabile della popolazione insediata e le sue oggettive difficoltà a darsi forme di rappresentanza riconosciute; la grave natura economica dei problemi abitativi delle famiglie residenti. Il contributo propone alcune leve per l’azione: la presenza di luoghi, reali e simbolici, di coesistenza tra diversi e il patrimonio edilizio inutilizzato, che possono offrire al processo adeguati policy tools e innescare meccanismi virtuosi di rigenerazione

Il saggio configura gli esiti di un’osservazione ‘esterna’ al progetto sul quartiere Crocetta, ed è un’occasione per individuare le difficoltà e le aporie della stagione appena conclusa delle politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana, per discutere gli aspetti su cui proseguire la ricerca e la sperimentazione, ma anche per allargare lo sguardo su alcune questioni più generali dei processi di riqualificazione urbana e delle modalità di praticarli. Il contributo si concentra su tre questioni: il quartiere come luogo di politiche; la ‘atipicità’ del progetto di rigenerazione urbana di Crocetta; il ritorno del problema della casa, con la conseguente necessità di ripensare in maniera attenta il richiamo, spesso solo ostentato ed esornativo, alle virtù del progetto integrato

Il contributo offre la testimonianza di una osservazione esterna al progetto per il quartiere Crocetta, a partire da una valutazione più ampia delle esperienze nazionali ed internazionali degli approcci placebased alla riqualificazione urbana. Il contributo privilegia tre implicazioni per quartieri come Crocetta, schegge della postmetropoli del nostro tempo: si sottolinea il ruolo riconosciuto come positivo dei migranti nei processi di cambiamento urbano, si evince l’importanza di questioni urbane specifiche riconoscibili solo da chi quotidianamente pratica i contesti contemporanei della crisi; si rimarca la necessità di ripensare forme di attivazione e coinvolgimento dei cittadini, valutando quanto le iniziative realizzate siano riuscite a intercettare le persone, i gruppi sociali, non solo come meri utilizzatori ma dispiegando forme di soggettivazione

Simonetta Armondi

Come accompagnare il cambiamento urbano?

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Il saggio restituisce un quadro critico dell’attività di assistenza scientifica svolta dal Dipartimento e Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano per il Comune di Cinisello Balsamo nel quartiere Crocetta. Dal testo si possono evincere implicazioni e impatti del mandato, rivolto alla realizzazione di un progetto di riqualificazione urbana ‘atipico’ per due ragioni: il carattere volontario dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale, al di fuori di programmi e politiche nazionali o europee, da una parte; la natura privata del patrimonio edilizio del quartiere, dall’altra. Il saggio ripercorre le fasi dell’attività in relazione all’evoluzione seguita dalle vicende politico-amministrative e prova a mettere in evidenza la particolare importanza che rivestono i nodi della continuità e della transcalarità nelle politiche urbane

Camilla Mele

Rigenerazione urbana e sociale: il progetto "La Mia Crocetta"

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Molti quartieri urbani, sia di edilizia residenziale pubblica sia di edilizia residenziale privata, presentano situazioni di forte disagio socioeconomico e ambientale. Il quartiere Crocetta a Cinisello Balsamo con complessi residenziali degli anni ’60-’70 quasi esclusivamente privati, una densità abitativa sei volte superiore alla media cittadina (31.700 ab./kmq) e il 44% di popolazione straniera (composta da 54 etnie diverse) rappresenta un contesto multiproblematico. Nell’attuale congiuntura di crisi e di diffusa povertà, il progetto di rigenerazione urbana La «Mia Crocetta» ha utilizzato strategie d’intervento, approcci innovative e competenze transdisciplinari/transculturali, al fine di raggiungere un equilibrio tra qualità dell’ambiente costruito, rafforzamento dell’attrattività economica, partecipazione dei cittadini, riduzione delle ineguaglianze e promozione della coesione sociale

Simonetta Armondi

La fatica di abitare a Crocetta come wicked problem

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

Nel contributo si offre una lettura delle specificità del contesto del quartiere Crocetta di Cinisello Balsamo inscrivendolo nella categoria degli wicked problem. Il contributo si misura con il repertorio delle molteplici forme dell’abitare dispiegate da Crocetta attraverso i suoi spazi, l’invisibilità delle sue popolazioni, le tattiche di adeguamento, le questioni poste alla costruzione di un’agenda urbana. La convinzione sottesa è che la storia della Crocetta, nonostante la sua peculiarità, abbia oggi una valenza generale per la sua natura di urban shrinkage, al di là della traiettoria di policy di Cinisello Balsamo. Essa mostra un passaggio di fase su più fronti. In particolare i margini di indeterminatezza di nuovi territori in difficoltà e il ripensamento del ruolo dell’azione pubblica e di quella tecnica impongono un cambiamento di ‘postura’ alle politiche urbane

Simonetta Armondi, Gabriele Pasqui

Sono ancora possibili politiche integrate per i quartieri in crisi?

TERRITORIO

Fascicolo: 70 / 2014

L’interrogativo che scandisce il titolo del servizio è messo alla prova a Cinisello Balsamo, un territorio della regione urbana milanese, noto per la sua legacy di politiche urbane. L’introduzione apre ai saggi degli autori del servizio entro i quali si suggeriscono diversi livelli di lettura del contesto, delle politiche e dei progetti messi in campo a Crocetta. Si tratta di un quartiere di edilizia residenziale privata investito da molteplici fenomeni di criticità spaziale, sociale, economica, nel quale anche le tradizionali forme di intervento sperimentate nel corso degli ultimi quindici anni nei quartieri di edilizia pubblica sono per più ragioni improponibili

L’articolo disegna una mappa analitica del programma di ricerca che ho perseguito nei miei tre libri: Urban Outcasts (2008), Punishing the Poor (2009), e Deadly Symbiosis: Race and the Rise of the Penal State (2013). Nella trilogia ho cercato di chiarire le relazioni triangolari tra frammentazione di classe, divisione etnica e trasformazione dello stato nella città polarizzata di fine secolo. Vi ho sviluppato nozioni chiave per chiarire categorie che rimanevano confuse (come quella di ghetto) e per forgiare concetti nuovi che ho inteso quali strumenti per una sociologia comparata della incompiuta genesi del precariato post-industriale, della regolazione penale della povertà, e della costruzione del Leviatano neoliberale. Il ricondurre lo studio delle permutazioni attuali di classe, razza e immigrazione, e dello stato a un medesimo contesto mostra come la razzializzazione, la penalizzazione e la depoliticizzazione delle turbolenze urbane associate alla marginalità avanzata, si rafforzino vicendevolmente tanto in Europa che negli Stati Uniti

A cura della Redazione

Autori

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2014