LIBRI DI ROBERTA ROSSI

La ricerca ha estratto dal catalogo 62 titoli

Roberta Rossini, Alessandro Longo

La parola al posto del sintomo: la rielaborazione delle narrative personali nell’adolescente in comunità

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 53 / 2023

La narrazione è un elemento centrale nella vita dell’essere umano e diviene uno strumento fondamentale, sia per dare un senso a esperienze di rottura della continuità, sia per la formazione del senso unitario del Sé. Negli adolescenti con quadri clinici complessi ed esperienze familiari disfunzionali al punto da richiedere un allontanamento dal contesto familiare diventerà ancora più importante poter costruire un significato alle proprie esperienze, attuali e passate, e integrare le informazioni di sé e del mondo in una trama narrativa complessa, ma comprensibile. La metodologia di rielaborazione delle narrazioni personali proposta in ambito cognitivista consente di riconoscere e recuperare le funzioni conoscitive di cui il sintomo è portavoce, documentando con validità le vicende e l’esperienza soggettiva, rendendole disponibili all’auto-osservazione e permettendo una ricostruzione narrativa che implica l’acquisizione di nuovi elementi della soggettività non necessariamente contenuti nelle narrazioni abituali delle vicende in questione e quindi nella conoscenza ordinaria di sé. Da tale ricostruzione condivisa si apre la possibilità di una comprensione più ricca e articolata di sé e degli altri che può essere integrata all’interno della storia del soggetto. A esemplificazione di tale modalità di lavoro, verrà illustrata una situazione clinica.

Chiara Simonelli, Adele Fabrizi

Sessuologia clinica

Diagnosi, trattamento e linee guida internazionali

Il manuale guida alla clinica delle disfunzioni sessuali gli studenti che affrontano per la prima volta queste tematiche, e offre un indispensabile aggiornamento scientifico a quei professionisti della salute (psicologi, medici, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc.) che già lavorano su richieste di carattere sessuologico.

cod. 1240.1.75

Federica Giampà, Stefano Magno, Laura Agostini, Annalisa Di Micco, Claudia Maggiore, Bianca Maria De Cesaris, Roberta Rossi, Chiara Simonelli, Filippo Maria Nimbi

Tumore al seno e sessualità: uno studio esplorativo sugli aspetti psicologici e affettivi

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2021

Il tumore al seno è la forma di cancro più frequente e, ancora oggi, nonostante vi sia stato un miglioramento della prognosi, esso rimane la prima causa di morte da tumore nelle donne. L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare la qualità della vita e indagare gli aspetti psicologici, sessuologici ed affettivi in donne affette da carcinoma mammario, ponendole a confronto con un gruppo di con-trollo e identificare le possibili differenze. Il protocollo, composto da strumenti self-report, è stato somministrato a 97 donne suddivise in due gruppi: il gruppo clinico (n = 44 donne con tumore al seno in menopausa iatrogena) e il gruppo di controllo (n = 53 donne in menopausa). Le analisi hanno cercato di indagare quali domini hanno determinato la significatività nel confronto tra i due gruppi. È stato valutato il funzionamento sessuale (FSFI) e il distress (FSDS), il funzionamento psicologico (SCL-90-R) ed emozionale relativo alla sessualità (PANAS). Le donne con cancro al seno in menopausa iatrogena hanno mostrato maggio-ri difficoltà sessuali rispetto alle donne in menopausa naturale. Similmente, sinto-mi come ansia e depressione sono presenti in maniera più o meno sfumata nelle donne in menopausa naturale, mentre acquistano maggior valore in quelle in cui la menopausa è stata indotta precocemente. I dati che emergono dallo studio hanno risvolti notevoli sia per ricerche future che per l’attività clinica, sottolineando come la prospettiva biopsicosociale sia fondamentale per comprendere a pieno il vissuto personale e relazionale connesso alla patologia.

Roberta Rossi, Stefano Eleuteri

L’utilizzo della pornografia. Diffusione, uso problematico e possibili interventi

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2021

Grazie ad Internet, la pornografia è accessibile dovunque, l’anonimato è garantito e si possono trovare diverse varietà di contenuto. Inoltre, molti siti offrono la possibilità di usufruire del materiale in maniera gratuita. Gli aspetti negativi e positivi della pornografia dipendono dall’uso che se ne fa. La pornografia ha subito un’evoluzione nel tempo e ora si trova a confrontarsi con il Covid-19; infatti anche i contenuti hanno subito un cambiamento. Affrontare l’uso problematico della pornografia on-line è un problema complesso: il modello biopsicosociale ci aiuta a tenere in considerazione i diversi aspetti della questione sia nella lettura che nel possibile intervento clinico.

Francesca Greco, Roberta Rossi

Mestruazioni e comportamento sessuale: il riflesso di una società intrisa di tabù

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2021

Tra i tabù esistenti sul ciclo mestruale, uno dei più radicati è quello del sesso du-rante le mestruazioni, il cosiddetto sesso mestruale. Il pregiudizio sul sesso me-struale ha un’origine biopsicosociale, di conseguenza solo un’analisi del fenomeno a 360° può aiutare a comprendere e combattere le origini di questo tabù. Inizialmente sono presi in considerazione gli aspetti psicologici della donna: come vive e concepisce le mestruazioni e di conseguenza se pratica il sesso me-struale. Successivamente si esaminano le modificazioni del profilo ormonale e quali caratteristiche fisiche si modificano nel corpo della donna durante il flusso mestruale, e come queste influenzano i rapporti sessuali in quei giorni. L’ultima parte offre una disamina di come differenti culture stigmatizzano il ciclo mestruale e il sesso mestruale e in definitiva ne ostacolano la pratica. In realtà, sotto tutti i punti di vista, non ci sono controindicazioni al sesso mestruale, anzi si hanno benefici che aumentano il benessere psicofisico della donna e rafforzano il legame di coppia. Accanto alla visione predominante di "protezione" secondo la quale la donna deve celare le mestruazioni, sta comparendo e diventando più emergente l’idea del flusso mestruale come un qualcosa di "naturale" che come tale non implica dei cambiamenti nella routine della vita della donna. Dunque, se il sangue mestruale può essere mostrato senza vergogna e in quei giorni possono essere compiute tutte le consuete attività, diventerà semplice con-cepire anche il sesso mestruale come semplice e spontaneo. In una più ampia prospettiva si comprende che eliminare questo tabù, non solo serve a restituire naturalità al fenomeno delle mestruazioni, ma costituisce un pas-so importante verso la parità di genere. In futuro, l’auspicio è che si sviluppi un di-battito più libero, che la ricerca scientifica e psicologica approfondisca questo am-bito e che si possano pertanto superare tabù e diseguaglianze legate al solo essere donna.

Agnese Ruggiero, Stefano Magno, Laura Agostini, Annalisa Di Micco, Claudia Maggiore, Bianca Maria De Cesaris, Roberta Rossi, Chiara Simonelli, Filippo Maria Nimbi

Fattori cognitivi ed emotivi nella sessualità: uno studio esplorativo in un gruppo di donne con cancro al seno

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2021

Il carcinoma mammario rappresenta la neoplasia maligna più diffusa nella popolazione femminile e, nonostante i significativi progressi nella diagnosi e nel trattamento, essa si configura come la neoplasia con la più alta mortalità tra le donne in Occidente. La diagnosi e le terapie rappresentano non solo uno sconvolgimento sul piano fisico della donna, ma hanno spesso delle conseguenze significative nella sfera emotiva, cognitiva, relazionale e sessuale delle pazienti e dei loro cari. Per quanto concerne la sfera sessuale, molti studi hanno evidenziato che le donne con diagno-si di carcinoma mammario hanno più probabilità, rispetto alle donne sane, di sviluppare disfunzioni sessuali. Partendo da questo dato l’obiettivo dello studio è quello di osservare l’eventuale relazione tra aspetti cognitivi e emotivi e le disfun-zioni sessuali nelle donne con carcinoma mammario. Sono stati indagati l’alessitimia, i pensieri automatici, gli script culturali e gli schemi cognitivi, quali fat-tori che possono caratterizzare l’esperienza sessuale di donne con tumore al seno. Lo studio è stato condotto su donne affette da carcinoma mammario che sta-tisticamente sembrano sviluppare più frequentemente disfunzioni sessuali, rispetto alle donne sane. I risultati emersi sembrano indicare che le donne del gruppo clinico evidenziano sia livelli più alti di alessitimia, sia un numero più elevato di credenze disfunzionali inerenti alla sfera sessuale, rispetto al gruppo di controllo. Partendo da questi elementi si potrebbero effettuare non solo utili lavori pre-ventivi dell’insorgenza dei disturbi sessuali nelle donne con carcinoma, ma anche efficaci interventi per contrastare il mantenimento di queste disfunzioni, avvalen-dosi di tecniche cognitivo-comportamentali, di ristrutturazione cognitiva ed introspettive.

Marco Silvaggi, Roberta Rossi

Il counseling psicosessuologico nell’intervento per l’impianto di protesi peniena

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2020

Nei casi di disfunzione erettile severa, qualora i trattamenti di prima e seconda linea si rivelassero inapplicabili o fallimentari o comunque non soddisfacenti, si può ricorrere all’opzione terapeutica di terza linea: l’impianto di protesi peniena. L’obiettivo del trattamento è quello di riportare il paziente o la coppia alla soddisfazione sessuale e migliorare la qualità della vita sulla base dei desideri e dei bisogni espressi dai pazienti. La maggior parte delle ricerche condotte su pazienti che hanno fatto ricorso ad un impianto di protesi peniena sono focalizzate sull’efficacia meccanica e chirurgica di questi trattamenti. È invece scarsa la letteratura sulle componenti emotive e relazionali relative all’impianto di una protesi. L’intervento di impianto protesico, infatti, può rendere possibili i rapporti ses-suali e ridurre la sofferenza del paziente rispetto alla sua vita sessuale in generale, ma nello stesso tempo, per le sue caratteristiche di irreversibilità, attivare delle di-namiche personali e di coppia relative alla perdita di una sessualità libera e spon-tanea. La protesi può, in alcuni casi, essere considerata il terzo incomodo che, ren-dendo possibile l’atto sessuale, rinnova ad ogni incontro il senso di inadeguatezza percepita prima dell’intervento. Il counseling psicosessuologico si è dimostrato un utile strumento sia nel miglio-rare la risposta sessuale del paziente, sia nel gestire le sue aspettative e quelle della partner se presente. In questo articolo sono per queste ragioni riportati i principi fondamentali di applicazione di un counseling psicosessuologico integrato e le fasi operative di realizzazione, come sintetizzate nell’algoritmo relativo al percorso in-tegrato di chirurgia di impianto di protesi peniena.

Luigi Lombardo, Roberta Rossi

Disabilità intellettive e sessualità

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2019

La sessualità è uno dei più importanti aspetti della vita umana e sebbene le persone con disabilità intellettive (ID) abbiano i medesimi bisogni sessuali rispetto ai soggetti non disabili, ancora oggi la loro sessualità è spesso limitata da atteggia-menti riluttanti e timori fondati su credenze irrazionali. Così la sessualità delle persone con ID è divenuta un "caso particolare" dal punto di vista medico, pedagogico, psicologico ed etico. Questa rassegna riassume le attuali conoscenze e gli eterogenei studi riportati in letteratura riguardo differenti aree della sessualità di adolescenti e adulti con ID. Vengono inoltre descritti e analizzati i comportamenti sessuali, le necessità di educazione alla sessualità e alla procreazione, i problemi rela-tivi alla violenza e all’abuso sessuale fra soggetti affetti da ID.

Elisabetta Todaro, Marco Silvaggi, Valentina Rossi, Francesca Aversa, Filippo Maria Nimbi, Roberta Rossi

Le nuove tecnologie nell’educazione sessuale: un problema o uno strumento di intervento?

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2019

I social media e le comunità online sono diventati importanti canali di comunicazione per i giovani. L’uso massiccio di queste tecnologie ha dato origine a un dibattito internazionale sui potenziali effetti sulle relazioni e sulla sessualità. Lo scopo di questo contributo è studiare i vantaggi e i limiti dei social media come fonte formale e informale di informazioni sulla sessualità; un ulteriore scopo è quello di discutere l’impatto delle tecnologie sui giovani e sui professionisti coinvolti nei programmi di educazione sessuale. Il metodo utilizzato per la realizzazione del presente lavoro è stata una revisione della letteratura scientifica nel periodo da gen-naio 2006 a maggio 2017. Nonostante gli adolescenti siano molto interessati alla salute sessuale, la mancanza di un’educazione sessuale on-line chiara e scientifica può portare a confusione e ansia sulla sessualità. Per questo motivo, le agenzie deputate alla promozione della salute raccomandano l’uso della tecnologia da parte degli operatori sanitari; contrariamente a questo indicato, però, la tendenza dei professionisti della salute è di un uso dei social media prettamente in un contesto privato, ma non in un contesto professionale. Sulla base della letteratura consultata, è apparso che i social media vengono studiati attualmente soprattutto per le informazioni di cui si fanno portatori e non per le esperienze che veicolano per i fruitori. La maggior parte degli interventi di educazione sessuale online sono focalizzati sulla prevenzione del comportamento a rischio degli adolescenti anziché sulla promozione del benessere sessuale; considerando l’utilità dei social media nell’educazione sessuale, viene presentato uno strumento tecnologico progettato dall’Istituto di sessuologia clinica di Roma da utilizzare durante le sessioni di educazione sessuale. In futuro dovrebbe essere utilizzato un approccio critico per promuovere un uso più sicuro dei social media, nel quale le emozioni ed i sentimenti connessi all’utilizzo di tali strumenti possano essere approfonditi dai giovani attraverso i percorsi di intervento promossi dai professionisti.

Valentina Rossi, Daniela Botta, Francesca Tripodi, Roberta Rossi

Farmaci per la sessualità femminile. Dibattiti e sviluppi

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2018

L’interesse scientifico per la sessualità femminile è cresciuto molto negli ultimi anni e questo ha dato avvio alla ricerca di nuovi trattamenti che coniugassero ausili farmacologici a psicoterapie. Questi sviluppi sono stati accompagnati da numerosi dibattiti tra i professionisti che vedono nella farmacologia un alleato per il lavoro clinico sulle disfunzioni sessuali e altri che hanno preso le distanze dalla potenziale medicalizzazione della sessualità femminile. Le critiche riguardano principalmente l’arbitraria definizione di cosa è normale in ambito sessuale, la dubbia efficacia e i potenziali effetti collaterali dei trattamenti farmacologici, il rischio di un massiccio ricorso al farmaco e del diffondersi di una visione meccanica della sessualità. Le stesse preoccupazioni potrebbero riguardare anche la medicalizzazione della sessualità maschile, ma molti clinici partono dal presupposto che la sessualità femminile è più complessa e pertanto non trattabile con singole molecole. Sono stati condotti molteplici studi sull’efficacia di diverse opzioni farmacologiche per la sessualità femminile, ma i risultati sono ancora contrastanti. Ad oggi solo due molecole (flibanserina e ospemifene) sono approvate dalla Food and Drug Administration. Sulla flibanserina, ultima molecola approvata, esistono ancora molte resistenze e il numero delle prescrizioni è molto basso. La differenza tra farmacologia per la salute sessuale maschile e femminile appare evidente in questa rassegna. Per gli uomini esistono diverse soluzioni e sono in continuo aumento; inoltre, ogni nuova approvazione viene accolta positivamente nel panorama scientifico. Per le donne sembrano essere ancora molto presenti bias culturali e double standard che rischiano di ostacolare il lavoro sul benessere sessuale femminile. Quando si ha a che fare con le disfunzioni sessuali, siano esse maschili o femminili, è sempre fondamentale un approccio integrato che consideri tutte le componenti biopsicosociali coinvolte; avere a disposizione soluzioni farmacologiche anche per le donne potrebbe rivelar-si molto utile da un punto di vista clinico, non perdendo di vista le altre componen-ti implicate.

Stefano Eleuteri, Roberta Rossi

Mutilazioni genitali: diffusione, significato e gestione clinica

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2018

Le mutilazioni genitali (MG), maschili e femminili, assumono differenti forme e una diffusione piuttosto ampia. Gli autori descriveranno i diversi tipi di MG, legate alle diverse culture di appartenenza, cercando di descrivere il significato che assumono. Verranno, quindi, discusse le implicazioni che le MG hanno sui diritti sessuali, sottolineandone le ricadute sulla vita sessuale e relazionale. Saranno, inoltre, approfonditi i messaggi culturali che piercing e tatuaggi, come modificazioni corporee, assumono e quale differenza esiste tra questi e le MG. Infine, saranno esaminati i possibili interventi, medici, psicologici e sessuologici, sottolineando l’importanza di un approccio integrato, dove la multidisciplinarietà necessaria per un intervento in questo ambito preveda la possibilità di individualizzare il percorso del cliente, in base alla sintomatologia che compare, alle motivazioni che vengono presentate ed ai vari fattori biologici, psicologici, sociali e culturali coinvolti.

Elisabetta Todaro, Roberta Rossi

La promozione della salute sessuale nell’invecchiamento: possibili aree di intervento

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2018

La ricerca sul tema "sessualità e ageing", se comparato con la produzione scientifica in altri ambiti e nonostante il miglioramento della qualità di vita non ha prodotto significativi avanzamenti. Tale gap può essere ricondotto ad una serie di ragioni, come: questioni metodologiche; tipologia di strumenti utilizzati; applicazione di un modello di funzionamento sessuale basato sul primato della genitalità e misconoscimento delle peculiari motivazioni degli anziani per la sessualità. Ulte-riori dimensioni scarsamente indagate sono quelle relative alle differenze di genere e di orientamento sessuale nella promozione della salute delle persone anziane. Un ruolo significativo è svolto dagli stereotipi, radicati nel senso comune, così come nella ricerca scientifica. Obiettivo del presente contributo è quello di mettere in luce le esigenze del target di popolazione considerato, al fine di guidare gli esperti nella definizione di interventi efficaci; per fare questo vengono presentati i risultati della ricerca clinica e qualitativa, utili per le aree di promozione delle risorse in tema di sessualità in età senile.

Claudia De Giglio, Roberta Rossi

Indagine conoscitiva: salute riproduttiva tra gli adolescenti

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2017

La sessualità in età adolescenziale permette all’individuo di sperimentare se stesso e trovare rassicurazione circa la propria identità. La presente indagine si propone di indagare le conoscenze, le curiosità e le esperienze dei ragazzi sul tema della ses-sualità. Lo studio è stato svolto a febbraio 2016 su un campione di 185 studenti con età compresa tra i 13 e i 17 anni presso un liceo di Roma. Il questionario utilizzato è stato "Salute riproduttiva tra gli adolescenti: conoscenze, attitudini e comportamenti" (Donati et al., 2000), che contiene 64 domande con risposta a scelta multipla ed è articolato in quattro sezioni, ognuna delle quali copre gli aspetti di conoscenza, attitudine e comportamento. Secondo i risultati ottenuti, oltre il 70% del campione ritiene utile l’educazione sessuale in età giovanile. Lo studio mostra inoltre una conoscenza complessivamente diffusa di argomenti come contraccezione, fisiologia riproduttiva ed identità sessuale, mentre evidenzia una pericolosa disinformazione circa le malattie a trasmissione sessuale. Alla luce dei dati emersi si ritiene fondamentale attuare progetti di prevenzione ed educazione nelle scuole per fornire informazioni utili alla vita sessuale dei giovani e sfatare le false credenze diffuse da fonti poco attendibili.

Luigi Lombardo, Roberta Rossi

Disfunzioni sessuali nei trattamenti con farmaci antipsicotici

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2017

Nei disturbi psicotici, l’intervento precoce tramite l’impiego di farmaci antipsicotici aumenta la probabilità di un decorso favorevole nel lungo termine. Tuttavia la gestione farmacologica con i farmaci di prima generazione (tipici) è complicata da un’alta percentuale di effetti collaterali, anche sotto forma di disfunzioni sessuali, provocate principalmente dall’aumento delle prolattinemia. I sintomi correlati a quest’ultima comprendono: riduzione del desiderio sessuale, disfunzione erettile, disturbi dell’eiaculazione, irregolarità mestruali, amenorrea, dismenorrea, ginecomastia. Tuttavia, con l’avvento della seconda generazione di farmaci antipsicotici (atipici), i pazienti in trattamento hanno cominciato a mostrare minori effetti negativi sulla sessualità ed una migliore adesione alla terapia. Lo scopo del lavoro è di descrivere gli aspetti epidemiologici e clinici correlati all’impiego di farmaci antipsicotici tipici e atipici e le strategie di intervento farmacologico e psico-sociale per affrontare questo problema.

Marco Silvaggi, Paolo Maria Michetti, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, Francesca Tripodi, Felipe Navarro, Chiara Simonelli

Verso una tassonomia più efficace delle condizioni diagnosticate come matrimonio non consumato

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2017

La definizione più condivisa di "matrimonio non consumato" o "matrimonio bianco" (MB) fa riferimento al "fallimento nel realizzare un rapporto sessuale penetrativo all’inizio del matrimonio". Il MB di solito si verifica nelle prime notti del matrimonio e frequentemente viene chiamato "honey moon impotence" (impotenza in luna di miele) o "wedding night impotence" (impotenza della notte di nozze). Tuttavia, sebbene il fenomeno sia presente ovunque, nelle diverse aree geografiche del mondo la sessualità segue modelli molto diversi circa le regole che la riguardano e il significato che le viene attribuito. Inoltre, l’evoluzione e la globalizzazione della società ha creato nuovi contesti e nuovi tipi di relazioni, libe-rando i legami dalle forme rigide e precostituite che fino alla metà del secolo scorso rappresentavano una costante sociale. Tali trasformazioni, in continuo sviluppo, potrebbero quindi ostacolare la corretta classificazione di queste disfunzioni sessuali, in cui le variabili sociali risultano cruciali. Obiettivo: analizzare la letteratura scientifica sul MB, per capire se le diagnosi eseguite nelle diverse società si riferiscono alle stesse condizioni. Metodo: è stata condotta una revisione della letteratura pubblicata sul MB dal 1970 ad oggi attraverso i principali database scientifici, Pubmed Psycharticle e Psychinfo. Risultati: differenze sostanziali sono emerse fra le società medio orientali e le società occidentali. In primo luogo, nelle società medio orientali la sessualità è ammissibile solo nel matrimonio, mentre nelle società occidentali la sessualità e le relazioni non sono fortemente legate. Ciò potrebbe suggerire che il termine "matrimonio" non sia adeguato a descrivere tale fenomeno nelle diverse aree geografiche del mondo. Inoltre, il tempo medio prima della consultazione, l’attribuzione causale e la prevalenza sono molto diverse nei paesi occidentali e mediorientali. Conclusioni: abbiamo trovato che il termine "disfunzione nei primi tentativi di coito" sarebbe più adatto a descrivere le difficoltà maschili, femminili o di entrambi legate all’ignoranza sulla sessualità e all’ansia da prestazione. Mentre, oltre la categorizzazione delle disfunzioni sessuali individuali, suggeriamo il termine "Relazione non consumata" nei casi in cui pregresse difficoltà individuali verso la sessualità, sono coinvolte nella creazione di una disfunzione sessuale di coppia.

Chiara Simonelli

Le disfunzioni sessuali maschili e il modello integrato nel contesto pubblico

Dalla teoria alla pratica clinica

Il volume affronta il problema delle disfunzioni sessuali maschili secondo il nuovo modello integrato della sessuologia clinica, che accoglie, insieme al tradizionale disagio del corpo, anche quello della psiche e della relazione di coppia che nella sessualità sono in una stretta interazione reciproca.

cod. 1241.13

Marco Silvaggi, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, Francesca Tripodi, Chiara Simonelli

Oggettivazione del femminile e sessualizzazione precoce delle bambine: implicazioni sullo sviluppo psicosessuale

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2016

Nella società attuale, i ritmi della trasformazione hanno registrato un’accelerazione tale che, per la prima volta nella nostra storia, la generazione adulta non riesce ad immaginare la società che attende i propri figli. Per queste ragioni, emerge una domanda di comprensione del presente, prima ancora della previsione del futuro. Per il supporto della salute sessuale femminile, gli sforzi attuali sono contrapposti ad una certa pressione ad uniformarsi all’oggetto dei desideri maschili. Il continuo richiamo esercitato da uno sguardo, esterno o interno, sull’aspetto fisico interrompe la concentrazione e diminuisce la possibilità di entrare in contatto con le proprie sensazioni ed i propri bisogni. L’auspicio è quello che sempre più si diffonda la cultura del gruppo di studio e di intervento, formato da figure professionali diverse ed integrate, che possano cogliere gli aspetti fisiologici, psicologici, relazionali e culturali, sia nelle loro peculiarità, sia nello loro interazioni reciproche.