LIBRI DI LAURA ZANFRINI

Persistent stereotypes and myths of ageing in societies and cultures influence the attitudes and behaviours of leaders and colleagues in social and professional contexts. The aim of this article is to analyse the leader’s perception of their own ageing and of the ageing of their employees as well as the attitudes and behaviour of leaders towards individualised, age-related leadership. This research draws on Weber’s social closure theory and Luhmann’s inclusion/ exclusion theory to explain age discrimination as a cultural process and to understand t he i nfluence o f s tatus a nd p ower o n i nteractive l eadership behaviour towards older employees. The article presents the concept of individualised, age-related leadership and an empirical analysis of the four social dimensions associated with this concept, aiming at a better understanding of age perceptions and images of leaders, and of their leadership attitudes and behaviours towards older and ageing employees.

Il modello europeo di regolazione dei flussi migratori, tradizionalmente fondato sulla figura del lavoratore ospite, ha consentito di posporre nel tempo la questione dell’inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti di cittadinanza, cioè a dire la questione dei "confini" del welfare. L’evoluzione del fenomeno migratorio, la sua trasformazione in una presenza stabile ed eterogenea, a maggiore ragione la com- parsa di una seconda generazione hanno costretto i paesi europei ad arricchire il paniere dei diritti offerti agli immigrati e alle loro famiglie, senza però risolvere in modo definitivo il paradosso storico della vicenda europea: il tentativo di tenere insieme la logica economicista alla base del modello europeo di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che afferma il primato dei diritti della persona sulla stessa prerogativa degli Stati di "scegliersi" i propri cittadini e decidere il trattamento da riservare agli stranieri. Un tentativo che, oggi come ieri, esita in soluzioni compromissorie che rivelano, a un tempo, il carattere di artefatto politico e culturale del concetto di cittadinanza nazionale e gli esiti paradossali cui può condurre l’applicazione di una logica di condizionalità nell’accesso ai diritti.

Il volume invita a riflettere sui modi per riconciliare lavoro, welfare e cittadinanza, contrastando le derive che si profilano soprattutto in una fase di recessione come l’attuale: contrattualizzazione della cittadinanza; segmentazione del mercato del lavoro; fragilizzazione dei lavoratori liminali; individualizzazione delle protezioni e ampliamento delle disuguaglianze. Derive che investono in primo luogo alcune categorie sociali e, nel tempo, l’intera società, fino a minarne la coesione e la capacità competitiva.

This essay, based on the results of a big inquiry carried out in Lombardy, put under observation the unemployment of immigrants issue, allowing us to throw light upon a universe which has remained up to now at the margins of researchers’ attention; a universe that must not, however, makes us forget the steps forward in the adaptation process of the last few years, tough having much greater implications. By focusing on the most marginal component of immigration, that is the unemployed or underemployed one, we demonstrate that evoking an ethnic difference could turn useful to obscure the new inequalities that are being shaped by the transformations of production processes and regulatory systems that mark the transition to post-fordism of our economies and societies. A sort of parallel labour market may therefore be ahead that, by exasperating the functionalist dimension of immigration, makes it eventually more and more competitive for the most vulnerable brackets of native supply.