LIBRI DI SIMONA MORI

Simona Mori, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli, Marco Meriggi

Un confronto sui sistemi di polizia politica nell’Italia preunitaria.

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 176 / 2022

Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell’Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell’intero continente con strategie coordinate. L’esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l’intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all’attività cospirativa degli esuli, per l’altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell’incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un’intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell’intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l’allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d’insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell’Italia restaurata.

Simona Mori

Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti

SOCIETÀ E STORIA

Fascicolo: 173 / 2021

I sette contributi che compongono il dossier sono l’esito di un seminario tenutosi presso l’Università degli studi di Milano nell’ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all’età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l’autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell’Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.

Stefano Levati, Simona Mori

Una storia di rigore e di passione

Saggi per Livio Antonielli

I quarantasette saggi raccolti nel volume vogliono rendere omaggio a un maestro, un amico e un collega che conclude la carriera universitaria, Livio Antonielli. Queste pagine testimoniano l’ampio spettro di interessi che ha accompagnato la carriera accademica e scientifica di questo studioso e più in generale la sua curiosità per ogni aspetto della vita dell’uomo e della storia, anche oltre i temi da lui più assiduamente frequentati.

cod. 2000.1505

Maria Cristina Amoretti

Natura umana, natura artificiale

Fino a che punto i recenti sviluppi delle varie scienze che si occupano della mente hanno modificato l’immagine che abbiamo di noi stessi in quanto esseri umani? Il volume cerca di gettare una nuova luce sui rapporti che legano natura umana e natura artificiale, interrogandosi sulla possibilità di una mente “materiale” e sull’eventuale rilevanza del suo particolare substrato biologico.

cod. 490.96

Stefano Levati, Marco Meriggi

Con la ragione e col cuore

Studi dedicati a Carlo Capra

Un omaggio degli allievi e dei colleghi modernisti milanesi a Carlo Capra in occasione dei suoi 70 anni. Il volume affronta diversi aspetti della società italiana dalla fine del Medioevo al secondo dopoguerra: dall’affermazione delle classi dirigenti milanesi del Cinquecento ai progetti editoriali di Raffaele Mattioli; dal monopolio sul tabacco durante la guerra dei Trent’anni alla condizione operaia nell’Italia di fine XX secolo... In chiusura una bibliografia aggiornata degli scritti di Capra.

cod. 2000.1241

Isabella Lucchese, Rita Melillo

Le ragioni degli altri.

Scritti in onore di Domenico Antonino Conci

Un omaggio alla più che ventennale presenza nell’Università Suor Orsola Benincasa di Domenino Antonino Conci, la cui personalità si è imposta nelle Facoltà di Lettere e di Scienze della Formazione non solo per le qualità di studioso. Tradizioni popolari, arte, cinema, la conoscenza vasta e diretta dei classici hanno fatto di Conci un riferimento essenziale per l’Università tutta.

cod. 2000.1210