Dalle mani alla carta: aspetti teorici e metodologici della notazione della Lingua Italiana dei Segni

Journal title RASSEGNA DI PSICOLOGIA
Author/s Daniela Fabbretti, Elena Pizzuto
Publishing Year 1 Issue 2000/2 Language Italian
Pages 22 P. File size 86 KB
DOI
DOI is like a bar code for intellectual property: to have more infomation click here

Below, you can see the article first page

If you want to buy this article in PDF format, you can do it, following the instructions to buy download credits

Article preview

FrancoAngeli is member of Publishers International Linking Association, Inc (PILA), a not-for-profit association which run the CrossRef service enabling links to and from online scholarly content.

Lo scopo di questo articolo è quello di discutere un tema che riteniamo centrale per lo studio delle lingue dei segni usate dalle persone sorde: il bisogno di trovare mezzi appropriati per la trascrizione e la notazione dei testi scritti. Le lingue dei segni possono essere descritte come lingue parlate ma hanno anche delle caratteristiche specifiche (ad es. sono organizzate anche nello spazio). L’uso di un sistema appropriato di notazione è ovviamente una condizione essenziale per studiare adeguatamente le lingue dei segni. I ricercatori principalmente interessati agli aspetti più "fonetici" o fonologici del linguaggio fanno affidamento su sistemi che analizzano i segni nelle loro sotto-componenti (Stokoe, 1960; Miller, 1994; 2000). Questi sistemi, però, sono molto difficili da usare per trascrivere sequenze di segni così come occorrono nel discorso. Infatti, i ricercatori che lavorano sulla sintassi, il discorso e la semantica, preferiscono sistemi di notazione basati sulle glosse che fanno affidamento su etichette per i significati dei segni in, ad esempio, italiano scritto (Miller, 1994; 2000). Nel presente articolo discutiamo alcuni problemi legati alla notazione delle lingue dei segni e presentiamo una rassegna critica di alcuni sistemi di notazioni in uso. In particolare, discutiamo alcuni problemi legati alla notazione del discorso nelle lingue dei segni a all’uso delle glosse con particolare riferimento alla Lingua Italiana dei Segni. Infine, descriviamo una notazione, basata sulle glosse, dei testi prodotti nella Lingua Italiana dei Segni che abbiamo usato nelle nostre ricerche. Crediamo che discutere su questi temi possa essere utile per comprendere le lingue parlate, le lingue visivo-gestuali e la relazioni fra loro.

Daniela Fabbretti, Elena Pizzuto, Dalle mani alla carta: aspetti teorici e metodologici della notazione della Lingua Italiana dei Segni in "RASSEGNA DI PSICOLOGIA" 2/2000, pp , DOI: