Explanation in the social sciences

Titolo Rivista EPISTEMOLOGIA
Autori/Curatori Giuliano Di Bernardo
Anno di pubblicazione 2012 Fascicolo 2012/2 Lingua Inglese
Numero pagine 14 P. 197-210 Dimensione file 586 KB
DOI 10.3280/EPIS2012-002002
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This paper treats a classical topic of scientific epistemology from a new point of view. It considers biology to be a science intermediate between physics and sociology, and the transition from physics to biology as proceeding upwards. As a consequence, any type of reductionism will be avoided. The foundation of sociology can now be viewed as an extension of physics and biology. Indeed social reality is built by means of constitutive rules that create those social facts that have been denominated ‘institutional’ (such as governments and all state institutions, marriage, and money). Having argued for the connection among values and norms (ought-to-be) and actions (is), the problem is that of justifying this connection. Can values and norms be reasons that explain action? Can reasons be understood as causes? In this paper the thesis is advocated that reasons are not sufficient for causally explaining actions. Taking up the classical analysis of ‘practical inference’, I want to point out that, if from the reasons for action (understood as causes) logically followed the action itself, the reasons would be sufficient causes of the action: indeed, this would eliminate free will. For this reason, we must examine the problem of free will. My conclusion is in favor of the position of B. Libet, who has demonstrated free will experimentally, and therefore the nondeterministic nature of the practical-inferential model.

Questo articolo tratta un classico tema della epistemologia scientifica da un nuovo punto di vista. Considera infatti la biologia come una scienza intermedia tra la fisica e la sociologia, e la transizione dalla fisica alla biologia come procedente in direzione ascendente. Di conseguenza, sarà evitato qualsiasi tipo di riduzionismo. La fondazione della sociologia può ora essere vista come un’estensione della fisica e della biologia. Infatti la realtà sociale viene costruita per mezzo di regole costitutive che creano quei fatti sociali che sono stati denominati "istituzionali" (come i governi e tutte le istituzioni statali, il matrimonio e il denaro). Avendo argomentato in favore della connessione tra valori e norme (dover-essere) e azioni (essere), il problema è quello di giustificare tale connessione. Valori e norme possono essere ragioni che spiegano l’azione? Le ragioni possono essere intese come cause? In questo articolo viene difesa la tesi che le ragioni non sono sufficienti per spiegare causalmente le azioni. Riprendendo la classica analisi della "inferenza pratica", intendo evidenziare che, se dalle ragioni per un’azione (intese come cause) seguisse logicamente l’azione stessa, le ragioni sarebbero cause sufficienti dell’azione: ciò eliminerebbe infatti il libero arbitrio. Per questo motivo, dobbiamo appunto esaminare il problema del libero arbitrio. La mia conclusione è in favore della posizione di B. Libet, che ha dimostrato sperimentalmente il libero arbitrio, e perciò la natura non-deterministica del modello pratico-inferenziale.

Keywords:Biologia, scienze sociali, spiegazione causale, inferenza pratica, Libet, libero arbitrio.

Giuliano Di Bernardo, Explanation in the social sciences in "EPISTEMOLOGIA" 2/2012, pp 197-210, DOI: 10.3280/EPIS2012-002002