Titolo Rivista RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA
Autori/Curatori Matteo Tonna
Anno di pubblicazione 2025 Fascicolo 2025/3
Lingua Italiano Numero pagine 16 P. 11-26 Dimensione file 677 KB
DOI 10.3280/RSF2025-003002
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La montagnaterapia si riferisce ad uno specifico approccio metodologico a carattere terapeuticoriabilitativo, finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti patologie e progettato per svolgersi nell’ambiente culturale e naturale della montagna. Il presente contributo mira ad un inquadramento neuroscientifico e fenomenologico della montagnaterapia, chiarendone la specificità nell’ambito dei disturbi dello spettro schizofrenico. Secondo un orientamento fenomenologico, le eterogenee costellazioni sintomatologiche della schizofrenia possono essere ricomprese entro una condizione basale di disincarnazione (disembodiment), ovvero una compromissione primaria del Sé corporeo. Il Sé corporeo si costruisce durante l’ontogenesi nell’esperienza sensomotoria di una persona in relazione al suo ambiente; è pertanto per sua natura dinamico e intersoggettivo, plasmandosi fin dall’inizio nella relazione con gli altri e per mezzo delle nostre potenzialità di azione. Sul piano neurofisiologico, il Sé corporeo si radica su una estesa rete neurale di integrazione sensomotoria. Durante l’evoluzione, questa stessa diffusa connettività sensomotoria è stata ampiamente riutilizzata al servizio di proprietà emergenti specificatamente umane, portando ad un delicato equilibrio neuroevolutivo tra una rete sinaptica geneticamente cablata preposta alla organizzazione sensomotoria di base e flessibili pattern di riconfigurazione neurale, modellati dal milieu socioculturale, per alte funzioni cognitive, sociali e linguistiche. Il “costo” di tale flessibilità è la vulnerabilità, intrinseca al sistema, ad una eccessiva lassità neurale fino alla completa disconnettività, rappresentata dal fenotipo schizotassico. La perdita della “evidenza naturale” nella schizofrenia è pertanto la perdita di quel sentire preriflessivo, mediato dal nostro corpo, che colora ogni nostra relazione di un vissuto di familiarità. La montagna è l’ambiente in cui più agevolmente può essere costituita tale “naturalità”. In montagna tutto ritorna a livelli più basali, a stimoli elementari, univoci ed essenziali, legati ad un sentire corporeo, che diventa pertanto potente fattore di riorganizzazione cognitivoaffettiva in soggetti ove questa stessa esperienza è notevolmente indebolita.
Parole chiave:sé corporeo, sensomotorio, neurosviluppo, disconnettività, sintomi negativi.
Matteo Tonna, La montagnaterapia: applicazioni nella gestione dei disturbi dello spettro schizofrenico in "RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA" 3/2025, pp 11-26, DOI: 10.3280/RSF2025-003002