La presenza di immigrati e immigrate dall'Europa Orientale, dall'Africa, dall'Asia e dal Sud America è ormai una realtà consolidata nella società italiana, che tuttavia stenta ancora a prenderne pienamente coscienza. E secondo ogni previsione è destinata a crescere non poco, sia pur molto più lentamente di quanto vuole far credere chi parla di invasione. Ma questo termine è usato a sproposito anche quando si sostiene che tutta l'immigrazione contemporanea è dovuta alla fuga dai paesi d'origine. In realtà i complessi e segmentati mercati del lavoro delle società ricche esercitano un forte potere di attrazione per occupare aree di lavoro per cui non sono più disponibili i giovani locali. E questo è anche il caso italiano, almeno per alcune realtà regionali e settoriali.

Ci si trova di fronte, infatti, ad una pluralità di processi e di percorsi che derivano dalla forte disomogeneità dei lavoratori immigrati, ma anche dall'articolazione di sistemi produttivi locali, che proprio dalla presenza dell'immigrazione hanno ricevuto un rilevante impulso; e ciò a motivo della flessibilità delle forme d'impiego di tale popolazione e della sua persistente mobilità territoriale ed occupazionale.

Una valutazione di insieme sui problemi dell'inserimento dei lavoratori immigrati nelle economie locali è tuttavia ancora molto carente, anche per le difficoltà a leggere e ad interpretare dati e risultati di ricerche spesso troppo localistiche.

Questo volume intende fornire alcune essenziali chiavi di lettura per una più approfondita lettura dei processi in atto, anche attraverso una riconsiderazione dei molteplici contributi di ricerca, ancora necessari per sviluppare diagnosi informate su un fenomeno ormai strutturale dell'economia e della società italiana.