Il volume è vocato a un'opera di ricostruzione e organizzazione rispetto a quanto negli ultimi diciassette anni è stato prodotto in seno agli hashtag studies and research: studi e ricerche che si sono interessati degli hashtag considerandoli nei loro aspetti semiotici, linguistici, relazionali e, col tempo, nel loro divenire assemblaggi discorsivi di eventi tecnosociali.
Mantenendo quale costante oggetto di osservazione l'hashtag, si utilizza qui il dispositivo di Michel Foucault per individuarne le linee di visibilità e di enunciazione, le tensioni di sapere e di potere che produce, le dinamiche di soggettivazione e desoggettivazione che attua, le istanze che veicola.
Se ne ricava una visione aumentata dell'hashtag, in cui esso è uno strumento di enunciazione e visibilità che agisce dentro e fuori le piattaforme. È dotato di una forza connettiva che supera il segno che lo rappresenta, che si aggancia e manifesta attraverso la relazionalità cui dà corpo. Occorre considerarlo come una rete di relazionamenti complessi, una forma sociale piena abilitata dalla sua agency, la quale presuppone - implicitamente - quella degli algoritmi e degli utenti.
Il volume ha una struttura circolare che affronta la questione del doppio dispositivo - hashtag e piattaforme - e delle sue conseguenze su utenti e ricercatori sociali nel primo e nel quinto capitolo. Laddove il blocco centrale è dedicato agli hashtag, agli studi e alle ricerche, alle prospettive di analisi, alla sua storia tecno-sociale.

Gevisa La Rocca è professoressa associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nell'Università Kore di Enna. I suoi principali interessi di ricerca riguardano l'analisi degli ambienti digitali, degli hashtag studies and research, dei metodi e delle tecniche per l'esplorazione dei contenuti digitali. Nelle sue pubblicazioni più recenti si è occupata dell'hashtag #covid-19.