Le armi del diritto contro il terrorismo.

Stefano Betti

Le armi del diritto contro il terrorismo.

Un esperto Onu fra diplomazia, codici e assistenza legale

Una visione delle problematiche inerenti il terrorismo, frutto di un’esperienza maturata sul campo nel corso di numerose missioni condotte in tutto il mondo. Il libro espone le insufficienze di un quadro giuridico internazionale costruito al di fuori di un disegno omogeneo nell’arco di più di trent’anni di negoziazioni, espressione delle profonde divergenze politiche che tuttora dividono gli Stati su cosa si debba intendere per “terrorismo”.

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 288

ISBN: 9788846482570

Edizione: 1a edizione 2008

Codice editore: 1785.2

Disponibilità: Discreta

Quali sfide di tipo giuridico e pratico pongono le convenzioni internazionali sul terrorismo per gli Stati che intendono adeguarvisi? È realistico pensare che i terroristi approfittino di "vuoti normativi" per stabilire un terreno operativo propizio e garantirsi l'impunità nell'eventualità di essere catturati? Che cosa sta facendo concretamente la comunità internazionale per fornire assistenza legale agli Stati afflitti da una mancanza cronica di risorse? Infine, quali risultati sono stati raggiunti finora e cosa resta ancora da fare perché i sistemi di giustizia penale diventino efficaci strumenti di contrasto del terrorismo internazionale?
Sono alcuni degli interrogativi cui cerca di rispondere l'autore, funzionario della Terrorism Prevention Branch dell'Onu, proponendo una visione di queste problematiche nell'intreccio di teoria e soprattutto esperienza maturata sul campo, nel corso di numerose missioni condotte in tutto il mondo, dall'Africa sub-sahariana, al sud-est asiatico. Lungi dall'essere combattuta unicamente nei teatri bellici o dai servizi segreti, infatti, la guerra al terrorismo si avvale della consulenza offerta dall'Onu per l'adattamento della legislazione penale degli Stati agli standard internazionali. Una partita, questa, giocata al di fuori dei riflettori dei mass media, che tuttavia ha assunto una dimensione planetaria dopo l'11 settembre 2001. Il libro si sofferma sulle caratteristiche di un quadro giuridico internazionale nato al di fuori di un disegno omogeneo nell'arco di più di quarant'anni di attività diplomatica, espressione delle profonde divergenze politiche che tuttora dividono gli Stati su cosa si debba intendere per terrorismo. Tuttavia, ciò non significa che la minaccia del terrorismo non possa essere affrontata.
La domanda chiave diventa allora la seguente: come utilizzare più efficacemente gli strumenti di cui disponiamo oggi, ciò che l'ansia di raggiungere una definizione globale del terrorismo fa spesso passare in secondo piano? Senza dimenticare, ed è questo un tema ricorrente del libro, che per reagire in modo serio al terrorismo globale è fondamentale far sí che le convenzioni internazionali siano viste come strumenti di lavoro normali, il "pane quotidiano" di qualunque operatore giuridico. Il problema appare tanto più complesso in quanto una parte consistente del mondo, fra cui alcuni settori del mondo islamico, esprime forti riserve nei confronti di ciò che viene spesso percepito come un nuovo velato tentativo di colonizzazione culturale da parte dell'Occidente. In materia di terrorismo più che altrove, è allora di primaria importanza favorire la creazione di una cultura dell'applicazione delle norme internazionali cui nessun trattato, per quanto ben scritto, potrà mai supplire.

Stefano Betti è funzionario del Servizio di Prevenzione del Terrorismo delle Nazioni Unite. Giurista, laureato all'Università di Milano e specializzatosi alla London School of Economics, nel corso degli ultimi anni ha fornito a decine di Stati consulenza legale per l'attuazione delle convenzioni internazionali contro il terrorismo. Ha pubblicato, su varie riviste scientifiche, diversi contributi sui temi del terrorismo e della criminalità organizzata.



Stefano Dambruoso, Prefazione
Premessa
Introduzione
Parte I. Il quadro giuridico internazionale: aspetti generali e dinamiche
L'approccio della comunità internazionale: breve excursus storico dal 1937 a oggi
Il quadro giuridico di oggi: le convenzioni settoriali
(Procedere a piccoli passi; Che cosa chiedono agli Stati; Se ne potrebbe fare a meno?)
Pregi e limiti delle convenzioni sul territorio
(Un approccio incentrato sulla giustizia penale; La "transazionalità" del reato; Il terrorismo di Stato; Una copertura del fenomeno "terrorismo" lacunosa?)
Il quadro giuridico di domani: una convenzione globale contro il terrorismo?
(Il lento cammino verso una possibile nozione di terrorismo; I punti caldi: terrorismo in tempo di guerra, forze armate e lotte di liberazione nazionale)
È ora di cambiare musica!
(Le sanzioni contro Al Qaeda e i Talebani; Il mondo non è più quello di una volta: la risoluzione 1373 del 2001)
Chi controlla l'attuazione del quadro giuridico contro il terrorismo?
(Che fare con gli Stati inadempienti; Il Comitato contro il terrorismo)
Garanzie dell'individuo e misure anti-terrorismo
(Diritti dei terroristi o diritti dei cittadini contro i terroristi?; La collocazione dei diritti umani nelle convenzioni sul terrorismo; Chi se ne occupa e a chi spetta progettarli?)
Parte II. Adeguare i codici alle norme internazionali
Il travaso delle convenzioni sul terrorismo negli ordinamenti statali
(L'entità del travaso ossia quanto inchiostro utilizzare; Leggi di civil law e di common law: differenza di stile o di sostanza?)
Rendere operativi gli obblighi internazionali: le scelte legislative di fondo
(L'11 settembre: occasione di riforma globale; Introdurre procedure e organi speciali per i reati di terrorismo?; Proteggere i testimoni e risarcire le vittime; La prudenza non è mai troppa: fare le leggi quando ancora non servono; Andare oltre il minimo comune denominatore?; Predisporre una strategia "globale")
Il terrorismo nei codici penali: la varietà degli approcci
(Il terrorismo è definito ed espressamente previsto come reato; Il terrorismo esiste come concetto ma non è definito; Il terrorismo non esiste né come concetto né come reato)
Aggiornare i codici penali
(I codici penali alla luce delle convenzioni sul terrorismo; Perché reprimere i fatti previsti dalle convenzioni?; Pene e sovranità dello Stato; I dilemmi del legislatore: mettere in pratica le convenzioni sulle armi di distruzione di massa)
Intervenire prima della tempesta, ma quanto prima?
(Terrorismo, diritto penale e prevenzione; Tradurre in pratica l'approccio preventivo)
Il terrorismo commesso per cause nobili è sempre terrorismo?
(Terrorismo e motivazioni politiche, ideologiche, religiose ecc.; Alla ricerca di una risposta sanzionatoria equa: circostanze attenuanti, discrezionalità, filtri ministeriali)
La longa manus del giudice
(Un ampio spettro di criteri giurisdizionali, non solo reati; L'altra faccia della medaglia: i conflitti di competenza; Aut dedere aut judicare: meno semplice di quanto appaia)
Costruire ponti fra gli Stati: la cooperazione internazionale
(Meccanismi per l'estradizione e la collaborazione giudiziaria; Trasferire il tutto nei codici di procedura penale; Una nuova "cultura" della cooperazione)
Parte III. L'assistenza legale dell'Onu: fra consulenza giuridica e diplomazia
Più di un semplice manuale d'istruzioni
(Il diritto penale internazionale, questo sconosciuto!; Assistenza legale "su misura")
Chi domanda, chi finanzia e chi fornisce l'assistenza
(Assistenza legale e marketing; Chi la fornisce; Stati bisognosi e non; Le strettoie della contribuzione volontaria; Parametri e mandati)
Modalità, metodologie e strumenti di lavoro
(Seminari per l'assistenza legale; Formazione e videoconferenze; Banche dati, guide e modelli legislativi; I partenariati con le altre organizzazioni internazionali; Valutare l'impatto: i performance indicators)
Far passare il messaggio
(Quando politica e passioni entrano nel dibattito sul terrorismo; Traduttori e interpreti in gamba: merce pregiata; Identificare gli interlocutori giusti; Meccanismi che si inceppano: le difficoltà nella trasmissione della conoscenza)
L'assistenza dell'Onu è cieca!
(Stati terroristi; Altri Stati poco virtuosi; Un servizio per tutta la comunità internazionale)
"Il nostro Paese ha altre priorità!"
(Il terrorismo è "roba d'altri"; Quando i sistemi di giustizia penale affondano; Neocolonialismo e presunte incompatibilità culturali)
Conclusione: siamo sulla buona strada?
(Servono nuove convenzioni?; Diffusione dei testi, apprendimento e persuasione; Il bilancio degli ultimi anni e le prospettive)
Appendici
United Nations Global Counter Terrorism Strategy
Risoluzione del Consiglio di sicurezza 1373 del 2001
Risoluzione del Consiglio di sicurezza 1735 del 2006
Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, 1999
Tavola comparativa delle ratifiche delle convenzioni sul terrorismo
Fonti bibliografiche.

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