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Francesco Moret, Giovanni De Sario, Diego Saccon

Pratiche di riabilitazione psicosociale: un progetto di coaching sociale e abitativo

MISSION

Fascicolo: 52 / 2018

Nel presente lavoro si analizza un progetto di coaching sociale e supporto all’abitare del Ser.D. dell’AULSS 4 Veneto Orientale dedicato a pazienti che necessitano di interventi di riabilitazione psicosociale nell’ottica del recovery.Vengono presentate sia le caratteristiche del dispositivo riabilitativo che una valutazione quantitativa degli esiti di un gruppo di 29 pazienti trattati nell’arco temporale 2015-2018.La valutazione quantitativa è stata effettuata utilizzando un questionario elaborato assumendo come riferimento la scala HoNOS. Si accenna inoltre alla dimensione narrativa della relazione attraverso due frammenti di interazione paziente-educatore con il fine di evidenziare come l’affiancamento educativo permetta all’operatore di diventare per il paziente un mediatore psichico ed allo stesso tempo un potenziatore delle sue social skills.Benché siano evidenti i limiti metodologici insiti nel campione numericamente esiguo, nel carattere osservazionale del lavoro e nell’uso di un questionario non validato, la maggior parte dei casi trattati mostra un miglioramento nei punteggi relativi alle competenze psicosociali, che è più evidente in quelli che hanno avuto almeno 18 mesi di trattamento.In conclusione si ritiene opportuno dare continuità al progetto estendendone l’applicazione e migliorando nel contempo la valutazione degli esiti.

Un paziente ad "Elevata Complessità SocioSanitaria" (ECoSS), rappresenta l’esito conclusivo di un investimento terapeutico e, tendenzialmente, non ha più possibilità di riabilitazione; quindi, impegnerà risorse del sistema di cura per tutta la durata della sua vita, costituendo un elemento da considerare in termini di programmazione e investimento delle risorse.  A fronte di queste considerazioni, si pongono diverse questioni. Quando è possibile definire un paziente ECoSS? Qual è la prevalenza dei pazienti che possono essere definiti ECoSS sul totale di quelli in cura? Quali caratteristiche specifiche hanno rispetto ai pazienti "non ECoSS" in cura e rispetto alla popolazione generale? Sono stati esaminati 1003 pazienti allo scopo di rispondere a queste domande.

I sistemi regionali si sono recentemente spostati da logiche competitive a logiche collaborative. Questo ha stimolato a livello di sistema la ricerca di logiche e strumenti di coordinamento interaziendale, tra cui le reti inter-aziendali. Esse sono nate spesso come black box, con finalismi ampi e universali. Il paper propone un framework di classificazione dei diversi finalismi possibili e delle distinte caratteristiche organizzative conseguenti. Il framework è usato per rileggere l’evoluzione delle reti in Lombardia. Emerge una matrice basata su due distinte logiche: reti di patologia con l’obiettivo di sviluppare ricerca, knowledge management per materia e disciplina medica e definizione del livello di specializzazione e del focus di processo assistenziale di ogni nodo; reti di gestione della cronicità per supportare la fruizione e il case management dei pazienti. Esistono quindi reti distinte, con finalità specifiche, logiche organizzative caratteristiche e strumenti operativi ad hoc.

Carla Rognoni, Silvio Brusaferro, Elisabetta Caselli, Luca Arnoldo, Gabriele Pelissero, Vincenza La Fauci, Paola Antonioli, Filippo Berloco, Silvano Nola, Nelso Trua, Lorenzo Tognon, Giovanni Villone, Maddalena Coccagna, Maria D’Accolti, Matteo Bisi, Luca Lanzoni, Irene Soffritti, Antonella Volta, Sante Mazzacane, Rosanna Tarricone

Controllo delle infezioni ospedaliere attraverso un sistema di sanificazione a base di probiotici: valutazione clinica ed economica

MECOSAN

Fascicolo: 107 / 2018

Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) rappresentano un problema globale, influenzato dalla crescente resistenza ai farmaci degli agenti patogeni associati. La persistente contaminazione delle superfici ospedaliere contribuisce alla trasmissione delle ICA, che non è controllata in modo efficiente dai sistemi di sanificazione convenzionali. La sanificazione convenzionale, basata su agenti chimici, non impedisce la ricontaminazione, ha un elevato impatto ambientale e può favorire la selezione di ceppi microbici resistenti. Un sistema di igiene eco-sostenibile a base di probiotici (Probiotic Cleaning Hygiene System, PCHS) ha recentemente dimostrato di abbattere stabilmente i patogeni di superficie, senza selezionare specie resistenti agli antibiotici. Sulla base di questi risultati, è stato effettuato uno studio per analizzare l’impatto del sistema PCHS sull’incidenza delle ICA e sugli effetti correlati, come il consumo di farmaci ICA- associato e i relativi costi. Lo studio, di tipo multicentrico pre-post-intervento, è stato condotto per 18 mesi nei reparti di medicina interna di cinque ospedali pubblici italiani. L’intervento consisteva nella sostituzione del sistema di sanificazione convenzionale con il sistema PCHS. La carica batterica superficiale è stata anch’essa oggetto di analisi. Globalmente sono stati esaminati 11842 pazienti e 24875 campioni ambientali. Il sistema PCHS è risultato associato a una significativa riduzione dell’incidenza cumulativa di ICA, passando da un valore globale del 4.8% al 2.3% (OR = 0.44, IC 95% 0.35 ± 0.54) (p < 0.0001). Contemporaneamente, il sistema PCHS è stato associato a una diminuzione stabile dei patogeni di superficie rispetto al sistema tradizionale (diminuzione media dell’83%, range 70 ± 96.3%). Il consumo di farmaci associato all’insorgenza di ICA ha mostrato una diminuzione globale del 60.3%, con una riduzione del 75.4% dei costi associati. In conclusione, i risultati hanno mostrato che l’utilizzo di un sistema di sanificazione ambientale basato su probiotici può essere associato a una diminuzione significativa del rischio di contrarre un’ICA durante il ricovero e a una altrettanto significativa riduzione dei costi associati. Esperienze più ampie e in altre popolazioni target potrebbero confermare la validità di questo approccio ecosostenibile, che potrebbe rientrare nelle strategie di controllo e di prevenzione delle infezioni.

La scelta di creare aziende sanitarie di grandi dimensioni, con la finalità di razionalizzare e incrementare l’efficienza gestionale e operativa, è una tendenza ormai diffusa e consolidata. I risultati oggettivi di queste unioni non sono stati ancora misurati, tuttavia le ricadute che si determinano sui servizi di supporto logistico e sulle unità operative di staff sono immediate. Questo rende necessario un rapido riorientamento del loro ruolo e una revisione degli strumenti tecnici di gestione per adeguarli alla nuova realtà. Il presente lavoro documenta come il Controllo di Gestione della neocostituita Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano ha affrontato questa situazione ridefinendo il proprio ruolo, progettando e implementando nuovi supporti tecnologici personalizzati e adeguati alla dimensione e alla complessità della nuova ATS.

Angelo Rosa, Giuliano Marolla, Giovanni Gorgoni

Il modello di rete Hub & Spoke: fattori critici di successo e barriere organizzative

MECOSAN

Fascicolo: 107 / 2018

Negli ultimi anni il Sistema Sanitario Nazionale è stato chiamato a rispondere a due grandi pressioni: da una parte assicurare gli obiettivi assistenziali attraverso l’equità di accesso ai servizi e l’incremento della sicurezza e della qualità delle cure, dall’altra ottimizzare l’utilizzo delle risorse attraverso il raggiungimento di elevati livelli di efficienza. Tra i modelli organizzativi in grado di rispondere a tali sfide i modelli di rete rappresentano, senza dubbio, la soluzione più adottata da molte realtà nazionali. In Italia il D.M. n. 70 del 2 aprile 2015 "Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera" individua nell’Hub & Spoke il principale modello di rete di riferimento per gli ospedali, lasciando grande discrezionalità alle Regioni sulle strategie e modalità operative di implementazione. In questo quadro l’obiettivo dello studio è identificare gli aspetti critici e le barriere percepiti dagli attori coinvolti nel cambiamento organizzativo. Attraverso un’analisi basata sul Delphi Method si vuole, quindi, offrire ai policy-makers alcune considerazioni per la progettazione delle reti Hub & Spoke.

Pierluigi Catalfo, Livio Ferrante, Francesco Reito

Nulla salus sine labore

MECOSAN

Fascicolo: 107 / 2018

Il presente lavoro si pone l’obiettivo di contribuire all’analisi della relazione tra disoccupazione e salute nei giovani adulti. L’analisi empirica si basa su un originale dataset proveniente dall’indagine europea CUPESSE, tenutasi nell’anno 2016, su un campione di oltre 20.000 giovani adulti di età compresa tra 18 e 35 anni residenti in 11 diversi Paesi. I risultati mostrano la presenza di una stretta associazione tra problemi lavorativi e peggioramento dello stato di salute, permettendo al contempo di distinguere le categorie di soggetti che patiscono maggiormente tale relazione. Particolare attenzione è posta sul confronto tra la realtà italiana e quella svizzera, e ai diversi approcci messi in atto per affrontare tale problema.

A cura della Redazione

Referee 2017

STORIA URBANA

Fascicolo: 161 / 2018

A cura della Redazione

Abstracts

STORIA URBANA

Fascicolo: 161 / 2018

Francesco Mazzucotelli

Rigenerazione e trasformazione urbana nella Turchia contemporanea

STORIA URBANA

Fascicolo: 161 / 2018

Gli studi sullo sviluppo urbanistico in Turchia negli ultimi vent’anni hanno messo in luce il forte impatto delle politiche macroeconomiche neoliberiste, con l’accumulo di capitale domestico reinvestibile nel settore edilizio, e delle modifiche di diritto amministrativo che hanno sostanzialmente aumentato il potere discrezionale delle ammi nistrazioni locali. In questo contesto, il governo e i municipi a guida AKP hanno promosso, spesso per motivi elettorali, politiche di intensa urbanizzazione e rigenerazione urbana, declinate sotto forma di costruzione di nuovi quartieri satellite o di riqualificazione delle periferie informali basate sul ben noto modello del gecekondu. Motivazioni di ordine pubblico, salute, decoro e sicurezza antisismica hanno spesso fornito una patina di legittimazione a interventi molto estesi, il cui strumento attuativo è stato un’agenzia governativa di edilizia pubblica nota come TOK?I, oltre che numerose sinergie tra settore pubblico e privato. La convergenza di interessi privati e interessi politici è particolarmente evidente nell’ambiente di media imprenditoria delle città di provincia e di orientamento religioso che è stato definito come "post-islamismo orientato al mercato".

Reza Arjmand, Masoumeh Mirsafa

Ephemeral space sanctification and trespassing gender boundaries in a Muslim city

STORIA URBANA

Fascicolo: 161 / 2018

A distinct feature of Muslim cities is demarcated separation between zones of public economic and private domestic activities. Such spatial distinction has been the organic extension of a social structure with limited presence of women in public zones. However, separation of spaces in the Muslim city and the way it is utilized, shaped and reproduced by men and women is not a simple case of dividing public-­private geographies and assigning them to males and females, respectively, and has been subject to appropriations and adaptations. The Shiite traditional Muharram procession is one of the instances of such appropriation which produces a semi-­private or tertiary (social and spatial) realm, where gendered behaviours are more fluid, the loyalties of the kin stretch beyond the dominant normative, and both men and women move with greater ease. Such spatial fluidity exacerbated during the rituals of Muharram, where presence of women in public space is promoted and invigorated. Among other means, the ephemeral space sanctification is utilized to create a space where the social sanctions are temporarily lifted, and gender spatial boundaries are suspended. As an ethnographical piece of research using methods informed by urban planning and urban sociology and based on a cross-­disciplinary study of gendered spatial divisions (socially and architecturally), this article endeavours to investigate the notion of ephemeral space sanctification in a Muslim city among the Guilani population in Lahijan, in northern Iran.

Elena Maestri

La "sposa del mare": Jeddah e la sua memoria storica all’alba del XXI secolo

STORIA URBANA

Fascicolo: 161 / 2018

Jeddah, "sposa del mare" intrinsecamente legata ai commerci e ai traffici marittimi e "porto della Mecca", culla dell’Islam e meta dei pellegrini, è oggetto di un’indagine che mira a ripercorrere alcuni momenti chiave della storia della città, sino all’evoluzione più recente. Oggi anche questa realtà urbana è divenuta sempre più complessa, costretta a far fronte a nuove problematiche e sfide imposte dallo sviluppo, dalla modernità e dalla crescita demografica. La memoria storica e il tema della sostenibilità socioculturale degli spazi urbani antichi e nuovi sono considerati alla luce di un interessante dibattito interno, di cui si coglie l’importanza per il futuro di questa grande città saudita e per le sue risorse umane

The city of Dubai, as well as other Arab Gulf cities, have been rightly privileged in the field of urban studies as applied to the Arab/Middle Eastern region. The spectacular rise of Arab Gulf cities is often referred to as a model for other cities, particularly in the Arab Middle/Eastern region, where many architects, contractors and urban planners aspire to replicate. However, is that really what is happening? This paper argues that the focus on the Gulf model conceals local dynamics in cities across the Arab world, which also has implications in terms of understanding the trend of ‘neoliberal urban developments’ in the region. This paper will use the cases of the ‘Abdali project’ in Amman, Jordan, and the ‘Solidere project’ in Beirut, Lebanon, to show the limits of understanding these developments as cookie cutter models of Gulf cities and to demonstrate that more attention needs to be paid to the local circumstances, dynamics, and influences that shaped urban developments in the two Levantine capital-­cities.