Bioetica tra scienza e superstizione

Titolo Rivista SOCIOLOGIA DEL DIRITTO
Autori/Curatori Morris L. Ghezzi
Anno di pubblicazione 2010 Fascicolo 2010/2 Lingua Italiano
Numero pagine 17 P. 7-23 Dimensione file 503 KB
DOI 10.3280/SD2010-002001
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Questo articolo tratta dei limiti che la bioetica deve imporre alle normative statali nella regolamentazione dei comportamenti da tenere in situazioni riguardanti il tema della vita e della morte dell’essere umano. Ovviamente per individuare tali limiti è necessario in via preliminare procedere alla definizione dei concetti di vita e di morte da un punto di vista sia filosofico, sia giuridico. Negli Stati democratici e laici la legge deve rispettare le libere scelte dei cittadini in materie che coinvolgono esclusivamente la dimensione individuale dell’essere umano. Pertanto, poiché la vita e la morte sono proprio dimensioni specificatamente soggettive ed individuali, di fronte alle quali la collettività deve fermarsi ad ascoltare l’opinione del diretto interessato, la legge più che formulare imperativi, deve tracciare spazi di libera scelta entro i quali il singolo individuo possa trovare difesa per la realizzazione delle proprie ultime volontà. Nella cultura umana la distinzione tra naturale ed artificiale è priva di significato, poiché la creatività culturale produce artificialità, ma è naturale per l’essere umano. Dunque, non esistono parametri oggettivi per indicare scelte naturali in bioetica, ma ogni visione è possibile, ogni posizione etica è rispettabile. In materia bioetica non può esistere eteronomia, ma solo autonomia del singolo individuo e ciò impone anche che la ricerca scientifica resti libera da qualsiasi vincolo di natura superstiziosa, religiosa o politica e trovi limiti esclusivamente nell’eguale libertà di scelta di tutti gli esseri umani.;

Keywords:Bioetica, Vita, Morte, Autonomia

Morris L. Ghezzi, Bioetica tra scienza e superstizione in "SOCIOLOGIA DEL DIRITTO " 2/2010, pp 7-23, DOI: 10.3280/SD2010-002001