Il debito estero e le sue conseguenze sono oggi tema frequente di analisi economiche e di conferenze internazionali, ma anche oggetto di dibattiti appassionati e di vivaci campagne politiche. Ciò dipende non tanto dalle dimensioni del fenomeno, non nuove nella storia, quanto dal fatto che la quota più rilevante del debito grava su paesi del Terzo Mondo e che le politiche ad essi indicate dal Fondo Monetario Internazionale per farvi fronte e rimuoverne le cause sembrano a molti contrastanti con le prospettive del loro sviluppo. Una delle critiche più spesso rivolte al Fondo è di suggerire per ogni paese, indipendentemente dalla sua struttura e dalle sue condizioni, la stessa ricetta: restrizione della domanda interna ed aumento delle esportazioni.

I saggi qui raccolti si propongono di esaminare la strategia sin qui seguita dai ereditari e le conseguenze che ne derivano nei rapporti tra paesi industrializzati e sottosviluppati o in via di sviluppo, di discutere i fondamenti teorici delle politiche suggerite dal Fondo Monetario e di analizzare gli effetti della loro applicazione in diversi paesi o gruppi di paesi. Ne esce un quadro molto più complesso e problematico di quello presentato da molte tesi «ortodosse» e viene confermata l'esigenza di procedere ad analisi differenziate nello studio di una realtà ormai eterogenea come è oggi quella del Terzo Mondo.