L'interesse che spinge questo tentativo propedeutico di una lettura della modernità è dettato da due dati storici: la constatazione di una "eredità logica" nella stessa formazione dei vari discorsi alternativi, come condizione a partire dalla quale la novità di stile costruisce la differenza e la forza della sua affermazione; l'estensione generalizzata di quella economia di mercato che accompagna il sorgere, lo sviluppo e la crisi della modernità.

A partire da qui il lavoro propone la ricerca di nuovi strumenti di indagine, sorretta da un pensiero che trova nell'interrogativo la sua forza d'urto e l'osare interrompe la traccia del greco su cui sono costruiti i discorsi propositivi di Heidegger, di Husserl, di Ricoeur, di Lévinas.

In forza di ciò, la sperimentazione intrapresa si apre senza riserva verso tutte quelle indicazioni emergenti che provengono dalla nuova epistemologia di Prigogine, come condizione per andare oltre, lasciando cogliere nella nuova forma del tempo una "casella vuota" su cui installare la macchina de-naturalizzata e temporalizzata della storia.