La politica di difesa appartiene contemporaneamente a due realtà: quella della politica internazionale, verso la quale è rivolta, e quella della politica interna, nel cui ambito - fatto di gruppi di interesse, partiti politici, organizzazioni e altri attori impegnati ad influenzare l'azione di governo - è formulata. Data questa duplice appartenenza, il processo di policy making assume una forma diversa dalla ricerca del mezzo migliore per conseguire un dato fine. Le linee di condotta non sono il risultato di un calcolo razionale, ma il risultato delle interazioni tra portatori di svariati interessi (difendere il paese, procurarsi commesse, essere rieletti, ecc.), che cercano di fare prevalere la propria posizione.

Il punto di partenza di questo libro è che la distinzione tra low politics e high politics, ossia tra faccende interne, soggette a competizione elettorale, scambi di favori e interessi corporativi, e questioni di sicurezza, soggette soltanto a considerazioni di ordine nazionale, è fuorviante, in quanto anche le politiche estere e di difesa appaiono condizionate dai giochi politico-amministrativi presenti negli altri settori di intervento governativo.

La ricerca mostra come vengono alla luce i programmi nell'arena politica della sicurezza nazionale. Dopo avere ricostruito, nella prima parte, il modo in cui è elaborata una politica pubblica in generale, nella seconda viene presentato lo studio di un caso: la formazione dei programmi militari americani. Emergono dall'analisi i contrasti, le contrattazioni, gli interessi particolari dei vari attori - Presidente, Dipartimento di Stato, Pentagono, Congresso - che partecipano al processo decisionale.

Paolo Rosa, dottore di ricerca in sociologia politica, si occupa di analisi delle politiche estere e di difesa. Tra le sue pubblicazioni: Le relazioni internazionali, La Nuova Italia Scientifica, 1994 (con R. Scartezzini).