C'è un modo sintomatico in cui la ragione riesce a dare scacco a se stessa, come argomentava anche nei suoi ultimi scritti Ernest Gellner, diventando il peggiore dei fondamentalismi. Per secoli il razionalismo ha difeso le vittime dell'oscurantismo, ma, per equilibrare la revisione del quadro storico, bisogna anche tenere nel debito conto le argomentazioni delle vittime dell'Illuminismo, di coloro, cioè, che hanno combattuto con rigore contro ogni forma di scetticismo corrosivo, dissacrante e dissolutorio. L'intento è quello di riproporre il sempiterno valore della metafisica ontologica, henologica e antropologica, che, sola, può riconnettere l'uno e i molti, e indicare al genere umano una visione olistica dei valori gnoseologici, etici e antropologici, senza la quale si cade inevitabilmente nell'anomia del nichilismo. Perché la razionalità non si autodistrugga, deve essere sostenuta da un vigoroso sistema di credenze. Solo un'intelligenza divinatoria può contrapporre in maniera efficace la cultura dell'anarchia.

Cristiano Camporesi collabora a Religioni e società e al Journal of the Royal Institute of Anthropology . È inoltre autore di numerosi volumi fra cui L'uno e i molti. L'idealismo britannico dal 1830 al 1920 (Firenze, La Nuova Italia, 1980), Scepsi scientifica. Fenomenismo e agnosticismo nella filosofia britannica dell'800 (Roma, Janua, 1985), Max Müller. La malattia del linguaggio e la malattia del pensiero (Firenze, Le Lettere, 1989), Genesi mediterranea (Bologna, Printer, 1992), Nemesi storica (Bologna, Printer, 1992), Credenza e non credenza nel processo educativo. I limiti del conoscere sociologico (Milano, FrancoAngeli, 1997), Entente cordiale. Figure del realismo critico nell'educazione tra Francia e impero britannico (Milano, FrancoAngeli, 1999), Antrum platonicum. L'ombra dell'alterità antropologica e la sfinge gnoseologica (Milano, FrancoAngeli, 2000).