L'importanza di poter disporre di un catalogo a stampa delle edizioni della tipografia Calasanziana è stata ripetutamente segnalata, sempre assieme alle difficoltà della sua effettiva realizzazione. Il catalogo storico cronologico per gli anni che vanno dal 1816 al 1861, andando ad integrare significativamente le edizioni segnalate da Clio, permette di valutare in tutta la loro rilevanza le attività di una tipografia che svolse un ruolo fondamentale all'interno del progetto di egemonia culturale elaborato dagli Scolopi toscani negli anni della Restaurazione. Ne fu primo direttore ed ispiratore, nonché proprietario nominale, il padre Mauro Bernardini, incaricato del delicato ruolo di censore sulle stampe fin dal maggio del 1814 nel restaurato Granducato di Toscana.
Le edizioni rinvenute rispecchiano le attività pedagogiche svolte dai figli del Calasanzio, con particolare riferimento all'insegnamento del latino, del greco e delle materie scientifiche, senza trascurare le esigenze di formazione dei nuovi ceti mercantili urbani che porteranno all'introduzione nel corso di studi di un'autonoma Scuola di lingua italiana. Una produzione libraria che testimonia nella sua organicità il fine ultimo delle Scuole Pie, "educare i giovanetti, e specialmente i poveri, alla pietà cristiana, e per conseguenza a tutte le morali e civili virtù, [...] ammaestrarli insieme gratuitamente non solo nelle più elementari discipline, ma anche nelle lettere e nelle scienze". Tutto questo "istilla[ndo] nel tenero cuore degli Alunni il santo timor di Dio, e la vera pietà Cristiana, onde la Chiesa Cattolica gli abbia figli riverenti, il Principe sudditi fedeli, la Famiglia individui utili ed affettuosi, e la Patria buoni cittadini [...]".

Maurizio Brotini laureato in Lettere e in Archivistica e Biblioteconomia presso l'Università di Pisa, ha lavorato presso la Biblioteca e l'Archivio storico del Comune di Empoli. Attualmente svolge l'attività di funzionario sindacale per la Cgil. Ha pubblicato articoli e contributi su stampa, politica e attività censorie nella Toscana della Restaurazione, con una particolare attenzione per le fonti di archivio e per lo spoglio delle pubblicazioni periodiche.