Quale significato attribuire agli appelli sempre più accorati per una diffusione anche nel nostro paese di una "cultura industriale,,? Si tratta di una più raffinata riproposizione di elementi ideologici o dell'individuazione di un terreno di possibile incontro tra portatori di valori differenziati? Il problema, secondo i curatori del volume, è forse quello di una cultura per una società industriale, dove l'accento più che su una integrazione funzionale meccanica, è posto sulla necessità di un legame tra valori, sistemi di identità, funzioni produttive che, mentre conservano la loro autonomia, tutte concorrono al miglioramento delle condizioni ambientali, alla crescita dei comportamenti e aspettative più razionali.
In questa luce la conoscenza della società industriale è una delle condizioni essenziali per I'omogeneizzazione non dei valori, ma delle procedure, delle condizioni di comunicazione tra comunità diverse e pure insostituibili nel loro rapporto. La comunità scientifica e la comunità manageriale sono tra quelle fondamentali in questo tipo di società. E la conoscenza che, si vuol contribuire a promuovere è quella delle unità economiche che agiscono sui mercati imperfetti, siano esse industriali, agricole o finanziarie: l'impresa e i sistemi d'impresa come ambienti socio-tecnici, come patrimonio di risorse internalizzate e distribuite.
Rispetto a questi problemi l'accentuazione storica che pervade molti dei saggi presentati nel volume testimonia una convinzione: che tale approccio sia indispensabile per comprendere l'impresa come organizzazione e per fondare l'orientamento manageriale sulla consapevolezza piena della specificità della struttura su cui e con cui si governa e si agisce sui mercati.
Sorta nel 1983, l'Associazione di storia e studi sull'impresa ha come finalità istituzionale la promozione in varie forme di ricerche e studi sull'azione, la cultura e le realizzazioni imprenditoriali nell'industria, nella finanza, e nel commercio e nell'agricoltura.