Negli anni del dopoguerra " (...) i film americani erano l'evasione, il mondo levigato dei sogni, l'esotico e magari l'arte. I film italiani, pur con il loro carico di convenzioni, erano la realtà. . Gli ambienti, le facce, le passioni erano riconoscibili e nostri. Tutta la schematica e riduttiva, ripetitiva fantasia delle trame aveva una base di concretezza e partecipazione possibile (...). Evasione contro realtà, dunque, o meglio, due tipi diversi di evasione, il secondo dei quali aveva comunque radici in una riconoscibilità socioculturale infinitamente maggiore"

Così scrive Goffredo Fofi, uno dei critici nazionali più brillanti ed aperti. La società italiana faceva capolino ovunque nel nostro cinema, in maniera diretta e invadente nelle pellicole del neorealismo, in modo più mediato e trasversale nei film di genere, nei melodrammi come nelle commedie sentimentali e popolaresche, nei film comici come in quelli operistici e d'avventura.

Partendo da questa considerazione e con lo sguardo rivolto in particolare ad alcune tematiche specifiche (dal ruolo della famiglia al rapporto padri e figli, dai problemi sociali del dopoguerra alle conseguenze politiche della guerra fredda) si è sviluppato un percorso di lettura delle rappresentazioni della società italiana tra il 1945 e il 1957 date dal cinema coevo, che è insieme un lavoro di riscoperta e rivalutazione di un patrimonio di film dimenticati o poco noti. Proprio su alcune di queste pellicole (ma non solo) si è concentrata la nostra attenzione con la consapevolezza di andare alla scoperta di piccoli tesori nei quali era possibile trovare, forse meglio che in film più importanti e valutati, la messa in scena dei modi di vivere e di pensare della società italiana di quegli anni.